Roger Waters indagato dalla polizia tedesca: “Durante i concerti glorifica il nazismo”

L’ex Pink Floyd sotto accusa per un costume usato durante il suo show a Berlino

(repubblica.it) – La polizia tedesca ha aperto un’indagine nei confronti di Roger Waters per presunta istigazione all’odio dopo che l’ex Pink Floyd durante un concerto a Berlino avrebbe indossato una divisa da ufficiale delle SS. “Stiamo indagando su sospetti di istigazione all’odio perché gli abiti indossati sul palco potrebbero glorificare o giustificare il regime nazionalsocialista e disturbare la quiete pubblica”, ha detto un portavoce della polizia.

Waters – come in ogni concerto di questo tour, e non solo – ha indossato un lungo trench nero decorato con bracciali rossi e insegne di metallo sul colletto mentre era sul palco a Berlino, la scorsa settimana. La polizia di Berlino ha annunciato l’indagine sul musicista e sul suo abbigliamento in quanto “potrebbe essere usato per glorificare il dominio nazista“. Secondo il portavoce della polizia Martin Halweg, “l’abbigliamento assomiglia a quello di un ufficiale delle SS”.

Pur essendo conosciuto per le sue posizioni radicali (tra le polemiche da lui accese in tempi recenti quelle su Israele, che gli è valso accuse di antisemitismo, e la guerra in Ucraina), Waters difficilmente può essere accusato di simpatie naziste: peraltro, il costume da lui indossato fa parte della scenografia di The wall (al braccio, al posto della croce uncinata, indossa una fascia con i due martelli simbolo di quell’opera) ed è l’immagine della follia che travolge il protagonista Pink.

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43 replies

  1. Evidentemente la polizia tedesca non ha mai visto il film The Wall.

    E nemmeno è a conoscenza che
    Eric Fletcher Waters (il padre) è morto per mano nazista ad Anzio.

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    • Non solo. Non hanno visto il concerto fatto da Roger Waters proprio a Berlino. Potsdamer Platz. Non solo lui vestito da nazi ma ADDIRITTURA fece SFILARE sul palco soldati veri dell’URSS.
      Il concerto venne trasmesso in diretta per due ore in 52 paesi.
      In Italia l’evento andò in onda su Canale 5 in leggera differita a partire dalle 22:00, all’interno di uno speciale curato da Red Ronnie, il quale si occupò di introdurre le varie parti del concerto, oltre ad aver in precedenza intervistato gli spettatori nell’area della Potsdamer Platz, all’epoca da poco cessata di essere terra di nessuno.
      La rete Fininvest decide di turbare il meno possibile la messa in onda dell’esibizione con spot pubblicitari. Le fasce pubblicitarie furono disposte in corrispondenza delle pause naturali previste dal copione dell’opera.

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  2. Ormai sono talmente disgustato da questa Europa, Germania di Scholz in testa, che non mi meraviglio più di nulla. La questione non è l’ignoranza, il non conoscere la storia umana dell’artista, il suo profilo professionale o l’aver almeno intravisto The Wall, il problema è che Waters si è inimicato il Potere, il Sistema, per le sue posizioni sulla guerra russo-ucraina e sulla questione palestinese.
    E le “democrazie” occidentali non tollerano posizioni disorganiche alle loro.
    L’Occidente fa sempre più schifo.

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  3. Certo che questo Martin Halweg non deve essere esattamente un fulmine di guerra: sono almeno trent’anni (abbondanti) che Roger Waters indossa quel costume di scena a Berlino:

    O.T.: due parole le merita anche quello che è forse uno dei live più belli di sempre, soprattutto per il simbolismo legato al tema del muro (anche se quello del disco è un muro immateriale, psicologico), The Wall – Live in Berlin del 1990.

    Premettendo che The Wall, essendo a tutti gli effetti un’opera rock, viene rappresentato in quella maniera fin dalla sua uscita (1979), verso la fine degli anni ’80 Waters, fresco di separazione dal gruppo, stava pensando a come allestire una rappresentazione monumentale della sua opera, analogamente a quanto avvenuto col live a Pompei di quasi vent’anni prima, in una location particolarmente scenografica (credo si fosse parlato della Monument Valley).

