In Giappone, usando particolari tecniche genetiche, sono stati creati due topi maschi in grado di generare figli. In Gran Bretagna, usando tecniche di fronte alle quali il vecchio Frankenstein sembrerebbe un […]

(DI MASSIMO FINI – Il Fatto Quotidiano) – In Giappone, usando particolari tecniche genetiche, sono stati creati due topi maschi in grado di generare figli. In Gran Bretagna, usando tecniche di fronte alle quali il vecchio Frankenstein sembrerebbe un dilettante, estraendo dal midollo osseo della donna, preventivamente bombardato da composti chimici, si otterrebbe lo sperma e quindi la donna sarebbe in grado di autofecondarsi. Inoltre da questo tipo di autofecondazione nascerebbero solo femmine. Prima, nella grande storia antropologica dell’essere umano, l’uomo, fuco transeunte aveva un ruolo marginale ma comunque ce l’aveva. Adesso il maschio, già in crisi in tutti i campi, verrebbe semplicemente eliminato. Auguri e figlie femmine.
Dove vogliamo arrivare trafficando con la genetica e, più in generale con la tecnologia medica? Uno dei problemi di fondo, se non addirittura il principale, della nostra epoca paranoica è che ci siamo allontanati troppo dalla Natura. Lo stesso Francesco Bacone, che pur è considerato uno dei padri della rivoluzione scientifica, avverte: “L’uomo è il ministro della Natura, alla Natura si comanda solo ubbidendo a essa”. La Natura ha elaborato le sue leggi in milioni di anni, un porco di Nobel può avere anche un’intuizione che lì per lì sembra geniale, ma non è assolutamente in grado di calcolare e controllare le variabili che mette in circolo. Cominciamo dalle cose più semplici anche se in questo discorso tout se tient. Chiusi nei loro garage, Steve Jobs e Bill Gates inventarono il computer, tanto di cappello, erano dei geni, però adesso almeno un paio di generazioni sono state rovinate dai “derivati”, vale a dire i social network (usiamo questo termine perché i derivati sono stati devastanti anche in economia e nella stessa finanza che rischiano di distruggere). I ragazzi, in linea di massima non sanno più leggere, non sanno più scrivere, non sanno più farsi un’opinione propria, fortissimi nel digitare sono analfabeti della vita.
Prendiamo la cosa da un altro verso, sempre minore. La Tecnica sembra aver reso comoda la vita togliendoci ogni fatica fisica. Schiacciamo un bottone e tutto si muove secondo le nostre volontà. Però poi un minimo di prestanza fisica lo dobbiamo pur recuperare e quindi ecco le palestre, luoghi lugubri, e il jogging. Quando vedo lungo i Navigli giovani e anziani fare jogging, respirando l’aria fetida, insalubre di Milano e degli stessi Navigli, mi fanno pena. Non ho mai visto un contadino fare jogging.
Qualche resistenza all’imperio della Tecnica, alla sua ambiguità segnalata già da Martin Heidegger negli anni Trenta (La questione della tecnica), e della sua sorella gemella l’Economia si comincia però ad avvertire. Il governo italiano ha deciso di proibire la produzione e la commercializzazione dei cibi sintetici, dalla carne al latte, ai mangimi per animali, insomma tutto o quasi, mettendosi in contrasto con l’Unione europea. Naturalmente c’è chi rema contro, con i più svariati argomenti: il business del cell-based, così si chiama, potrebbe raggiungere i 450 miliardi di dollari nel 2040, le mucche con le loro scoregge sono inquinanti, il benessere animale verrebbe aumentato, i bovini e suini non verrebbero più mandati al macello. Ora, l’Uomo di natura è un animale onnivoro, ovviamente antropocentrico, e ha diritto di nutrirsi di ciò che più gli piace. Casomai se si vuole veramente questo benessere animale non si dovrebbero tenere buoi, mucche, galli e galline stabulati sotto la luce dei riflettori 24 ore al giorno perché crescano più in fretta, maturando così malattie tipiche dell’uomo, da quelle cardiocircolatorie all’infarto, all’obesità, alla nevrosi, alla depressione. È del tutto superfluo dire che mangiare questa carne di animali malati ammala anche noi. Da qui le diagnosi di tumore che dal 2010, 220.000, sono passate a 390.000 del 2022. Bisognerebbe tenere mucche e buoi all’alpeggio come fanno in Svizzera.
Comunque, a parte i divieti e le pene pecuniarie stabilite dal governo, il cibo sintetico non passerà mai in Italia. In materia alimentare noi abbiamo una diversità straordinaria. Non abbiamo pensatori, ma buoni mangiatori sì e soprattutto cucine molto diverse, dalle Marche all’Umbria, alla Toscana, alla Puglia, alla Campania, alla Sicilia, alla Sardegna e infine alla Lombardia che riesce a essere buon’ultima anche in questo.
