
(Pietrangelo Buttafuoco) – Proprio una questione delle questioni è quella della giovane ingegnera che in nome della dignità dei lavoratori rifiuta lo stipendio miserrimo. Un argomento che – in virtù del lavoro – dovrebbe coinvolgere il dibattito a sinistra, sono infatti cose di sinistra quelle delle rivendicazioni salariali, ma già ci sembra di udire la doverosa obiezione: non è già una grande conquista sociale che sia chiamata ingegnera in luogo del sessista ingegnere?
Perché, a destra ci si accontenta delle paghe da sfruttamento? Vá a ciapá i ratt, vá..
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Il governo non guarda Presadiretta . Il governo guarda Rete4
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Quello che sta portando avanti questo sindaco potrebbero essere esteso a tutti i comuni italiani.
Ma lui l’ha spiegato in un altro passo dell’intervista; per puro furore ideologico contro una misura varata dal M5S i sindaci di Dx e Sx SI RIFIUTANO di sfruttare tale opportunità preferendo lo sterile piagnisteo.
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5 milioni e 660mila poveri assoluti in Italia;
8 milioni e 800mila persone in povertà relativa
Fonte istat_it
Cosa sarebbe successo se non ci fosse stato il reddito di cittadinanza che ha sostenuto 4 milioni e 800mila persone? (rapp. INPS dati 03/22)
Questa è l’ineguagliabile trasmissione, per onestà intellettuale, trasmessa ieri sera su Raitre.
https://www.raiplay.it/video/2023/01/I-poveri-non-esistono—Presa-Diretta—Puntata-del-06022023-04deb8ba-cdc5-4b5c-8257-bd4f8aacf6b2.html
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Un paio di considerazioni riguardo l’ Ingegnere. Permettetemi per una volta di guardare il dito e non la luna, che è bella grossa: le paghe da fame di molti nostri laureati.
La Dottoressa posta un video di tempo fa, ripreso durante una riunione politica (non ci dice di quale Partito), nello stesso tempo più e più volte ci informa che poco tempo dopo ha trovato un lavoro che la soddisfa economicamente e professionalmente.
Certamenente la rivedrema da qualche parte, dalle parti PD o Azione . E’ pure carina e si esprime bene, quindi … scommettiamo?
Dopo aver guardato il dito, un’ occhiata alla luna.
Gli stipendi dei dipendenti italiani sono ridicoli. Tutti. Da sempre. Le Aziende fanno il bello ed il cattivo tempo approfittando del bisogno e del surplus di Laureati che ormai ci sono in giro. Del resto, Aziende ad alto valore aggiunto ne abbiamo pochissime e i “servizi” hanno a disposizione tutti gli immigrati pressochè gratis, quindi la concorrenza è immensa.
Per quanto mi risulta personalmente, sono le Aziende stesse che contattano i Laureati che abbiano conseguito un minimo di esperienza ( un paio di anni anche pagati poco: quando si esce dall’ Università, o magari, ancora meglio, mentre si frequenta l’ Università: purtroppo, poco si sa del mondo del lavoro, da noi…). Poi succede come è successo all’ Ingegnere di cui stiamo parlando: si trova di meglio. Oppure ti pagano di volta in volta meglio, e dopo 5-6 anni hai uno stipendio discreto (sempre tenendo conto del fatto che… siamo in Italia). Quello che mi risulta sia una delle maggiori criticità è la carenza di personale: il lavoratore deve trottare ininterrottamente 8 ore e più e coprire mansioni che dovrebbero essere eseguite da due o anche tre soggetti.
Come sempre anche alcuni… Ingegneri ci mettono del loro: sanno esprimersi in perfetto inglese tecnico? Sanno esprimersi – e scrivere – in perfetto italiano? Continuano ad aggiornarsi, personalmente, riguardo il loro lavoro? Sono disposti ad occuparsi di mansioni che anche esulano dalla loro qualifica, se necessario (qualità assai apprezzata dall’ Azienda)? Non eccedono in “permessi” e malattie? Sono in buoni rapporti con i colleghi e sanno lavorare in team? Dimostrano interesse per ciò che fanno?
Mi pare che in molti, una volta col.., “pezzo di carta” pensino che il Mondo sia loro. Non è così: ormai il pezzo di carta non è tanto difficile da ottenersi e ce l’ hanno in molti. Anche stranieri. E sono bravi.
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L’ingegner”a” (inutile cacofonia) protesta contro la pioggia, come lei stessa, cioè il suo caso, dimostra.