    Dopo la caduta del Muro di Berlino del 1989, si era liberata una grossa area nei pressi di Potsdamer Platz (il muro berlinese era in realtà composto da due muri, separati da una terra di nessuno, spesso minata e a volte anche molto ampia, come in questo caso), per cui fu facile trovare un accordo con le autorità e fare 1+1.

    Parteciparono diversi artisti di livello, anche tedeschi (su tutti, gli Scorpions), in una rappresentazione davvero monumentale (menzione speciale per il coro dell’Armata Rossa).
    Dimensioni a parte, la scenografia è quella classica, col muro bianco che viene costruito, mattone dopo mattone, durante tutta la prima parte dell’opera, che nella seconda metà viene suonata dagli artisti nascosti dal muro (sul quale vengono proiettati i classici disegni allucinanti di Gerald Scarfe), per arrivare fino al momento clou, il suo abbattimento finale, per il quale non ci sono parole: va visto e basta.

    Un’altra cosa a rendere particolare questo concerto è anche il fatto che la “storia” narrata in The Wall, quello che potremmo chiamare il libretto dell’opera, è ampiamente un’autobiografia dello stesso Waters. Della grossa, è la storia di una rockstar (Pink) dalla nascita, col padre che muore in guerra, la madre possessiva, l’insegnante autoritario, nemmeno la moglie lo capisce: ognuno di questi è un mattone del muro che lui si costruisce intorno per isolarsi dalla società, fino a riuscirci; il secondo atto sono in buona parte le sue paranoie chiuso dentro il muro, fino al processo finale (con tanto di giudice e testimoni) che si conclude con la condanna all’abbattimento del muro.

    Per tutti questi motivi, in un certo senso e fatte le debite proporzioni, dal mio punto di vista questo concerto è un po’ come l’Aida (e vabbé), ma allestita davanti alle Piramidi (già più difficile, ma è successo) e soprattutto diretta da Verdi in persona: un unicum.

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  4. La coda di paglia si vede lontano un miglio. Così confondono le acque, altrimenti i tedeschi potrebbero pensare: ma come riempiamo di armi gli ucraini aggrediti ed ignoriamo i palestinesi aggrediti pure loro?

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  5. È un riflesso condizionato o coda di paglia , vedono una divisa nazi su un palco e toccati nel profondo sentono subito il bisogno di condannare, per allontanare dubbi, dubbi, che dopo 90 miliardi in armi (e siamo all’antipasto), strette di mano, e foto di gruppo con il capo nazi ucraino, a qualcuno potrebbero venire.
    Nazisti a loro insaputa.

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  6. Il mondo è pieno di idioti , il problema è che qualcuno li ha letti a ns rappresentanti, ergo : un mondo di idioti imbesuiti !

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  7. Cioe’, a questi gli USA sabotano il gasdotto e mettono in ginocchio il paese e loro con chi se la prendono, con una intelligente provocazione teatrale del TOTALITARISMO, che ancora oggi e’ vivo e vegeto, ma i tedeschi ci fanno o ci sono?

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  8. Qualcuno invii la spiegazione a prova di deficienti a questi mega-deficienti tetesky:
    Si veste da nazi perché diventa cattivo e intollerante (e il messaggio non è quant’è bello fare il nazista, ma forse….dico forse…è: “rimani umano sennò rischi di diventare cattivo/nazista), infatti diventa prima “confortably numb” (cioè insensibile, come politici e giornalisti di oggi) e dopo l’insensibilità lo porta a diventare cattivo e intollerante (simil nazi! come quelli che lo vogliono indagare).

    Dovrebbero anche accusarlo di sgridare i bambini……You! Yes, you! Stand still laddie!

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  9. In Germania l’ accusa di apologia del nazismo è una cosa molto più seria che da noi.
    Detto questo finirà tutto in nulla e il buon Waters avrà quello che ha cercato: ulteriore pubblicità.

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      • Tranquillo: a quei livelli e con i soldi che girano da quelle parti nulla è “per caso”…
        Neanche farsi la barba o meno prima del concerto.

