
(Alessandro Orsini) – Domani sera terrò una nuova lezione universitaria sulla guerra in Ucraina all’Anfitrione, teatro storico dell’Aventino, nel cuore di Roma. Titolo: “Ucraina. Le informazioni mancanti”. Il metodo che utilizzo è lo stesso indicato nella premessa del mio libro sull’Ucraina. Per comprendere la decisione di invadere l’Ucraina, occorre entrare nella mente dei generali russi ricostruendo la situazione in cui si trovano ormai da molti anni. Tuttavia, comprendere non è giustificare. Al contrario, spesso gli studiosi cercano di comprendere le cause della violenza, ad esempio, la radicalizzazione verso il terrorismo islamico, per rimuoverle, prevenire i loro effetti deteriori o contrastarli. E’ impressionante quanto l’Italia abbia dimostrato di essere culturalmente arretrata nello studio della sicurezza internazionale e nel dibattito pubblico sulla guerra in Ucraina. Tutto ciò che non è propaganda della Nato di bassissimo livello, in Italia, viene etichettato come “putiniano”. Molti giornalisti, conduttori televisivi e parlamentari pensano che questo nostro atteggiamento sia utile a conquistarci la stima della Casa Bianca, ma posso assicurarvi che non è così. Non pochi studiosi americani vedono in noi italiani un gruppo di sottosviluppati culturali, e, in molti casi, ridono di noi quando parliamo di sicurezza internazionale in generale. Quindi vorrei dire a quei direttori di quotidiani che si lanciano in lodi sperticate verso Biden, e che affermano che l’espansione a est della Nato non ha niente a che vedere con la crisi in Ucraina, ecco, vorrei dire a questi direttori, parlamentari e conduttori televisivi: sappiate che i migliori americani vi ritengono un gruppo di sottosviluppati culturali e, in segreto, ridono di voi. E’ davvero un tragico destino quello di essere derisi da coloro che vorremmo compiacere. Altro che putiniano: sono un fanatico della libertà. Vorrei un’Italia molto più libera e scientificamente matura di quella in cui viviamo.
I bideniani, gli ammiratori di Biden, sono l’altra faccia dei putiniani, gli ammiratori di Putin. Distruggere tutti gli idoli; portare ogni aspetto della realtà davanti al tribunale della ragione: questo, in essenza, prescrive il progetto illuministico. Cancellate la parola “putiniano” dal vostro vocabolario. Insegnate ai giovani a essere liberi. La parola “putiniano” è soltanto un nuovo paio di manette per le menti del 2022.
Sempre attuale 20 anni dopo.
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Non avevo dubbi che tu sapessi chi fosse T.T. e cosa ha detto e scritto. Buon Carlgen.
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👍🏻Christian
Purtroppo l’ho scoperto dopo che ci ha lasciato.
Ho letto tutti i suoi libri,nessuno escluso:è stata una persona e un giornalista straordinario.
Quale è il libro che più ti è piaciuto?
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@ Carlgen Rispondendo per forza con um braccio girato dietro la schiena direi Buonanotte Signor Lenin, ma che torto farei a Un altro giro di giostra, e La fine è il mio inizio… Letti e riletti più volte. Prima del Covid stavo pensando di fare un viaggio più o meno simile al suo da Blagovescensk a Mosca. Ma anche Le lettere contro la guerra è una testimonianza potente, come La porta proibita. Pure io purtroppo l’ho conosciuto “postumo”. Mi è molto spiaciuta la querelle con la Fallaci, anche se in essa c’era tutto il suo essere. In questi mesi ho spesso pensato a lui. Che giornalista, che uomo.
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Concordo in toto:
gli ultimi libri sono più belli dei primi(vedi Pelle di leopardo o in Asia seppur ottimi)
Io avevo trovato spassoso e al tempo stesso profondo “Un indovino mi disse”.
Anche a me ha inspirato diversi viaggi in Oriente,purtroppo mai fatti anche perché ho sempre avuto il timore che sarei rimasto deluso visto che i tempi che lui ha vissuto sono inesorabilmente passati:ormai trovi Mcdonalds in ogni angolo sperduto del mondo…e alla sola vista mi sale la depressione.
