Roberto Saviano: “Le morti di Cutro conseguenza delle parole di Salvini e Meloni”

Lo scrittore punta il dito sul governo: «La premier indulgente con la sua coscienza. I veri avvoltoi sono quelli che dicono di fermare le partenze senza spiegare come»

(ANDREA MALAGUTI – lastampa.it) – «Si potevano salvare tutti». L’invettiva di Roberto Saviano per la gestione del disastro di Cutro è come sempre dura. In fondo, gli pare, l’esecutivo più a destra della nostra Storia non fa altro che inserirsi ferocemente nella grande tradizione del prevedibile.

Saviano, si potevano salvare le vittime di Cutro?
«Si dovevano salvare».

Ce l’ha con Giorgia Meloni?
«Non ce l’ho con nessuno».

Giorgia Meloni sostiene di avere la coscienza pulita.
«Forse Meloni è indulgente con la propria coscienza».

Sulle coste calabresi è naufragato anche lo Stato?
«È sicuramente naufragata l’idea edulcorata che qualcuno coltivava su questo governo. Chi si aspettava un cambio di rotta rispetto alle bestialità pronunciate in campagna elettorale deve fare i conti con un esecutivo che ha sfidato il ridicolo col decreto anti-rave, ha gestito malissimo il caso Cospito e ora, di fronte a decine di persone morte in mare a 100 metri dalle nostre coste, non è capace di abbassare la testa e dire: mi dispiace, ci dispiace, non accadrà più».

Perché non lo dice?
«Perché sa che accadrà ancora e ancora. Perché i naufragi in diretta sembrano la cifra di questo governo».

Glielo chiedo come farebbe la premier: davvero lei, in coscienza, crede che il governo abbia voluto la morte di cento persone?
«Non dico che abbia “voluto”, ma le morti di Cutro sono la conseguenza delle dichiarazioni e delle promesse di Meloni, Salvini e Piantedosi. Sono le loro parole che diventano azione politica. Secondo lei perché in questi anni ho provato a smontare le loro menzogne? Perché ho provato a spiegare quanto fossero pericolose quelle parole di odio nei confronti di chi rischia la vita in mare?».
Sarebbe così duro anche guardando la premier negli occhi?
«Direi le stesse cose anche in tribunale, ma la Premier prima mi querela e si costituisce parte civile, ma poi, in maniera del tutto irrituale, non viene chiamata a testimoniare dal pubblico ministero, dunque non potrò guardarla negli occhi».

Le diranno che è un avvoltoio. Che specula sui morti.
«Dicano quello che vogliono, l’impressione è che vivano in un mondo alternativo dove ciò che è bene (il soccorso in mare delle Ong, ad esempio) diventa il male assoluto e ciò che è male (la propaganda xenofoba di Meloni e Salvini e le bestialità di Piantedosi) si guadagna rispetto».

Hanno vinto le elezioni. È la loro visione del mondo.
«Certo. Ma in queste ore sono morte molte persone, il numero è talmente alto che possiamo, a buon diritto, parlare di strage. Vite che potevano essere salvate, tutte. Solo questo conta. E gli avvoltoi vanno cercati tra le file di chi blatera di bloccare le partenze senza spiegare come».

La guardia costiera salva decine di migranti ogni giorno.
«Non me la prendo con la guardia costiera. Siamo al cospetto di un governo vendicativo, che minaccia e intimidisce pubblicamente chiunque non si adegui alla catena di comando».

Perché le Ong danno fastidio al governo?
«Le Ong sono odiate da chi, come l’esecutivo, vuole costruire un racconto alternativo della realtà, perché sono testimoni di quel che accade nel Mediterraneo e in Libia. Di fronte alle immagini, ai video, ai dati raccolti, crolla ogni racconto sui migranti che vengono a rubare il lavoro agli italiani e a delinquere. A Steccato di Cutro sono morti tantissimi bambini, ma non si deve dire perché le bare bianche stridono con il racconto dei neri palestrati con cui Salvini e Meloni hanno insozzato i social media, condizionando l’opinione pubblica».

Con la sinistra al governo questi morti non ci sarebbero stati?
«Difficile dirlo. La creazione dell’inesistente zona Sar libica la dobbiamo al predecessore di Salvini al Viminale».