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    • Ca22o, Carognina, sei arrivata al punto di farmi andare d’acc…. d’accor….non ce la faccio a dirlo… con l’iDI0ta!

      E già che ci sono, vorrei chiedere a quest’ultimo se ha nulla da dire in merito al fatto di essere schierato, vista la concomitanza di vedute sulla guerra in Ucraina, con questa gentaglia.

      Adesso attaccherà con la solita “sono responsabile di quello che scrivo, non di quello che capisci” o con “stai dicendo cose che non ho mai scritto, né pensato”: scommettiamo?

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      • Poveretto, davvero non arrivi a capire che io non sono schierato proprio con nessuno? Sono solo uno qualunque e dico semplicemente ciò che penso, senza preoccuparmi di chi eventualmente dovesse pensarla o meno come me.
        Mi confronto sulle idee, non sugli interlocutori: l’esatto contrario di ciò che fai tu (il disturbatore, quando ti riesce).

        Sei troppo prigioniero della tua forma mentis per immaginare uno schema differente da quello schierato per forza a favore o contro qualcuno, col divertentissimo risultato che, quando le fazioni immaginarie dei film che ti fai nel cervello non seguono il copione che gli hai attribuito, vai in corto circuito.

        Quindi la risposta alla tua domanda è: no, non ho nulla da dire in merito a qualcosa che esiste solo nei tuoi solitari, agorafobici neuroni.

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  10. E’ evidente l’assurdità dell’accusa (come giustamente prepone @RiflessivA, avrebbero dovuto denunciare anche Charlie Chaplin…).

    Ma è altrettanto evidente che i Crucchi non non sc3mi fino a questo punto, quindi: cosa vogliono far bollire in pentola?

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    • E’ il meccanismo della calunnia, si insinua il dubbio per screditare la sua voce indipendente. E per chi si ferma alla superficie delle cose le immagini pubblicate a corredo della notizia di Waters con il costume di scena rimarranno impresse e saranno più che sufficienti a bollarlo come effettivamente nazista, e così si accetterà di buon grado una sua esclusione da stadi e teatri.

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      • Credo che il famoso principio “calunniate, calunniate, qualcosa resterà”, sia una spiegazione altrettanto semplicistica come l’accusa di nazismo rivoltagli.

        Nin zo, per me c’è qualcos’altro che si vuole dissimulare.

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    • Non è possibile che si tratti solo qualcosa di molto semplice e ben più prosaico, come un questurino voglioso di mettersi in mostra per far carriera, o un funzionario in cerca di visibilità, no, deve esserci per forza qualcosa di molto grosso sotto, probabilmente un complotto nazimassogiudaico demoplutocratico per il controllo dell’individuo.
      Meglio tacere, che il nemico ti ascolta (e poi lo dice al Mossad).

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      • Non capendo come mai, per forza, le cose debbano sempre essere semplici (i “semplici” son fatti così…), io “sono responsabile di quello che scrivo, non di quello che capisci” e “stai dicendo cose che non ho mai scritto, né pensato” (ahahah): chi ha mai sostenuto che “deve esserci per forza qualcosa di molto grosso sotto”? A me vieni a cianciare di “naziMASSOgiudaico”, ma proprio a me???

        Deve esserci per forza qualcosa di molto piccolo sotto i pantaloni.

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      • chi ha mai sostenuto che “deve esserci per forza qualcosa di molto grosso sotto”?

        Capisco i tuoi annosi problemi di comprendonio, ma l’hai sostenuto tu, caro il mio finto tonto, e ancora lo sostieni: “per me c’è qualcos’altro che si vuole dissimulare”.
        Di mio ho aggiunto solo una sarcastica iperbole (strano che un fine linguista, esperto in usi arcaici come te, non la conosca), ma dimenticavo che hai dei problemi anche con l’ironia.

        Sei tu quello che deve vederci qualcosa “per forza”: io non ho questo tipo di certezze.
        Non essendo imprigionato nella forma mentis del complottaro (come te, che vedi le cose che gli altri non vedono, colmando così il tuo complesso d’inferiorità), succede che baso i miei ragionamenti su fatti concreti, non su illazioni fondate sul nulla.

