L’ANNUNCIO DELLA PROGNOSI INFAUSTA – Michela è più viva di molti di quelli che pensano di esserlo e sono morti da un bel po’. Da Meloni a Salvini, da Ferrara a Porro: quanta finta umanità […]

(DI SELVAGGIA LUCARELLI – ilfattoquotidiano.it) – Michela Murgia è viva. Mi sembra la prima notizia da dare in questi giorni strani di coccodrilli prematuri, illuminazioni tardive e revisionismi patetici.
Ci tocca leggerli un po’ dappertutto, in una gara piena di atleti della compassione che fino a ieri nessuno aveva mai visto sulla pista. Ha appena trascorso un giorno e una notte sull’Orient Express, sta per uscire il suo libro, abbraccia gli amici nel suo bar preferito, si rasa i capelli con il rossetto rosso e un abito di Valentino. È più viva di molti di quelli che pensano di essere vivi e sono morti di ipocrisia da un bel po’, un’ipocrisia che sfoggiano con particolare coraggio proprio quando sarebbe il momento di un po’ di sana vigliaccheria. Proprio quando sarebbe l’ora di tacere dopo aver tanto parlato, offeso, dileggiato. Dopo avere destinato alla solitudine chi, come Michela Murgia, si è sempre esposto. Parlo soprattutto di colleghi giornalisti che hanno sempre considerato Michela Murgia una specie di erinni divoratrice di maschi, di pedante perditempo che va dietro a idiozie come la schwa, che hanno ridicolizzato le sue battaglie femministe descrivendola costantemente come una talebana delle desinenze o una fomentatrice d’odio di sinistra, che hanno attaccato il suo corpo, le sue idee, le sue parole. Che l’hanno sempre trattata come una psicotica che vede misoginia immaginaria e dovrebbe stare un po’ zitta. Che l’hanno investita di odio politico quando ha osato dire che un commissario con la divisa (il generale Figliuolo) la spaventava.
Ora che però Michela Murgia ha raccontato di avere un tumore e poco da vivere in una bella intervista, c’è una corsa affannata a rivalutarla in quanto esempio smagliante di donna piena di virtù. Questa improvvisa umanità di fronte a una sentenza di morte è davvero una delle cose più pietose a cui dobbiamo assistere noi altri – tanti, ma non abbastanza – che non avevamo bisogno di quell’intervista per ricordare ogni giorno il talento umano e professionale di Michela Murgia. Leggo Nicola Porro che “sia lode al suo coraggio”, lo stesso Nicola Porro che sul suo blog ha sempre scritto e ospitato articoli feroci e volgari contro la scrittrice, per esempio quello in cui uno dei suoi collaboratori scriveva “Michela Murgia attacca il mondo da femminista perché è brutta” (intervenne perfino l’Ordine dei giornalisti). E ora – pensate che giravolta – quello stesso giornalista, sempre sul blog di Porro, firma un nuovo articolo dal titolo “Cara Murgia, ti ho attaccata ma adesso piango”. Abbiamo Giuliano Ferrara che si duole improvvisamente di “essersela persa” prima di quell’intervista e in effetti serviva un tumore per accorgersi di Michela Murgia, di una delle poche, vere intellettuali del nostro tempo, dei suoi libri, dei suoi articoli, delle sue riflessioni mai banali in tv, della sua capacità di riscrivere in chiave moderna e con l’ausilio dei social, il pensiero femminista. Scrive, Ferrara, di un “progresso cristiano” di Michela Murgia, dimostrando di ignorare tutto di lei, ma in fondo non è l’unico a dedicare coccodrilli prematuri a una scrittrice di cui, appunto, in tanti non sapevano nulla perché la mettevano nella casella “femministe isteriche”. Poi vabbè, abbiamo la giornalista di Libero che l’ha sempre dileggiata chiamandola “paladina delle donne” e che ora le dedica video e tweet motivazionali della serie “forza vincerai tu!”, dimostrando di non aver neppure capito mezza parola di Murgia, visto che nella sua intervista smontava con cura il cliché del malato-guerriero che combatte una guerra. Ma non manca neppure il giornalista a sua volta malato di cancro che scrive il suo tweet di dileggio ben camuffato, senza citarla: “Purtroppo non ho alcun messaggio edificante da regalare al mondo…” e “non voglio morire prima di un’altra Champions” con gli applausi di numerosi hater storici di Michela Murgia.
Il vero capolavoro però è quello di Giorgia Meloni che risponde a quel passaggio dell’intervista “Spero solo di morire quando Giorgia Meloni non sarà più presidente del Consiglio, perché il suo è un governo fascista”, con un post passivo aggressivo, della serie “…spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio, come auspica, perché io punto a rimanere a fare il mio lavoro ancora per molto tempo. Forza Michela!”.
La nostra presidente non poteva perdere l’occasione di fingersi compassionevole, buttando però lì il sottotesto “fattene una ragione, bella mia, io vivo a lungo e governo a lungo, tu boh”. È un po’ il metodo Cutro, invito i naufraghi a Palazzo Chigi, faccio la carezzina, ma poi “ma come, non sapevate che la traversata è pericolosa?”. Fingersi misericordiosi per alterare la percezione della realtà, e la realtà è che sono spietati. E anche Matteo Salvini le manda il suo augurio di lunga vita, lo stesso Salvini che le ha reso difficile la vita istigando continuamente odio nei suoi confronti, impedendole di partecipare al dibattito, in questo Paese, senza sentirsi aggredita e spaventata. Un’ operazione politica di compassion-washing, quella di Meloni e Salvini, a dir poco disgustosa.