Buonaserata
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Un invito ai bugiardi di dire ,loro malgrado, finalmente delle verità anche se purtroppo”, tengono famiglia!
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Infatti, non ha senso essere “putiniano”. Ha senso ,e in questo dissento con il professore, riconoscere le ragioni della Russia costretta ad intervenire militarmente in Ucraina dopo aver cercato per anni di evitarlo nonostane i crimini commessi in Donbass da quelli di Kiev .
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“… vorrei dire a quei direttori di quotidiani che si lanciano in lodi sperticate verso Biden…”
Vorrei chiedere a colui che più di ogni altro avrebbe voluto vedere i carrarmati russi entrare trionfalmente a Kiev, per la gioia di vecchi e soprattutto bambini: mi può cortesemente citare UNA SOLA “lode sperticata” verso Biden di un direttore di quotidiano?
Questa guerra è una tragedia, per tutti.
Lei, professor Orsini, alimenta col suo ego smisurato e imbarazzante il tifo da stadio che contesta ai suoi detrattori.
Lei, professor Orsini, ormai maschera tra le maschere giornalistico televisive, continua solo a sponsorizzare il suo personaggio, le sue lezioni, i suoi spettacoli itineranti.
Stia tranquillo. Fuori dall’Anfitrione ci sarà la fila per entrare e vederla parlare. Applausi e autografi garantiti.
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Infatti, ormai ha una rubrica fissa anche su Infosannio. E presto farà ospitate (a pagamento) anche da Soloyov, su Russia 1.
Caro prof, nessun commento sull’avvelenamento (l’ennesimo) di Makei? Fossi in Lukashenko, capita l’antifona salterei il fosso e darei una mano a Zezè, non solo il suo popolo apprezzerebbe, ma poi allora sì che Vlad sarebbe in seria difficoltà.
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Peccato che l’unica rubrica fissa pagata dai Russi sia stato l’inserto Russia Today su Repubblica
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Tutti questi nomi e cognomi servono a stendere un velo pietoso sulla nullità di quello che hai scritto? Delle operazioni ucraine-cia-sas sai qualcosa? L’assassinio di Dugina ti dice qualcosa? Vuoi che ti ricordi tutti i colpi di stato e gli assassinii progettati dal Pentagono? O vuoi tornare a giocare con la PlayStation?
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Povero calcolari, a te gli omini senza insegne dicono qualcosa? Il revanscismo imperialista di Dugin padre ti dice qualcosa? La Cecenia spianata al suolo ti dice qualcosa? Il martello insanguinato del nazista Prighozin ti dice qualcosa? Il polonio di Jushenko e tanti altri ti dice qualcosa? I videogiochi li lascio a voi, lì potete giocare a sparatutto con gli agenti della CIA che vedete dappertutto, finché potete stare con il sedere al caldo dei vostri attici pariolini.
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Grazie prof Orsini
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Lezione universitaria? A teatro, pagando un biglietto d’ingresso?
Quale sarebbe l’università promotrice?
E vai di millanta, a proposito di sottosviluppati culturali.
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Ho pagato il biglietto anche per andare a vedere e sentire Travaglio anni fa.
Li ho guadagnati lavorando e credo di averli spesi bene.
Farei altrettanto con Orsini.
I soldi servono anche per gli avvocati che devono difenderti da denunce di politicanti, mafiosi e affini che denunci.
Probabilmente tu preferiresti spenderne un po’ di più per andarti a vedere Kissinger.
Molti altri no, per fortuna.
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@ Gsi: Travaglio però ha sempre definito i suoi come “spettacoli teatrali”, non “lezioni universitarie”: c’è una differenza sostanziale tra le due tipologie. Inoltre, non ricordo che li abbia mai pubblicizzati il giorno prima, nei suoi editoriali.