Marco Minniti?
«Marco Minniti, a cui questa destra deve moltissimo».

La scelta di fare il Consiglio dei ministri a Cutro è stata simbolicamente significativa. Questo lo concede?
«Non ho il potere di concedere o di non concedere nulla. Il Consiglio dei ministri a Cutro, però, lo fai col capo cosparso di cenere. Se davanti alle bare (dove non sono nemmeno andati) continui a dire che la soluzione è fermare le partenze, allora potevi fare a meno di presentarti. Potevi evitare questa farsa a te stesso, alle famiglie di chi ha perso la vita e alla memoria di chi non c’è più e scappava da situazioni di vita insostenibili».

Il ministro Crosetto sostiene che il nuovo boom di migranti è colpa della brigata Wagner. Ce li mandano i russi per vendetta?
«Non credo e non risulta. Secondo le informazioni conosciute la situazione è diversa: in Italia giungerebbero prevalentemente migranti dall’area subsahariana e non dal Nordafrica. È in Mali che la brigata Wagner avrebbe il contingente più numeroso. Ed è lì a colmare il vuoto lasciato dalla Francia. I mercenari russi hanno sì un ruolo in Libia, ma sarebbe prevalentemente legato ai giacimenti di petrolio».

Perché allora il ministro della Difesa cita i mercenari russi?
«Probabilmente l’intenzione è quella di coinvolgere gli Stati Uniti nella stabilizzazione della Libia paventando il pericolo russo».

Prigozhin ha definito Crosetto un “mudak” (insulto irripetibile). È accettabile?
«Lo quereli».

Cosa ha pensato davanti al lancio di peluche al passaggio del governo a Cutro?
«Che fosse un modo per dire: basta con le menzogne».

La pietà è morta?
«Pietà, umanità e solidarietà sacrificate sull’altare del consenso politico. Che poi, conquistato blandendo i post razzisti, è davvero un consenso effimero».

Saviano le piace il karaoke?
«Mi piaceva Fiorello, faceva divertire interi paesi. Quando venne dalle mie parti si bloccò l’intera città».

Non parlavo di quello.
«Avevo colto».

Meloni dovrebbe smettere di cantare De André?
«Ciascuno è libero di cantare quel che vuole».

Glielo chiedo diversamente: Salvini ha sbagliato a festeggiare il cinquantesimo compleanno assieme agli amici con i cadaveri ancora in mare?
«Sarò strano io, ma credo che la felicità e la possibilità di leggerezza individuale passino per la felicità e la leggerezza collettiva. È un’utopia, lo so. Chi aspetta di essere felice solo quando tutti lo sono, magari non lo sarà mai».

Filosofeggia?
«Salvini è libero di festeggiare quel che ritiene degno di essere festeggiato».

Moralisteggia.
«Non direi».

Saviano, le piace Elly Schlein?
«È una persona schietta con un profilo diverso da quello che siamo abituati a incontrare. Ha mostrato coraggio».

La neo-segretaria si è già ammorbidita sulla linea del pacifismo radicale?
«Bisognerebbe chiederlo a lei».

Conte e Schlein sono la stessa cosa?
«Io credo di no. Schlein può prendere le distanze da Minniti, Conte non può prendere le distanze dal sé stesso dei Decreti Salvini».

5 replies

    • Mentre quelli che lo accusano scrivono, scrivono, scrivono senza aver capito una beata mazza di quel che ha spiegato nell’intervista.
      Dai, ti sei guadagnato pure tu la tua dose di crocchette giornaliera attaccando uno dei principali nemici della fasciocoatta e del BACIASALAMI.

      "Mi piace"

  1. ma questo imbec*lle si può sapere chi lo sta a sentire, perchè lo debbo sentire, vedere, udire?
    a chi interessa al 5-10-15% degli italiani?
    al restante non frega e quasi ora di non dargli gli spazi che chi merita non ha!

    "Mi piace"

  2. Ancora qui Saviano!? Ma non aveva detto che se avesse vinto il centrodestra se ne sarebbe andato all’estero!? Se si imbarca su una nave ONG dei finti salvataggi in mare, lo sbarcano veloce veloce in uno dei molti porti sicuri della costa nordafricana mentre aspettano qualche appuntamento con gli scafisti per fare un nuovo lucroso carico di clandestini per l’Italia.

    "Mi piace"