
(Ottavio Cappellani – La Sicilia) – “Esiste il diritto all’eleganza”, ha detto questo, Aboubakar Soumahoro rispondendo, durante la trasmissione “Piazzapulita”, a Corrado Formigli che gli chiedeva degli abiti griffati della moglie (che pare comprasse mentre i braccianti alle dipendenze della cooperativa gestita dalla stessa moglie moglie e della suocera, non avevano diritto all’energia elettrica e all’acqua).
Lo ha detto convinto, quasi indignato, a momenti gli faceva un cazziatone, al povero Formigli, che non era informato sul sacrosanto diritto all’eleganza, facendone persino una questione di colore della pelle. La risposta da dare a Soumahoro può essere una e una soltanto: “Sta minchia”.
Perché può esistere un diritto alla libertà di vestirsi ognuno come gli pare, ed esiste senz’altro un diritto alla dignità (per questo rivolgersi ai braccianti gestiti dalla moglie e dalla suocera), ma di diritto all’eleganza non si parla in nessun codice.
Che un parlamentare dica una cosa del genere, dai, fa ridere, soprattutto se a dirlo è un parlamentare che della “seriosità” ha fatto la sua cifra, anche nel ditino alzato e accusatorio, e al quale tutti riconoscono linguaggio forbito dove invece, adesso è chiaro, si tratta probabilmente soltanto di retorica strasentita e strasputtanata.
Perché, ove esistesse, il diritto all’eleganza obbligherebbe lo Stato a erogare contributi all’eleganza, magari anche agli sfruttati, che forse preferirebbero cibo, acqua, energia elettrica, e noi vedremmo queste file di sfruttati dal caporalato andare al lavoro ogni mattina in abiti griffati.
Certo, pretendere che ogni parlamentare abbia una minima nozione di diritto sarebbe pretendere troppo, ma almeno qualcuno che non sia convinto che possa esistere il “diritto all’eleganza” sarebbe auspicabile.
Peccato non ci sia un diritto al “vada affan…”.
Cappellani ha ragione: una risposta ASSURDA.
Da ciò che ho colto, mi è sembrato che A. S. collocasse le foto della compagna in un tempo antecedente alla loro unione, ma questo non giustifica una frase così incongrua e spiazzante, persino per lo scafato Formigli.
A parte il fatto che l’eleganza prescinde dai capitali spesi in borse firmate, anzi, spesso è il contrario…mi è sembrata davvero inopportuna l’introduzione di questo DIRITTO in un ambito in cui ci si dovrebbe occupare proprio della difesa dei veri diritti.
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Gli immigrati non vengono per pagarci le pensioni, ma par fare soldi. Molti in qualunque modo.
Tutti gli i immigrati in qualsiasi Paese, Italiani compresi.
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Carolina, ma che cosa stai dicendo? 😳
Tutti gli immigrati VENGONO per fare-MOLTI-soldi???? 🤔
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Carolina, l’hai detta male; sono quasi certo che volessi dire un’altra cosa.
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“Gli immigrati non vengono per pagarci le pensioni, ma par fare soldi. Molti in qualunque modo.
Tutti gli i immigrati in qualsiasi Paese, Italiani compresi.”
Per UNA VOLTA ti do ragione, trollina da 5 euro al pezzo (di EMME).
Ma quelli che difendi TU, sono quelli che ne fanno VENIRE DI PIU’, pur FACENDO FINTA di FARNE VENIRE DI MENO.
PO VE RAC CIA.
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Si fa fatica persino a trovare argommenti per ribattere a una simile scemenza, che tra l’altro getta l’inevitabile discredito su lui e sul suo sacrosanto diritto a difendersi, tanto è vero che da lì in poi mi sono fatto un’idea precisa. Sbagliata? Colpa sua. Non sono veneto, ma so che da quelle parti hanno un proverbio che suona più o meno così: “Xe pèso el tacòn del buso”.