Orsini invece, ultimamente non perde occasione per fare autopromozione ricordando che ha scritto un libro sull’Ucraina (lo ha fatto anche nell’articolo dell’altroieri: https://infosannio.com/2022/11/25/luomo-piu-pericoloso-deuropa/ ), pur essendo questa informazione palesemente ininfluente ai fini dell’argomento trattato (in gergo queste si chiamano “marchette”): così facendo, fornisce argomenti ai suoi detrattori (che potrebbero avere gioco facile insinuando che le vendite stiano andando male) e fa perdere di credibilità alle altre cose giuste che scrive, dando l’impressione di essere più valido come promotore sé stesso che come analista geopolitico.
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Beh J.D.
Spettacoli teatrali che potevano essere benissimo lezioni universitarie, quelli di Travaglio.
Ai tempi i social non erano sviluppati come adesso e se Orsini li usa bon per lui.
Noto anch’io una sua tendenza all’autocitazione.
Diciamo che è capibile, perché quanto è successo a lui (hanno tentato di farlo sentire il reprobo più infame del mondo e quinta colonna di uno Stato aggressore della democrazia, nemico dell’umanità, criminale e feccia del mondo) è di un’unicità terribile.
Bisogna provale sulla propria pelle certe situazioni (a suo modo, non così tremendo, le ha provate anche Travaglio nella sua solitaria battaglia al berlusconismo) per capire quanto possono demolire una persona.
Situazioni paragonabili alle torture psicologiche di cui gli americani sono maestri (sto leggendo il lungo articolo su Kissinger).
Da questo tipo di torture o si esce di testa o raccogliendo tutte le forze, facendo appello a tutto l’equilibrio interiore possibile a cui un uomo può appigliarsi.
E tirando fuori anche tutta l’autostima possibile …
Che talvolta ti fa magari andare un po’ sopra le righe.
Farlo sentire in colpa anche per questo?
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Già, potevano esserlo. Ma, siccome non lo sono mai state, è perlomeno scorretto chiamarle così.
Per il resto, tralasciando il tuo vittimismo per conto terzi, a me sembra che quest’anno Orsini abbia fatto 13, professionalmente parlando: se queste sono le torture, vorrei essere anch’io torturato così.
Se gli “inconvenienti” del suo mestiere non gli stanno bene, essendo dotato di braccia può sempre rimboccarsi le maniche e andare a lavorare, ma da come li cavalca io credo che gli stiano benissimo.
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L’empatia, caro J.D.
Non è cosa che appartiene a tutti.
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Vedi Gsi, il fatto è che la mia allergia per i piedistalli mi impedisce di essere empatico con prima chi ci si pone sopra, e poi si atteggia a vittima perché del piedistallo vorrebbe solo i vantaggi.
Sarà pure un mio limite, ma preferisco riservare tale nobile sentimento alla povera gente.
Alla prossima.
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I problemi del filoatlantismo esasperato sono di incoerenza al limite del ridicolo e sono 2:
1) Se si applica il principio che uno stato sovrano non può ne deve essere attaccato e/o invaso da un altro, tale principio deve essere applicato per tutti i popoli del mondo, in quanto l’Ucraina al momento non fa parte della Nato nè della UE. Vale pertanto per Palestina Siria Yemen etc etc etc
2)Volendo fare un calcolo meramente economico il filoatlantismo estremizzato dopo quasi 1 anno avrà anche distrutto l’economia Russa(e chi c@zzo se ne frega), però sicuramente ha mandato in recessione l’economia italiana e quella europea.
Premesso questo non vedo motivo di essere filoatlantici se non per tifo e per farsi belli sui social(idem essere filorussi).
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Questione di punti di vista. Io vedo più incoerenza nell’antiatlantismo, dato che la Storia racconta che è stata l’Italia a scegliere di aderire alla Nato, e che essere contro sé stessi è uno degli atteggiamenti più stupidi che si possano tenere nella vita, soprattutto se per farlo ci si serve di quella libertà di espressione che, nei fatti, al mondo esiste solo nel mai troppo vituperato Occidente Imperialista (ad esempio, essere antirusso in Russia non è un’opzione esercitabile gratuitamente, della Cina non ne parliamo).
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Sai dove fa acqua il ragionamento di voi convintissimi atlantisti J.D.?