Per cui ecco, non credo che Michela Murgia abbia tempo ed energie da dedicare a questa vomitevole esibizione di ipocrisia, ma noi altri che l’abbiamo sempre stimata e la stimiamo purtroppo vediamo tutto. Vediamo le lacrime asciutte di quelli che hanno pubblicato sempre la sua foto più brutta, una foto in cui potesse somigliare il più possibile alla megera cattiva, di quelli che sono stati zitti mentre veniva aggredita per le sue idee da folle inferocite, mentre i titolisti facevano il lavoro sporco di alterare e involgarire il suo pensiero. Non vi siete accorti, per giunta, che il suo grido di dolore non è stato questa intervista, ma un lungo articolo che Murgia scrisse sul Il Post due anni fa, un articolo in cui spiegava quanto sia doloroso accorgersi di non essere difese mentre sei seppellita da una shitstorm per un’idea (parlava del caso Figliuolo), mentre tu dimagrisci e prendi farmaci per sopportare quella violenza. Era in quel momento che servivano le vostre parole. Oggi sono solo viscido paternalismo di chi pensa che una persona che sta per morire sia debole, sia il condannato che va verso il patibolo a cui puoi concedere un ultimo pasto con tre portate. Spero di vivere abbastanza per vedere queste persone finire ingoiate dallo loro stessa ipocrisia.
Selvaggia, sei una grande donna prima che una grande giornalista.
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Se fosse stata la signora Murgia a starsene zitta…
Nonte da fare, sotto i riflettori comunque e per la qualunque.
I nostri “intellettuali” .
E poi si critica la TV di Berlusconi: esattamente questa.
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Articolo ficcante questo di Selvaggia, che mi sento di condividere in toto ma che non vedrà cimentarmi nella risposta ai soliti B(u)rloni che si precipiteranno a denigrarlo(e il sentore già mi sembra sia già avvertibile) solo per spirito di bandiera.Buona vita comunque anche a loro.
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Ah ah ah! Poveraccio. L’ometto scialbo mette le mani avanti: sai che ca22o me ne fraga della Murgia, della Lucarelli e di te, tutte personcine adimensionali, puntini messi uno in fila all’altro, inutili persino come interpunzioni di sospensione?
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* frega
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Grazie a Selvaggia, sempre capace , a sua insaputa, di dar voce ai miei pensieri .
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Hai ragione Selvaggia, infatti prima a me stava altamente antipatica, adesso la trovo totalmente odiosa .
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Non la malattia e nemmeno la morte di una persona mi induce a modificare il mio pensiero sulla medesima. Michela Murgia non l’ho mai stimata, certo è una donna di grande personalità, sicuramente intelligente, ma i contenuti dei suoi ragionamenti, le sue opinioni, e anche la sottile arroganza che mette a corredo me l’hanno sempre fatta risultare indigesta.
Credo che la Lucarelli, altra donna intelligente, che gestisce il suo Q.I. con furbizia e moderna tuttologia, usi in questo articolo la Murgia per menare i soliti fendenti a politici, giornalisti, opinionisti che avversa, se non odia. Nello specifico lo “shitstorm” di cui parla, bersaglio la Murgia, è complementare allo “shitstorm” che la Murgia ha alimentato sempre su coloro che non le piacevano. Scrittori compresi che in una rubrica televisiva, dall’alto di non so quale titolo, bocciava e stroncava senza pietà. Ovviamente gli “aderenti” alle sue opinioni ( politiche e non) erano invece dei talenti incommensurabili.
La stessa Lucarelli è una straordinaria azionatrice di ventilatori di mer… Poi, di riflesso, in questo mondo “social” disgustoso, si becca la contraerea.
Nella rappresentazione che la TV e i giornali fanno degli “umani” che vippeggiano nei loro campi ( e li attraversano visto che non hanno limiti…) e presenziano dappertutto, che siano politici, giornalisti, artisti di spettacolo etc. confermo che il “più pulito c’ha la rogna”
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Risposta perfetta e completa. Tra l’altro, non v’è nessuna ipocrisia nell’essere in totale disaccordo con le opinioni della Murgia (alcune così bene in sintonia con il mainsteam da risultare sospette) ed essere addolorati per ciò che le capita.
Il problema è che ci sono persone che considerano altri come avversari e non come nemici. A sinistra l’avversario è invece un nemico. A sinistra, quindi, pare strano che si possa avere compassione anche per chi non la pensa allo stesso modo.
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la shitstorm è il “tutti contro uno” tipico del bullismo, è se vogliamo “bullismo mediatico”, non può una singola persona fare shitstorm….
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Il post della Meloni sarà anche passivo aggressivo, ma utilizzare la suggestione della propria morte per enfatizzare un concetto è una scorrettezza altrettanto aggressiva, secondo me.
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..Lucarelli sei ipocrita e opportunista….riportami un articolo in cui ti spertichi in lodi per la Murgia prima di oggi ….a noi ci sfugge…
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Rispetto massimo per le opinioni della Murgia , ma scrittrice mediocre di carattere arrogante, mai stimata e non sarà certo la sua malattia e farmi cambiare idea.
Ricordo molto bene i suoi giudizi sprezzanti senza pietà nei confronti di quelli che lei considerava suoi Nemici non semplicemente persone con idee diverse dalle sue.
Per il resto umana pietà come per chiunque malato terminale.
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Tanti auguri alla Signora Murgia.
Ricordo però un’ altra “malata terminale” che fece outing sanitario urbi et orbi per riconquistare visibilità, e dopo anni è ancora qui: la Bonino. E non solo lei.Speriamo sia lo stesso per la Murgia.
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E daje!

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