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Se vogliamo parlare di eleganza, la sua compagna è tutto fuorché elegante!! L’eleganza non si nota proverbialmente! La sua compagna si nota eccome ergo non è elegante! Ma al di là di questa facezia, è alquanto stucchevole e ridicola una risposta simile, sapendo poi come venivano gestiti e supportati i braccianti della loro cooperativa! La vergogna non ha colore!! Dovrebbero essere uniti almeno tra loro!! Nemmeno quello!!
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Volevo dire che ogni immigrato – di qualsiasi Paese- si sposta per denaro. E più riesce a farne e meglio è. Pensate che i nostri andassero in Germania per…aiutare i Tedeschi?
Poi chi è onesto cerca di farli onestamente, chi non lo è ne approfitta
Mi pare ovvio.
A me sembra che la maggior parte delle persone, qui, viva e lavori per…amore.
Io lavoro per campare, onestamente, meglio che posso. E i nostri giovani vanno all’estero per guadagnare di più. Chi con buone intenzioni, chi con ” cattive,”, e generalmente fa i soldi prima.
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Carolina, però a TE attribuisci lo scopo di “campare”(e non credo che tu sia nelle condizioni di un subsahariano o di un bengalese), che è ben diverso da quello di “fare molti soldi”.
Non ti sembra di aver scambiato le terminologie?
Non farei neanche il paragone coi ragazzi che vanno all’estero, che non partono certo dalle condizioni dei migranti, sia attuali che passati, i quali devono e dovevano “campare” se stessi e le loro famiglie.
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Gentile Anail, mio figlio vive in Svezia. I nostri analfabeti migranti del primo Novecento speravano in un futuro migliore perché abbandonavano situazioni disperate e condizioni di vita primitive. Gli attuali ” migranti” vanno via molto più ” inquieti” ( uso un eufemismo) perché lasciano un Paese bellissimo – che gli studi e la libertà gli hanno permesso di apprezzare – e una Società che sembra sia stata scientificamente organizzata, negli anni, per far comandare i delinquenti e i peggiori. Sostenuti, peraltro, da una propaganda mediatica che potrebbe dare lezioni a Goebbels.
Tutto qui.
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Paolo Diamante, si sa che le generalizzazioni sono delle storture, ma da tempo vado affermando che dei nostri giovani, chi è in gamba va all’estero e in Italia rimangono uno stuolo di *accomodati” (per famiglia, per raccomandazione, per essersi inseriti in una delle infinite nicchie del sistema) e di sfigati
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Anche il concetto di ” campare”, cioè vivere, ha molti gradi di… soddisfazione.
C’è chi ” campa” con poco, chi non ” camperebbe ” senza cultura, viaggi, abiti… insomma, pane e ..
companatico.
Non so se conosce degli immigrati, di vecchia o nuova generazione: io sì, ed una cosa li accomuna: cercano di ” campare” meglio che possono ( abiti firmati, auto…) esattamente come tutti noi. E sono molto razzisti ( eh, sì) nei confronti di quelli che…arrivano con mezzi di fortuna. Ci tengono a essere percepiti diversamente, loro che ce l’hanno fatta…
Per quanto riguarda la mia esperienza, i più poveri sono informatissimi riguardo i benefit che lo Stato, o la Chiesa, o Associazioni varie, possono fornire loro, e le pretendono, molto più pervicacemente degli anziani Italiani indigenti, che sono molto meno… sfacciati ( diciamo così), meno informati ed hanno meno persone o gruppi di persone, sul territorio, che li aiutano a districarsi nel percorso burocratico. Insomma, chiedono… pervicacemente…ed ottengono di più.
Sanno che mettendo in mezzo ilm” razzismo” molte porte si aprono, se non altro per non avere problemi. Molto più facile silenziare un vecchietto silenzioso e vergognoso di chiedere piuttosto che una famiglia con un tot di minori che ti fa casino in Comune un giorno sì e l’altro pure.
Questa è la mia esperienza, come cittadina e volontaria. Come ho già scritto più volte, mi fido più di quello che tocco con mano piuttosto degli articoli dei giornali.
Poi ognuno la pensa come crede, finché si potrà…
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Carolina, quel che commenti mi vede completamente d’accordo
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