Per reggere il mutismo assordante sulle colpe fin troppo evidenti della Nato in questa guerra in Ucraina, si insiste nel fare continuamente un confronto tra il regime di Putin e quello vigente in Occidente.
Eppure io, qui, non ho mai sentito, da parte di chi accusa gli americani per aver attizzato e di mantenere in vita questa guerra, fare proseliti per il sistema politico vigente in Russia.
Ci si serve di quella libertà che è patrimonio dell’Occidente?
E allora?
Noi qui siamo in Occidente e usiamo le libertà che ci sono consentite e, aggiungo, ci sono consentite grazie anche ad una Costituzione e ad una crescita democratica ottenuta da lotte condotte dalle migliori personalità politiche ed intellettuali che l’Italia ha avuto la fortuna di avere dopo il fascismo e la nascita della Repubblica.
Della Russia, per quanto mi riguarda, conosco un po’ della sua storia e della sua letteratura.
Non mi metto nella testa dei russi e il giudizio rispetto alla loro politica è cosa che riguarda soprattutto loro.
Anche perché qui da noi, liberi e democratici, dobbiamo sempre fare le pulci alla propaganda che i centri di potere insinuano nel grosso dei media che raggiungono cittadini.
Le mie libertà di cittadino italiano le esportarei sì volentieri in Russia ma non con le armi. Se vogliono farle proprie, lo facciano.
Sulla guerra, caro J.D., ritengo che il silenzio-assenso di chi fa finta di non vedere le colpe americane per paura di essere catalogato tra gli amici dei nemici è un insulto ai princípi democratici di cui si cantano lodi sperticate ma che non si attuano… Per omertà.
Uso questo termine perché certi ragionamenti assomigliano molto a moniti mafiosi contro chi dissente. Del tipo: “si sputa nel piatto dove si mangia”
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Guarda che quello che tu credi di identificare come “il mio atlantismo” non è affatto una mia convinzione personale (probabilmente l’imperialismo a stelle e strisce a me fa ancora più ribrezzo che a te), ma si tratta di puro e semplice realismo basato sul fatto che, volenti o nolenti, della Nato facciamo comunque parte, e questa cosa sicuramente non cambierà, anche se molti fingono di ignorarlo (e quand’anche un giorno dovesse cambiare, non sarà di certo su iniziativa o per merito nostro).
Da ciò consegue che ogni byte speso per lamentarsene, dal mio punto di vista è solo uno spreco di energie, che potrebbero essere meglio impiegate occupandosi di qualcosa di più costruttivo, almeno per chi ne è in grado.
A dirla tutta, il presunto dibattito sull’opportunità o meno di essere filoatlantisti, nella sua evidente e inconcludente inutilità, ha proprio tutte le caratteristiche della classica “arma di distrazione di massa”, secondo un’espressione cara a molti di quelli che poi sono i primi a cascarci.
Premesso tutto ciò, mi sembra particolarmente paradossale l’atteggiamento di chi utilizza la propria libertà di espressione (che al mondo rimane una merce rara, checché tu ne dica) per contestare il modo in cui gli viene fornita: lo trovo giustappunto molto simile allo sputare nel piatto in cui si mangia, un’espressione figurata molto efficace (che di mafioso non ha proprio nulla, è solo buonsenso).
C’è un’altra cosa che non hai mai sentito, mio caro Gsi, da parte di chi accusa gli americani per aver attizzato e di mantenere in vita questa guerra: il minimo accenno alle responsabilità russe nel conflitto.
Tutti grandi neo-esperti di storia ucraino-donbassiana, periodo 2014/2022, ma si dà il caso che la storia non sia finita il 23 febbraio, ma prosegua tuttora (e ancora non se ne vede la fine).
Io non ho problemi nel riconoscere le responsabilità americane, sia nei fatti di Maidan che in seguito ma, a differenza di molti di quelli a cui tu ti riferisci, questo non mi impedisce di vedere come la risposta russa alla provocazione sia stata almeno altrettanto vomitevole, giacché non si può pensare di fare giustizia di una tragedia attraverso una tragedia di proporzioni cento volte maggiori.
Putin è uno degli attori principali di questa tragedia, non lo sfondo di cartapesta che i molti di cui sopra sembrano considerare.