Se il nostro governo dovesse infine cedere alle pressioni internazionali (negli Stati Uniti e in Israele il cell-based è già all’ordine del giorno) ci penseremo noi italiani a cui è sempre piaciuto il buon cibo. Comunque per intanto ringraziamo il governo per la sua opposizione al cibo sintetico. Che Allah ti abbia sempre in gloria, Giorgia.
Signora mi sapesse cosa succede in Giappone!!!
Si passa dai “topi giapponesi” ad Heidegger (che non manca mai, assieme al meno gettonato Gadamer) . In laboratorio fu creato anche un copniglio “fosforescente” ma non mi risulta che sia stato messo in proiduzione ( registro che gli animalisti, di questi tempi non se la spassano troppo bene: silenzio assoluto).
Ora va per la maggiore, per giustificare la qualunque, il leitmotiv “non si può fermare il venbto con le mani”, o espressioni simili, usati anche in questo blog per giustificare l’ utero in affitto.
L’ “ineluttabilità” va forte come strumento di convinzione , soprattutto in popoli usi a credere alla imperscrutabile Divina Provvidenza, declinazione cristiana del Fato a cui nemmeno gli Dei potevano opporsi.
E invece si può, si può, eccome. Anzi, in un Mercato che si “autoregola2 (!?), basta che ciascuno di noi , individualmentte, non acceda e non acquisti ( è la somma che fa il totale) che immediatatamente il Mercato… si autoregolerebbe eliminando i prodotti che “non vanno”, siano schiavi, uteri di poveracce ad usum milionari, conigli fosforescenti, cibi variamente sintetici (che costano un botto e inquinaranno, nel loro… comporsi, molto più della mucca…).
Nei primi tempi della “scoperta” della radioattività, fu tutto un formulare creme “radioattive” che schiarivano la pelle e meraviglia del genere. non mi risulta siano più in produzione. Anche la clonazione di animali è in affanno e di quella di esseri umani, che una ventina di anni fa pareva l’ immediato “futuro”, non si vede traccia.
L’ evoluzione, per citare il titolo di un bel libro, è stata una “lunga pazienza cieca”. Nessun laboratorio potrà mai competere con milioni di anni di tentativi errori, di processi di adattamento, di “descent with modification”, come si esprimeva Darwin.
Ogni prodotto deve sostenere l’ esame del tempo, ma il tempo ora non ce lo abbiamo: i soldi per la ricerca sono stati spesi e devono subito “ritornare”. I Ricercatori non sono “eroi”, ma lavoratori che, come tutti gli altri, rincorrono denaro ed ambizione: soprattutto se giovani sono disposti a tutto, la storia della scienza è piena di tentativi ed errori, ovviamente pagati da altri.
Se c’è una parola che identifica questi nostri anni è “credere”: credere alla Religione, credere alla Scienza (?), credere al politico che ci attizza (per poi sachifarlo se uno che ci piace di più compare all’ orizzonte). Credere al giornalista “controcorrente”, credere a chi urla più forte, credere all’ “influencer”.
Vi siete mai chiesti come mai gli ( più spesso “le” e questo dovrebbe far riflettere: sono sempre state le donne a “beccare” di più) influencer, così ossessivamente pubblicizzati, siano tanto poveri culturalmente e tanto… stereotipati fisicamente? A loro i “giovani” si devono … adeguare, non sia mai che rincorrano modelli diversi. Lascino lavorare gli “scienziati” e “credano alla scienza”, o alla Religione, o al rapper di turno, o al nuovo mascara che certamente acchiapperà il maschietto dei desideri e farà morire d’invidia le amiche.
Eh, sì, sempre lì si va a parare, alla fine, scienza o non scienza: è l’ evoluziuone, bellezza!
Questo articolo, a parte la ola finale, potrebbe benissimo essere scritto da qualcuno di “sinistra”: penso che ora sia chiaro come mai non si interviene sull’ unica prospettiva in grado di “salvare il Pianeta”(?): il contenimento delle nascite nei cosiddetti Paesi Emergenti ( che per lo più non “emergono” nemmeno un po’).
Visto a cosa serve il sovraffollamento? Senza questa “opportunità” tutto questo immenso mercato languirebbe… Quindi crescete e moltiplicatevi.
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Grazie Massimo, avanti. Ti ricordo solo che le generazioni dopo di noi gia’ mangiano di tutto altro che la buona cucina regionale. La buona Gioggia ha fatto l’ultima cazzata.
, proibendo una cosa che non c’e’.
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