Stando a quanto dice, s’è impuntata, ha rischiato dicendo no e chiedendo di più. E gli è andata bene. Probabilmente gli è andata bene per due motivi.
Il primo è che magari è discretamente brava e le aziende cercano di tenersi coloro che si dimostrano più capaci; sono gli altri che lasciano andare, non è questione di soldi a quel livello. I soldi sono uno dei modi per liberarsi di chi non va. Certo, fanno sempre il proprio interesse perché è quello che le fa stare sul mercato e non uscire dal medesimo: mai dimenticarlo.
Il secondo motivo è che, probabilmente, nel momento in cui è avvenuto il fatto, l’azienda si trovava ad avere bisogno di quella figura che non avrebbe potuto sostituire rapidamente con un’altra persona a minor costo, meno esperta, meno utile in definitiva. Quindi, meno vantaggiosa quella strada nonostante la possibile minore spesa.
L’ingegner”a” fa un po’ sorridere perché, di fatto, protesta perché esiste il mercato (incrocio tra domanda ed offerta in concorrenza tra loro) che però è proprio quello che le ha fatto spuntare il suo primo aumento di stipendio. Forse ha dovuto faticare un po’, magari andando contro la sua natura nel fare quello che ha fatto, ma così ha fatto un passo avanti in esperienza ed autostima.
Coraggio, Ingegner”a”, fai meno filippiche da sindacalista di terza fila, usa di più la concretezza che ti ha fatto conquistare il tuo primo aumento di stipendio, insegui meno utopie perché il lavoro non c’è per tutti e 10 i miliardi di persone che vivono al mondo (non c’è nemmeno il cibo per tutti, figurarsi) e quindi impara da questa esperienza che il tuo posto te lo devi guadagnare e non sarà per niente facile. Guadagnare con un mix di professionalità, grinta (che evidentemente non ti manca) ed equilibrio nella richiesta economica.
Equilibrio nella richiesta non significa accontentarsi, ma prendere tutto ciò che è possibile da una situazione e poi volgere subito lo sguardo altrove, per avere armi per contrattare. Armi ben più affilate di salari minimi, decreti dignità, redditi di cittadinanza e altri pannicelli caldi simili. Chi ti promette sta roba qua anziché parlarti francamente, vuole solo il tuo voto.
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“…meno utopie perché il lavoro non c’è per tutti e 10 i miliardi di persone che vivono al mondo (non c’è nemmeno il cibo per tutti, figurarsi)…”.
Ad oggi la popolazione mondiale ammonta a circa 8 miliardi di persone.
Per quanto riguarda la questione cibo, una migliore e diversa educazione e gestione alimentare volta a minor spreco ed adeguato sfruttamento delle risorse risolverebbe il problema di presunta carenza che lamenti; quanto al resto, bene riconoscere che non c’è lavoro per tutti e, grazie ad automazione, progresso tecnologico e intelligenza artificiale, ce ne sarà sempre meno in futuro, sarebbe anche utile prospettare una possibile soluzione, sempre che non si voglia portare avanti tesi di sterminio di parte dell’umanità, nel qual caso ai propugnatori di tali tesi chiederei di fare il primo passo per liberare il mondo dalla loro presenza.
Se si ha una visione del futuro è evidente che ci sarà bisogno di un reddito di base universale, incondizionato slegato dal lavoro ed il reddito di cittadinanza era ed è il primo passo e non un ‘pannicello caldo’ come fai intendere nella tua chiosa. Chi lo ha proposto ha una visione di mondo che la miopia e l’egoismo generale non vuole riconoscere, continuando a vivere alla giornata, a guardarsi l’ombelico, aspettando che gli eventi accadano e ci travolgano quasi inaspettatamente.
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Aggiungo che con l’intelligenza aritificiale saranno soppiantati tanti di quei lavori intellettuali che anche i programmatori faranno fatica a trovare impiego.
ChatGPT, la nuova intelligenza artificiale recentemente resa pubblica, è già in grado scrivere codice di programmazione autonomamente, di scrivere testi, libri e chissà cos’altro sarà in grado di fare in futuro.