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La libertà di espressione J,D.,
non ci viene fornita. Il Potere non la regala. È scritta ma non è mai scontata se non la coltivi e, soprattutto la applichi.
Quell’espressione figurata (sputare dove si mangia) è peggio che mafiosa e ti invito a rifletterci.
Sta a monte di molte violenze non solo in ambito politico ma anche in ambito famigliare, nei rapporti uomo/donna e nei rapporti lavorativi ecc…
Alla prossima.
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Caro prof. Orsini, ammiro la perseveranza con cui cerca di far ragionare la nostra classe dirigente guerrafondaia. Bisogna però che si arrenda: a questo punto dovrebbe aver ben capito che nulla può contro l’analfabetismo funzionale inconsapevole dei suoi detrattori
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Grazie a Carlgen per il video e a Fletcher per titoli dei libri di Tiziano Terzani, che purtroppo non conosco, spero di trovare ancora qualche suo libro da leggere! Da quale iniziare? In genere leggo libri storici come I volenterosi carnefici di Hitler, Perché l’ Olocausto non fu fermato, Il giardino delle bestie, Q di Luther Blissett. ….oppure L’ Italia delle stragi, Pasolini un omicidio politico, L’ onda anomala. ….mi era sfuggito Terzani, ma da quanto dice nel video è assolutamente in sintonia con quello che penso degli americani, a cominciare da film e fiction. …..la decivilizzazione in immagine/visione, dove la vittima è l’ arte! Il mistero è come sia stato possibile abbassarsi ad un tale livello per un oscar a Benigni con un film omaggiante un falso storico. …….sono stati i russi a liberare Auschwitz, come del resto mezza Europa, quando gli americani hanno cambiato idea e deciso, dopo giugno 1941 e l’ invasione della Russia, da parte di Hitler e Mussolini, che finanziare con le proprie banche il caporale nazista, contro il pericolo bolscevico, era stata una pessima pensata……come osannare Benito ed il fascismo , insieme ai cugini inglesi! La storia è imprevedibile, si inizia con il finanziare Hitler e si finisce con sperare che Stalin resista a Stalingrado……
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@Alessandra
I libri di Terzani sono trovabilissimi: alcuni sono bestsellers.
Io le consiglierei “La fine è il mio inizio”per iniziare:
È un excursus della sua vita lavorativa e privata “dettato” al figlio Folco pochi mesi prima di morire.
Troverà aneddoti curiosi dei suoi viaggi,dei suoi incontri,valutazioni a posteriori di paesi e eventi storici,e anche un po di spiritualità; si legge tutto d’un fiato,è scorrevole e pregno di quella schietta veracità toscana che le piacerà sicuramente.
Buonaserata
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Poteva Carlgen non essere ammiratore di quel pallone gonfiato di Terzani?
No che non poteva.
Vai così, Carlo, sei tutti noi.
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@mentecatto.
Come provocatore,se paragonato a te,Gatto era un gigante di cultura,intelligenza e perspicacia.
Per questo mi divertivo a rispondergli.Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Puoi scrivere quello che vuoi sotto i commenti,per i prossimi sei mesi non avrai risposta alcuna da me.
Ti spiego perché:
Qui sul blog vi sono diverse persone che sono più o meno sulla tua posizione.
E con loro non vi è problema ad interloquire.
Sai quale è la differenza?
Loro sono intelligenti,tu sei palesemente un c0gli0ne…forse l’unico del blog,sicuramente con pochi rivali.
Colgo l’occasione per augurarti in anticipo
Buon Natale
PS. La prossima volta mi rivolgerò a te sarà per gli auguri di Pasqua.
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Alessandra sono d’accordo con Christian Flechter
e Carlgen:
È tempo ben investito leggere una qualsiasi pubblicazione di Tiziano Terzani.
L’unica nota negativa è che dopo aver letto tale “maestro” proverà sconforto a leggere qualsiasi giornalista italiano contemporaneo…e una grande nostalgia dei tempi che furono.
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Ma perché pagare per ascoltare Orsini? Ascolto direttamente Soloviev, e anche gratis!
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