Superbonus, Meloni incolpa i 5S poi ammette: “Presto modifiche”

Scontro con FI che chiede correttivi : “Serve un tavolo di maggioranza”. Giorgia se la prende con Conte e paventa un “default”, poi apre. Lo schema è identico a quello già rodato ai tempi del caro-benzina. Giorgia Meloni si affida al solito video social (“gli appunti di Giorgia”, li chiama lei), rivendica […]

(DI LORENZO GIARELLI – Il Fatto Quotidiano) – Lo schema è identico a quello già rodato ai tempi del caro-benzina. Giorgia Meloni si affida al solito video social (“gli appunti di Giorgia”, li chiama lei), rivendica l’impianto dell’ultimo decreto che ha smontato il Superbonus, ma cede su modifiche per “evitare il tracollo di migliaia di aziende”. Come ad ammettere: senza ulteriori interventi, questo è ciò che provocherebbe il provvedimento appena approvato in Cdm. Meloni lo sa bene, anche perché gli alleati non mancano di ricordarlo: ancora ieri Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, capigruppo di Forza Italia, hanno chiesto “un tavolo di maggioranza” per discutere gli aggiustamenti sul Superbonus.

Proprio i tumulti in maggioranza sono uno dei motivi che, già al mattino, inducono Meloni a pubblicare il video. Venti minuti per fregiarsi del “successo alle regionali” e del “nuovo approccio del Consiglio europeo” in tema di immigrazione. Ma, soprattutto, per spiegare lo stop all’incentivo green voluto dal governo Conte, su cui la premier scarica tutte le colpe: “Il superbonus nasceva con intenti condivisibili, ma la misura è stata scritta così male e gestita così male che ha generato una mole enorme di problemi che ora noi siamo chiamati a risolvere. Siamo intervenuti su una situazione fuori controllo”. Poi un po’ di numeri: “A ogni italiano il Superbonus è costato 2.000 euro. Quando spende lo Stato non è nulla gratis. Il costo totale dei crediti del Superbonus attualmente è di 105 miliardi. Ci sono state moltissime truffe, per circa 9 miliardi di euro. Il Superbonus continua a generare 3 miliardi di redditi al mese: se lo lasciassimo fino a fine anno, non avremmo i soldi per fare la finanziaria, altro che taglio del cuneo fiscale”. Ragionamenti confutati dal dem Francesco Boccia: “Anche il condono agli evasori voluto dal governo lo pagano tutti i cittadini”. Meloni però apre a possibili novità: “Aziende e lavoratori sono stati messi in una condizione tragica da qualcuno che evidentemente non era abbastanza serio nello scrivere questa misura, quindi siamo intervenuti e continuiamo a intervenire, convocheremo tutte le associazioni di categoria, per capire che cosa altro possiamo fare per aiutarle, per dare loro una mano, per salvare queste aziende e per salvare questi lavoratori e per rimettere questa misura in un binario sensato”.

Ci penserà il Parlamento, quindi. Non a caso, è l’identico messaggio che arriva in serata da Silvio Berlusconi, ancora attraverso i social network: “In merito al Superbonus, questione che ha provocato reazioni anche da parte dei nostri gruppi parlamentari, voglio ricordare che si tratta di una misura adottata dal governo Conte, il governo degli indistinti bonus a pioggia. Il mio punto di vista, da uomo di Stato e di economia, è che sia giustificato e forse inevitabile il percorso del governo per evitare danni al bilancio dello Stato che potrebbero addirittura portarci a una situazione di default. Naturalmente il Parlamento sovrano discuterà il decreto e, nei tempi richiesti, ove lo ritenesse opportuno, potrà apportare utili modifiche”. Già, ma come?

Oltre al merito, c’è pure una questione di metodo che agita gli alleati. Ronzulli e Cattaneo infatti avanzano la proposta di “un tavolo dove siedano i capigruppo di maggioranza prima che il provvedimento venga posto all’attenzione della commissione”, in modo da discutere “miglioramenti da apportare al decreto”. I forzisti non mancano di polemizzare col governo riguardo “lo scarsissimo tempo dato ai partiti di maggioranza e agli stessi ministri per valutare e emendare il provvedimento”. Peccato che Tommaso Foti, capogruppo FdI alla Camera, non si mostri certo entusiasta della proposta dei colleghi: “Un tavolo di maggioranza? Vedremo – è la risposta all’AdnKronos – per ora aspettiamo l’incontro di domani (oggi, ndr) a Palazzo Chigi, dove ci sono già le associazioni che hanno diretto interesse sul decreto”.

