Scrive Alessandro Sallusti che “la Giorgia Meloni leader dell’opposizione non c’è più, se ne facciano una ragione quelli che tutti i giorni vanno a spulciare gli archivi a caccia di incoerenze”. Parole che possono cambiare la storia del pensiero politico […]

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – “Sii molto cauto nel parlare, perché tu non abbia a vergognarti se le tue azioni non fossero state poi all’altezza dei discorsi”. Confucio

Scrive Alessandro Sallusti che “la Giorgia Meloni leader dell’opposizione non c’è più, se ne facciano una ragione quelli che tutti i giorni vanno a spulciare gli archivi a caccia di incoerenze”. Parole che possono cambiare la storia del pensiero politico contemporaneo (e del pensiero tout court) soprattutto se collegate al concetto, diciamo così, esistenziale che in qualche modo chiarisce e completa l’elogio dell’incoerenza che dobbiamo al direttore di “Libero”. Il quale nel condividere con i lettori alcune pillole di vita vissuta (come la nascita del primo figlio) ci rammenta (riassumiamo) che ci sono condizioni inedite che modificano atteggiamenti e comportamenti che avevamo fino al giorno prima, “ma non per questo ci siamo snaturati o abbiamo tradito i principi in cui credevamo”. Ovvero: “siamo rimasti le stesse persone che coerentemente con la mutata realtà hanno preso atto di una situazione nuova e di un nuovo ruolo nella vita”. Un’intuizione davvero straordinaria (paragonabile come spessore al Mao tse-tung sul “Trattamento corretto delle contraddizioni in seno al popolo”) che se applicata ai titoli di “Libero” potrebbero ribaltarne, virtuosamente, il significato. Per esempio, sulle vacanze di Giuseppe Conte in un lussuoso hotel di Cortina, sbattute in prima pagina come esempio di somma incoerenza del leader 5Stelle, il nuovo commento di Sallusti potrebbe essere: “Conte è rimasta la stessa persona che solidarizza con i poveri e con la massa di indigenti a cui il governo intende togliere il reddito di cittadinanza ma, coerentemente con la mutata realtà, le vacanze natalizie, ha preso atto di una situazione nuova e si riposa al sole servito e riverito”. Anche l’idea che in politica si possa cancellare un attimo dopo tutto ciò che si sosteneva un attimo prima (come si fosse nello stanzino di un negozio di abbigliamento) darebbe un colpo decisivo alla già malferma credibilità delle campagne elettorali (con la definitiva fuga degli elettori). Per esempio, la premier che ha mantenuto le accise contro cui si scagliava nel video del 2019 potrebbe altrettanto incoerentemente consentire l’approdo delle navi Ong in tutti i porti italiani. Oppure, potrebbe incoerentemente procedere all’eliminazione della fiamma tricolore dal simbolo di FdI poiché, secondo la spensierata dottrina Sallusti, “la Giorgia Meloni leader dell’opposizione non esiste più, fatevene una ragione”. Colpisce che, sia pure con argomenti diversi anche il direttore del “Foglio” inciti la Meloni a “non aver paura dell’incoerenza” elogiandola per avere – su accise, Pos, Ue- “rimosso le pessime idee del passato”. “È un’opportunità politica”, esulta. Quanto ai poveri elettori di destra Sallusti e Claudio Cerasa potrebbero utilmente consolarli ricordando che Giuseppe Prezzolini (di destra anche lui) definiva la coerenza “la virtù degli imbecilli”. Ne sarebbero felici.