(Massimo Gramellini – corriere.it) – Milioni di esseri umani hanno visto e commentato anche con una certa indignazione l’immagine del Papa vestito come un paninaro (il paragone denuncia la mia età). Non si tratta dello scoop di un paparazzo: a crearla è stato lo stesso generatore di immagini che nei giorni scorsi aveva diffuso quelle di Trump in manette e in queste ore ci sta mostrando Putin recluso in un carcere dell’Aia. Era già facile bersi una finta notizia, figuriamoci una finta fotografia. Ormai la maggioranza si informa scorrendo vorticosamente sullo schermo del telefono una rassegna inesauribile di immagini. Nessuno ha più il tempo di distinguere quelle vere dalle false e fra breve non ne avrà più neanche il modo, grazie a una tecnologia che consente a chiunque di creare la realtà che desidera, semplicemente girando la richiesta a un software di intelligenza artificiale.

L’immagine è più emotiva della parola, quindi perfetta per manipolare l’opinione pubblica e le nostre vite private. Il generatore a comando potrà costruire le prove di un tradimento così come gli alibi per compierlo. E la sua bravura nell’inverare la finzione contiene un rischio persino peggiore: indurci non solo a prendere il falso per vero, ma il vero per falso. Risultato finale: la paralisi. Eppure, lasciatemi restare ottimista. Il problema dell’umanità, diceva Bertrand Russell, è che gli stupidi sono molto sicuri mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi. Magari il piumino del Papa farà sorgere qualche dubbio anche agli stupidi.