Meglio vedersela con le sigle del settore, insomma, come faranno oggi – mentre Meloni partirà per Kiev – una delegazione di ministri (guidata da Giancarlo Giorgetti) e il sottosegretario Alfredo Mantovano, che incontreranno Ance, Confedilizia, Confindustria e altre organizzazioni preoccupate dalle picconate al bonus. Poi, per FdI, toccherà fare i conti con la coalizione.

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6 replies

  1. Purtroppo il bonus facciate ha la firma di Franceschini !! Perché accusare Conte , non che vogliano dare la colpa di tutto a lui, d’altronde aveva gia la Raggi ! Ma quanto vogliono cacciare me.. per buttare sul lastrico l Italia !fateve largo che semo arrivati noi !! A rubare il pnr !!

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    • Ma perché sviare il problema al bonus facciate? Anzi, visto che li c’erano già le truffe avrebbero dovuto essere più cauti invece di inserire un super bonus scellerato ,comunque con Franceschini era il 2019 e sempre governo Conte

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  2. Poi perché accusare sta pora fija de Maria ? Lei faceva il suo dovere come da dottrina politica e morale di tutti i partiti ! Arrubbava con la scusa delle regalie ai suoi clienti che poi l avrebbero votata ! Ma erano solo doni innocenti e autoriźzati da tutti i cittadini italiani che li pagagavano consapevolmente! Che c .. così sé fa , e so pure stata modesta, qualche altro s é comprato ville , case e vigneti ! Peccato non avere esagerato tanto lo stipendio da parlamentare me lo prendo eguale !!

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  3. Su la7 sabato mattino esponenti del governo a mettevano che le truffe riguardavano massimamente il bonus facciate.
    Ma è sempre colpa di Conte e del suo governo, anche se non c’entra niente.
    Intanto lorsignori la villa l’hanno sistemata a spese degli italiani.

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  4. Ho letto un libro ” Io sono il potere. Confessioni di un capo di gabinetto” ed anche se le confessioni del capo gabinetto, anonimo, sono state raccolte dal giornalista della Stampa, Giuseppe Salvaggiulo, di dubbia imparzialità, il libro è interessante. Esiste tutto un apparato statale, in carica da 15 – 20 anni, costituito da avvocatura generale dello Stato, consiglio di Stato e suo presidente, Corte dei Conti, Dipartimento legislativo di Palazzo Chigi, Ragioneria generale dello Stato, capi gabinetto, capi ufficio legislativo, ecc, ecc, che esaminano le leggi, sia disegni di legge che decreti legge, su cui viene poi messo un bollino, soprattutto quello della Ragioneria dello Stato…….per evitare impatto sui conti pubblici, quindi probabilmente le dichiarazioni del pdc Meloni sono pura propaganda, tanto per addossare a Conte responsabilità, visto che, come anziana navigata della politica, da quasi 30 anni, sa perfettamente come funziona. ….sul suo decreto legge contro il Superbonus arriveranno emendamenti e l’ incontro con le organizzazioni Ance, Confedilizia, Confindustria, ecc serve a costruire emendamenti ad hoc, infatti la parola chiave è ” ci penserà il Parlamento ” Silvio docet. …emendamenti la cui ammissibilità/inammissibilità dipende dal parere dei presidenti di commissione e dai presidenti di Camera e Senato, così si spiega anche perché il governo Meloni ha voluto i due presidenti, uno per FdI ed uno per la Lega. ….alla fine il decreto legge andrà ovviamente incontro alle esigenze delle organizzazioni e sarà aggiustato, con buona pace della propaganda, che poi è la politica data in pasto ,via mediatica, ai cittadini……mentre il vero potere si gioca su altri tavoli! Quello che importa è il messaggio slogan : Conte ha mandato in default il paese! Anche se non è vero! Comunque, leggendo il libro , risulta evidente che non era il Parlamento da aprire come una scatoletta, ma la ragnatela, decennale, di parentele, amicizie, conoscenze, favori e clientelismo, pari alle monarchie del 1500 quando il re di Inghilterra, Enrico VIII, era cugino del re di Francia, Francesco I, e zio, via prima moglie, Caterina d’ Aragona, dell’ imperatore Carlo V. ……in Italia dal 1948 è peggio, un caveau, cui l’ apriscatole fa una santissima emerita mi. ..ia! Un esempio per tutti : Andrea Zoppini e Giulio Napolitano, figlio di Giorgio, sono amici ed insegnano entrambi all’ Università Roma Tre, guidata dal rettore Guido Fabiani, cognato di Napolitano; Giulio Napolitano era il fidanzato di Marianna Madia, ministro del governo Renzi, che chiamò come capo di gabinetto del suo ministero, Bernardo Giorgio Mattarella, figlio di Mattarella, pdr successore di Napolitano …..Napolitano jr, Zoppini e Mattarella jr sono tutti e tre allievi di Sabino Cassese. ……Non è meraviglioso il caveau italico?

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