        Davvero pensi che ci sia qualcosa da dissimulare? Parliamone: dimmi che cosa pensi ci sia sotto, da parte di chi e con quale scopo, così vediamo su quali fatti si basano quelle che per me sono solo le tue personali paturnie.

        Ma so già che non lo farai, perché quelli come te si fermano sempre all’insinuazione: lo scopo non è capire se davvero c’è sotto qualcosa, ma apparire più svegli dell’interlocutore.
        Analogamente ai mattoni del muro di The wall ogni allusione, proposta con fare ieratico, non è altro che un gradino del piedistallo dal quale ti piace tanto rimirarti.

        Ti credi tanto furbo, ma sei più prevedibile del puzzo di piscio ai cessi della stazione (in pratica si sa già come la penserai riguardo a cose che devono ancora succedere): non puoi sapere quanto sei divertente.

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      • E per fortuna che tu e l’ironia andate a braccetto: ihihihih…

        “Parliamone: dimmi che cosa pensi ci sia sotto”: ho già detto che “nin zo”! Se i crucchi non sono così cr3tini come vogliono far credere (calunnia a parte) e RW non è evidentemente (cit.) naZZista, beh, volevo uscire dallo schema binario domandandomi: cui Prodet (cit.)?

        Con me non attacca (cit.): e per fortuna!

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  11. Personalmente non credo al questurino voglioso di mettersi in mostra, mentre la tempistica, essendo questo spettacolo non proprio nuovissimo sulla scena, mi fa più propendere per un atto deliberato contro un artista di enorme seguito che si è schierato contro la narrazione ufficiale del conflitto russo – ucraino.

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    • Non è questione di credere: non si tratta di un atto di fede ma del fatto che, se si lanciano determinate accuse, queste debbano essere basate su qualcosa di più che delle sensazioni personali.

      Ciò che sappiamo è che Waters è un personaggio scomodo per il potere, a causa della sua recente presa di posizione sul conflitto in Ucraina, e che tutta la vicenda è così surrealmente inconsistente da renderne pressoché ovvie le eventuali conseguenze (ovvero il nulla assoluto).

      Con queste premesse, la mia era solo un’ipotesi sparata a caso e come tale ti invito a prenderla, ma ti faccio notare che, se davvero la polizia berlinese e i suoi eventuali mandanti politici avessero voluto dar fastidio al buon Roger con un atto deliberato, avrebbero potuto comodamente agire prima del concerto, e non dopo (stante l’ultratrentennale reiterazione del presunto reato).

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      • Fermarlo prima sarebbe apparso veramente come una persecuzione ingiustificata e troppo palese, hanno invece aspettato che commettesse al momento il presunto reato e solo allora hanno agito. Rimanendo poi sul piano delle ipotesi o credenze, trattasi secondo me di intimidazione e calunnia, che non mirano a provare una sua reale colpevolezza, ma a insinuare per intaccarne la credibilità e a scoraggiare sue nuove dichiarazioni. Credo che sia più facile che fargli fare la fine di John Lennon.

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      • Certo. E dopo aver aspettato che lo commettesse, hanno aspettato che lo commettesse di nuovo (visto che Waters a Berlino ha fatto due date), sempre per non dare troppo nell’occhio.

        Ti chiedo scusa per la perculata, ma pensi davvero che tutta questa storia possa intaccare anche solo di un’anticchia la sua credibilità?
        Riguardo allo scoraggiare sue nuove dichiarazioni, è molto più probabile che tutto ciò sortirà l’effetto opposto (e lascia stare il povero John Lennon, che non c’entra una cippa).

        Riflessivo, forse dovresti riflettere un po’ meno e prendere atto che la realtà è quasi sempre molto più banale di come ci piacerebbe che fosse.

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      • Tu ritieni Lennon non c’entri, sono opinioni. Comunque non mi sembra di stare dipingendo una realtà poi così complessa. Fermo restando che in genere preferisco valutare a posteriori se lo fosse. Sul perculare no problem, hai fatto ed hai disfato tu tutto da solo, io non mi offendo.

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