Thanopulos: “Meloni premier ‘contro’, Renzi è teatro senza voti”

PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ DI PSICANALISI – “La premier vive nella logica di contrapposizione, trae energia dall’avversario”.

(DI ANTONELLO CAPORALE – ilfattoquotidiano.it) – “Chi è la donna guerriera nel Palazzo? E perché abbiamo una premier contro, anzi una premier d’opposizione? La femminilità – malgrado le apparenze – è a sinistra, la capacità di azzuffarsi una insuperabile prova centrista”.

Siamo dentro la psico politica e Sarantis Thanopulos, presidente della società di psicanalisi, ci aiuterà ad aggiornare i ritratti psicologici dei protagonisti. Giorgia Meloni è una grande fonte di studio.

Non subisce il peso più drammatico di un’ossessione che la tiene immobile, ma appare comunque inseguita dall’idea del nemico da cui liberarsi. Ha vissuto sempre ai margini del potere, ha subìto a volte ingiustamente esclusioni puramente ideologiche e ora svolge il ruolo che sa interpretare meglio.

È una specie di premier d’opposizione. Un ossimoro politico.

Premier d’opposizione o anche premier contro. Raccoglie la sua energia dalla forza dell’avversario, vive ogni idea nella logica della contrapposizione. Insediata in un luogo che ancora non conosce a fondo, è protagonista di una realtà a lei aliena.

È la guerriera amazzone. La underdog, la svantaggiata che da sola arriva lassù.

Il lato peggiore del suo carattere e anche l’ambizione che ne ridurrà le qualità è la voglia di assomigliare a un maschio, emulare il potere maschile. E dunque essenzialmente: fare la guerriera, o almeno sembrarvi. Un grave problema culturale.

Meloni ritiene che il maschio sia più autorevole.

Il maschio è invece più superficiale, meno raffinato, meno paritario di una donna, più pronto alla sopraffazione, più abile nella prova di forza. E lei emula il lui dei suoi sogni e non ha consiglieri affidabili, un partito che la faccia crescere. Si circonda della famiglia non per perpetuare un potere familiare ma perché, io temo, giudica che possa fidarsi solo della mamma, della sorella, forse del cognato. Decide in cucina.

In cosa eccelle Meloni?

È abile nel rappresentare la parte impulsiva di noi. L’impulso ha una sua immediatezza e sobilla, in qualche modo attiva o riattiva. Non dura però. Questa qualità tenta di compensare un deficit clamoroso: non ha una visione, è dentro la trappola dell’essere contro. È la prima premier d’opposizione della storia d’Italia.

Chi è Elly Schlein?

La leader più femminile che abbiamo. Schlein è del tutto estranea al partito che guida, e ogni volta il suo partito glielo ricorda, ma ha una cultura totalmente femminile, un modo di essere totalmente femminile. Le donne, rispetto agli uomini, hanno superiore capacità di interazione, predisposizione al dialogo con l’altro e non alla sopraffazione.

Anche un lifestyle lontano da quello della premier.

Viene dai social che sono una piana indistinta, abbastanza confusa di sentimenti e di idee. Si nota che ama stare nel recinto del politically correct e questo fatto ne riduce le capacità d’azione, la fa arretrare nelle emozioni.

È l’estranea che s’è messa in tasca il Pd.

Parecchi di quelli che l’hanno votata non sono stati mai o non sono più elettori del Pd. E quindi la sua forza deriva da una intromissione esterna, da una cultura prima esclusa dal circuito. La estraneità al circuito di potere tradizionale è la sua dimensione critica. Sembra terza, sembra arbitro. Non conduce il gioco, non solleva l’animo.

E la zuffa tra Calenda e Renzi? Tutto annunciato, tutti già sapevano dell’esito. Eppure…

Due protagonisti che non hanno il compito di rappresentare elettori ma solo se stessi. È il qui e l’oggi senza un domani plausibile. Renzi ha capito che il suo esercizio di stile riproduce, e molto bene, quello di un lobbista di alto livello. Non fa politica ma dà consulenze, offre pareri ai veri potenti dietro il corrispettivo di una parcella. È sceso nella scala gerarchica e gioca sul fatturato personale.

Calenda è un soggetto più problematico?

Quest’uomo vive una complessità più marcata. Avrebbe anche voglia di interpretare uno spicchio di società e non solo se stesso se solo gli fosse riconosciuto di essere il primo della classe.

I due sono perle da teatro.

È tutto un gran teatro.

4 replies

  1. Non c’era bisogno dello strizzacervelli per capire l’evidenza.
    Meloni è la classica fascista e reazionaria dentro.
    Schlei è la classica borghese figlià di papà venditrice di fumo.
    Renzi uno sbruffone spaccone disonesto
    Calenda il nulla.

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  2. Il Presidente vota PD. Bonaccini forse, ma anche Schlein, così femminile…
    Pure gli psicanalisti devono mangiare.

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