I call center una volta erano fatti di persone in carne ed ossa oggi sono soppiantati dall’intelligenza artificiale, di banche fisiche, con i loro sportelli, ce ne sono sempre meno. Google, facebook, twitter, i colossi digitali annunciano periodicamente licenziamenti, così pure gli istituti di credito; nella stessa medicina ci sono già tecnologie in grado di allegerire la necessità di interventi umani e così in molte altre mansioni e lavori. Con l’avvento delle auto a guida autonoma i tassisti spariranno e dopo, forse anche i camionisti. Tutte queste persone, anche quelle altamente qualificate, non potranno essere assorbite nel mercato del lavoro, un mercato che richiede sempre meno addetti.
E’ impensabile che tutti si diventi scienziati perché ogni essere umano ha le proprie peculiarità e anche se fosse ci sarebbe una concorrenza enorme per il medesimo settore e si ritorna al fatto che lavoro per tutti non c’è e non ci sarà mai. Non è nemmeno realistica la menata che viene raccontata sul fatto che le nuove tecnologie richiederanno un maggior numero di addetti, perché la tecnologia serve proprio per sostituire il lavoro umano e renderlo sempre meno necessario. Questa è solo una parte di quello che ci attende in futuro e se non si vuole riconoscerlo e ci verrà contro come un treno, non certo senza conseguenze indesiderate.
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Non è affatto vero che non ci sarebbe più lavoro in futuro.
Questa è una logica che tende a massimizzare il profitto ricorrendo a produzioni standardizzate e anonime.
Nel campo del lusso, per esempio, alle macchine mancherà sempre il buon gusto. Non riusciranno MAI a creare delle mode perché mancherà loro l’imprevedibilità tipicamente umana. Uno sguardo su un particolare che, opportunamente sviluppato, si trasforma in Moda.
Come potrà L’IA attivarsi per il recupero e valorizzazione di tutti i reperti storici custoditi, perché abbandonati, sottoterra?
Una macchina sa provare emozioni come il piacere della conoscenza? Sa essere curiosa? Sa divertirsi? Sa intervenire in caso di necessità per Pronto Soccorso? Saprebbe restaurare senza danneggiare un’opera antica?
L’attività umana non è solo quella fisicamente ripetitiva. Anzi, tale aspetto alienante ben venga che sia sostituita dalle macchine. Recuperare la socialità, questo è umano. Il piacere di stare in mezzo alla gente non verrà riprodotto da alcun algoritmo.
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A parte che molte delle mansioni che hai scritto l’intelligenza artificiale le saprebbe fare come e meglio di un essere umano. Ma quante delle persone che non troveranno più lavoro potranno essere assorbite da quei settori che richiederanno ancora una piccola presenza e partecipazione umana? Solo una piccola percentuale. Non saranno mai sufficienti per assorbire tutti coloro che necessitano di un reddito per vivere e sopravvivere. Ecco che sarà necessaria l’introduzione di un reddito di base universale ed incondizionato. L’essere umano potrà dedicarsi al piacere, come scrivi tu stesso, dell’arte, della lettura, della conoscenza, al divertimento, insomma a quell’arte dell’ozio richiamata da Hermann Hesse per un uomo finalmente evoluto.
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Scrivi: “Stando a quanto dice, s’è impuntata, ha rischiato dicendo no e chiedendo di più. E gli è andata bene. Probabilmente gli è andata bene per due motivi”.
Ti accorgi che la tua misoginia coinvolge pure la grammatica? E LE è andata bene…
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Commento rivolto a Mario
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Tranquilli: è in corso un ritorno al Medio Evo: ci sono gli schiavi che costano meno dell’ IA e che per le caratteristiche delle nostre produzioni (più che altro “servizi”), vanno benissimo. Del resto siamo da decenni ormai l’ hub d’ Europa per quanto riguarda il traffico degli scxhiavi e lo diventeremo anche per quanto riguarda il “traffico” del gas. Paese di straccioni.
Non diamo la colpa a questo Governo e neppure ai precedenti: entrambi i servizi ci sono “imposti”.
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Io però voglio, a questo punto, la parità: quindi: il “pediatro”, il “geometro”, il “cronisto”, il “giornalisto”, il “fisiatro”, il “registo” l’ “atleto”, il “pallavolisto”…
Perchè no?
E soprattutto voglio le quote azzurre nei Nidi, nelle Materne, nella Primaria… Nella scuola in generale.
Altrimenti non vale.
( Non si è ancora capito quanto questa cavolata del femminile abbia solo una valenza di propaganda politica “di sinistra”? Un contentino alle donne per continuare a sfruttarle pagandole meno ma mostrando di “riconoscere – a parole – il loro “valore” femminile?. E per di più confligge con la … “liquidità” dei “generi”… Che cavolate!)
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