
(Paolo Caruso) – La politica della destra meloniana rappresenta un progressivo e lento ritorno alla restaurazione, un susseguirsi di promesse mai mantenute accompagnate da falsi trionfalismi degni di un’epoca a cui la nostalgica premier rimane ben ancorata. Il programma di questo governo rispecchia il pensiero di una destra conservatrice con una visione limitata della società, di una società chiusa nelle sue paure, nel suo lento declino, privata non solo di un progresso culturale ma anche frenata nei diritti civili che la avvierebbero verso una modernizzazione al pari di altre nazioni. Il dibattito di questi giorni falsato anche dai media sui diritti dei figli omogenitorali, dei cosiddetti figli arcobaleno, sul riconoscimento giuridico di fatto della coppia omosessuale, non promette nulla di buono. Anche il problema del fine vita rimane dimenticato nei meandri oscuri del Palazzo, e il diritto al voto dei fuori sede è ancora oggi una chimera. Uno dei punti fermi del governo Meloni è la lotta ai migranti, attuando quello che di più perfido e subliminare si possa fare per contrastare gli sbarchi, l’altro, quasi un fatto personale della Premier, quello di demonizzare i pentastellati e demolire quello che di buono era stato fatto dal governo Conte, l’abolizione del reddito di cittadinanza, il 110 % per l’edilizia, la legge spazzacorrotti. Uno scontro politico insensato privo di qualsiasi raziocinio in un momento di estrema difficoltà economica. Le promesse elettorali si sono dimostrate del tutto vane, le sue politiche sociali soltanto parole di circostanza che hanno lasciato nella disperazione e nella più assoluta indigenza milioni di percettori del reddito di cittadinanza, infine la sanità pubblica ulteriormente mortificata dalle poche risorse inserite nella recente manovra finanziaria.
Le continue marce indietro operate dal governo del resto dimostrano quanto poco convincenti siano le azioni adottate, e la visione del Paese totalmente falsata. In politica estera altro che “è finita la pacchia”, le scelte europee infatti dimostrano ben altro e lo stesso atlantismo ripetuto in maniera straripante dalla Premier Meloni fa emergere con chiarezza quale sia il suo modo di accreditarsi a livello internazionale e quanto questo governo sia genuflesso al potente alleato a stelle e strisce, obbediente esecutore anche nelle forniture di armi all’Ucraina. In Europa le politiche migratorie come traspare dall’ultimo incontro UE sembrano proprio non interessare nessuno, meno che mai a Ungheria e Polonia, così che la Premier italiana resta soltanto una voce isolata, non supportata nemmeno dal suo grande amico sovranista Orban, perdente anche nella scelta dei combustibili sintetici (synfuel) e non bio combustibili. Un vero flop, altro che fine della pacchia! Solo la propaganda mediatica di casa nostra, filo governativa e sempre più servile al potere, riesce a travisare volutamente la realtà cercando di far passare come successi le apparizioni della Meloni in ambito europeo.
cetriolo?
tipo questo?
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E le cozze? Andò le mettiamo!?!
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Io non avevo dubbi…. infatti lo penso da un bel po’: la carciofara e la combriccola distruggeranno tutto quello che ancora funzionava in questo paese.
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Il guaio è che alla fine non pagheranno per tutto ciò che avranno guastato.
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Come sempre in questo paese non paga mai nessuno …d’incompetenti invece di fare i ministri nemmeno i spazzini potrebbero fare!
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