Non attendibilissimo su pronostici e previsioni (l’ultima su Putin che “bluffa” sulla guerra atomica è da brividi) Piero Fassino ha indubbiamente accumulato una vasta esperienza politica e di Pd. E non ha tutti i torti quando […]

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Non attendibilissimo su pronostici e previsioni (l’ultima su Putin che “bluffa” sulla guerra atomica è da brividi) Piero Fassino ha indubbiamente accumulato una vasta esperienza politica e di Pd. E non ha tutti i torti quando sul Foglio rimprovera a Elly Schlein “troppi slogan, un timbro emozionale e troppe affermazioni generiche per soddisfare la domanda di cambiamento quasi salvifico, da parte di elettori demotivati”. È probabile che l’ex segretario Ds non abbia digerito la sconfitta di Stefano Bonaccini per cui molto si è speso. Neppure deve essergli troppo piaciuto quel basta a “cacicchi e capibastone”, la pietra sulla quale la segretaria ha promesso di edificare la sua chiesa. Una frase, in effetti, abbastanza spericolata alla luce della composizione della nuova direzione frutto, come sempre in ogni partito (forse perfino nel Partito comunista cinese) di complicate alchimie correntizie sottoposte al controllo del capo. Anche nel caso del Nazareno la leader, sicuramente dotata di sicura personalità e decisa a farsi valere, ha dovuto per forza di cose accordarsi (a parte Bonaccini) con i vari Orlando, Zingaretti, Guerini, Boccia, oltreché con i coniugi Franceschini e con la famiglia De Luca. Tutti, indubbiamente, personaggi e clan di peso ma come si fa a definirli cacicchi e capibastone senza mandare il partito per aria rischiando oltretutto di beccarsi una querela multipla?

Ragion per cui tali denominazioni poco commendevoli (che richiamano le tribù indigene del Sudamerica e certe malfamate consorterie meridionali) sembrano destinate a rimanere innominate e innominabili. A dimostrazione che in questo caso la brava Elly ha detto troppo per poi non riuscire a dire nulla. Al contrario, come nota Fassino, su temi centrali come l’autonomia differenziata di Calderoli, il precariato, l’immigrazione, il cambiamento climatico, è troppo poco rispondere mai a ciò che vuole la destra di governo se contestualmente non si avanzano credibili proposte alternative. Visto che sulla guerra e sulla pace la Elly movimentista si è dovuta piegare alla Schlein pragmatica, sarebbe triste che la straordinaria novità di due donne ai vertici della politica, in ruoli antagonisti (come avviene soltanto in Finlandia) trovasse una sintesi unicamente sul continuare ad armare Kiev.