Attacco al dl Dignità: si parte dagli interinali

MILLEPROROGHE – Un emendamento dell’esecutivo rinvia al 2025 lo stop all’uso di lavoratori “in affitto” per oltre 24 mesi. Poi toccherà agli altri paletti

(DI ROBERTO ROTUNNO – ilfattoquotidiano.it) – La seconda avvisaglia sulla liberalizzazione del precariato, cui si sta preparando il governo Meloni, è contenuta in un emendamento governativo al decreto Milleproroghe: quello che estende ancora la possibilità per le imprese di utilizzare gli stessi lavoratori interinali per oltre 24 mesi continuativi. Per la verità una “riforma” in tal senso la si aspettava già a fine gennaio, stando soprattutto agli annunci dei componenti dell’esecutivo, ma poi il processo è rallentato e ora dal ministero del Lavoro parlano di situazione “in evoluzione”. Ma, come detto, si tratta solo di un altro piccolo tassello che porterà, in questi mesi, a un intervento ben più imponente, volto a smantellare quel che resta del decreto Dignità.

Tornando al Milleproroghe, la novità introdotta riguarda i lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle agenzie di somministrazione. In teoria, lo stesso decreto Dignità prevederebbe per loro il diritto a essere stabilizzati presso le imprese che li utilizzano per più di 24 mesi. Ma si tratta di una regola la cui applicazione è stata rinviata, prima al 30 giugno 2024 e ora – con l’ultimo passaggio – alla stessa data del 2025. Fino a quel giorno le imprese potranno farsi fornire manodopera dalle agenzie interinali anche per un periodo superiore ai due anni senza essere obbligate a internalizzarli a tempo indeterminato.

Perché l’ennesima proroga? È una richiesta che in questo caso vede d’accordo sia le agenzie di somministrazione, quindi le aziende, sia i sindacati. Ci sono circa 100 mila persone a tempo indeterminato presso le agenzie. Il timore è che, ponendo il tetto di 24 mesi per l’utilizzo in missione presso le imprese, facendo scattare l’obbligo di assunzione subito dopo, questo crei un turn over più rapido. Quindi che quei lavoratori non siano più chiamati dalle imprese e restino in seno alle agenzie di somministrazione che non saprebbero più come usarli. Ecco allora la norma che fa saltare il limite e permette di estendere di fatto una sorta di precariato perenne. Il male minore secondo i sindacati dei lavoratori atipici, spaventati dalla minaccia di licenziamento più volte ribadita dalle imprese.

Ma è pur sempre una questione abbastanza di nicchia. La vera partita si giocherà quando si rimetterà mano al decreto Dignità. La legge fu approvata nel 2018 dal governo giallo-verde, spinta per la verità dal Movimento 5 Stelle, mentre la Lega la accettò in virtù di un accordo e oggi la rinnega seccamente.

In pratica, il tetto massimo per i contratti a tempo determinato fu portato da tre a due anni, introducendo anche l’obbligo di causale per i rapporti superiori ai 24 mesi e un aggravio contributivo per i rinnovi. I risultati si videro nella riduzione di contratti precari e nella velocizzazione delle stabilizzazioni. Con la pandemia, per aiutare le imprese ad assumere in un periodo di ripresa incerta, quei vincoli erano già stati annacquati, per esempio permettendo deroghe alle causali attraverso la contrattazione collettiva. Ora sta per arrivare il colpo di grazia: il governo Meloni, con la ministra Marina Calderone, vuole permettere alle imprese di stipulare contratti precari senza causali fino a due anni, portandoli a tre con le causali. Le novità sono state annunciate dal sottosegretario leghista Claudio Durigon al rientro dalle vacanze natalizie. I tempi dovevano essere brevi, poche settimane, ma poi il tutto è slittato. Il precariato in Italia è già tornato a volare dal 2021: a febbraio 2022 si era raggiunto il record storico di dipendenti a termine, ma il rallentamento successivo ha consentito al 2022 di essere un anno positivo sul piano dei contratti permanenti. Ora l’Italia sta per intraprendere la strada contraria a quella della Spagna, che lo scorso anno ha approvato una stretta pesante contro il precariato, e i risultati sono stati evidenti: nel quarto trimestre 2022 l’occupazione risultava aumentata di quasi 400 mila unità. Somma data dalla crescita dei lavoratori stabili, quasi 1,6 milioni in più, e il crollo dei temporanei, scesi di quasi 1,2 milioni.

3 replies

  1. Il governo sta’ passando il primo anno a distruggere tutto quello che hanno realizzato i cinquestelle per la maggior parte tutti provvedimenti a favore degli operai e degli sfruttati con il legittimo mandato del popolo pecorone che li ha votati tra cui milioni di operai precari e pensionati.Che paese fatto sottosopra che è questo🤔

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  2. Quando manca la dignità tutto diventa lecito, anche che lo Stato che ha tutte le informazioni, praticamente in tempo reale, non intervenga mai per far rispettare le proprie leggi.
    È quando interviene a seguito di casuale ispezione, lo fa generando una infernale burocrazia, a cui fanno seguito delle sanzioni ridicole che, nel settore, vengono quasi considerate un premio.

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