
(di Claudia Voltattorni – corriere.it) – C’era una volta il decreto dignità. Fortemente voluto nel 2018 dall’allora ministro del Lavoro Luigi Di Maio, modificava il Jobs Act e introduceva nuove regole per i contratti a tempo determinato. Da un lato li accorciava dai 36 ai 24 mesi massimi e riduceva da 5 a 4 le proroghe, ma poi permetteva il rinnovo dopo i primi 12 mesi e per un massimo di altri 12 mesi solo in presenza di alcune causali senza le quali il contratto sarebbe stato trasformato in assunzione definitiva. Una norma criticata perché rischiava di scoraggiare le azienda ad assumere a tempo indeterminato: queste avrebbero preferito, allo scadere dei 24 mesi, rivolgersi a un nuovo dipendente con un nuovo contratto a tempo determinato.
Contratti più flessibili
Il nuovo decreto Lavoro allo studio del governo, e che lunedì primo maggio arriverà in Consiglio dei ministri, rimette tutto in discussione, in particolare per quanto riguarda i contratti a termine. Le causali dai 12 ai 24 mesi diventeranno più «soft» e saranno legate ai contratti collettivi o aziendali oppure demandate a patti tra datore di lavoro e lavoratore. «Una nuova deregulation che favorisce la precarietà» attacca l’opposizione. Ma secondo la ministra del Lavoro Marina Calderone, «l’obiettivo non è precarizzare ma rendere più fluido e più corretto il singolo adempimento e la gestione dei contratti».
Incentivi e giovani
Ma le novità riguardano anche altro. Per le nuove assunzioni, ai datori di lavoro sono riconosciuti degli incentivi. Quelli per i giovani fino a 30 anni che rientrano nella categoria «neet», cioè che né studenti né lavoratori, durano 12 mesi e valgono per le assunzioni dal primo giugno 2023 a fine anno e pesano per il 60% della retribuzione mensile lorda. Ma l’incentivo viene esteso anche per i contratti di apprendistato e somministrazione. Confermato l’esonero contributivo per l’assunzione nelle regioni del Mezzogiorno e nelle Isole di giovani fino ai 35 anni e disoccupati. Il decreto prevede inoltre un fondo di 10 milioni di euro per il 2023 e di 2 milioni dal 2024 per le famiglie di studenti di scuole e università deceduti (dal primo gennaio 2018) mentre erano impegnati in attività di formazione, come ad esempio l’alternanza scuola-lavoro.
Limite dei voucher
Sale a 15 mila euro, da 10 mila, la soglia di utilizzo dei voucher per i lavoratori di aziende che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento. Viene tolto il limite dei 29 anni per i contratti di apprendistato nei settori turistico e termale. E negli stessi settori potranno essere assunti sempre con contratti di apprendistato anche disoccupati sopra ai 40 anni.
Contratti di espansione
Più flessibilità anche per i contratti di espansione: viene prorogato alla fine di quest’anno lo scivolo pensionistico con l’anticipo di cinque anni per le aziende con oltre 1.000 dipendenti. La possibilità è rivolta alle aziende nell’ambito dei processi di reindustrializzazione e riorganizzazione. Cuneo fiscale Ancora da sciogliere del tutto il nodo del cuneo fiscale che il governo sta pensando di portare a un taglio di 4 punti per i redditi fino a 35 mila euro, che si tradurrebbe in 55 euro netti in più al mese.
Insomma il carrozzone Italia cerca di rimanere in piedi con la tecnica di un colpo al cerchio e uno alla botte.
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Magari, il colpo che gli venisse a loro.
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Il decreto prevede inoltre un fondo di 10 milioni di euro per il 2023 e di 2 milioni dal 2024 per le famiglie di studenti di scuole e università deceduti (dal primo gennaio 2018) mentre erano impegnati in attività di formazione, come ad esempio l’alternanza scuola-lavoro…..
È OSCENO GIÀ IL SOLO PROPORLO.
Personalmente propenderei per la STIPULA DI UN’ASSICURAZIONE PRIVATA OBBLIGATORIA a carico della ditta di sfruttatori, anche perché potrebbe detrarre il costo dall’imponibile ai fini fiscali.
Apprendistato oltre i 40 anni, vaucher fino a 15.000€ e la faccia tosta di demandare il tutto ad accordi fra lavoratore e datore.
È PRECARIZZAZIONE LEGALIZZATA.
Avete voluto la destra? Questo è ilregalo che vi hanno incartato.
Una società corporativa, divisa in caste, con il fine di difendere i più ricchi, agiati, delinquenti e parassiti che sfruttano rendite di posizione.
Aggiungiamoci le mance fiscali che seguono in minima parte l’alta inflazione in atto, i tagli alla sanità, istruzione e politiche sociali di sostegno ai redditi minimi e ai disoccupati, ed avremo visibile la figura della clessidra, con la bolla inferiore dei sofferenti sempre più gonfia e quella superiore dei privilegiati sempre più lontana, in alto, irraggiungibile e numericamente esigua ma stabile.
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Insomma più precarietà per tutti! E poi ci sono i pianti di coccodrillo sul calo delle nascite, ma questo paese merita di estinguersi anche perché è capace solo di esprimere questa massa d farabutti che sono la classe dirigente italica, la peggiore d’ Europa..
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Hanno spostato il RDC dal disoccupato all’azienda, facendo pagare allo Stato il lavoro svolto a favore dei privati.
Stiamo andando verso il dipendente gratuito.
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