(Giuseppe Di Maio) – Naturalmente glielo hanno scritto. Figuriamoci se a una con un’istruzione professionale possano essere familiari Cristina di Belgioioso e la moglie di Francesco Crispi. Tant’è vero che, nonostante l’abitudine all’eloquio, le è mancato il fiato per leggere cose non proprio sue: “Sto ‘a morì!”, ha esalato a Salvini.

Sono però sue le menzogne che ha sottoscritto col discorso. Menzogne e circonvoluzioni retoriche che, ha ricordato Scarpinato nel suo intervento, sono la coltre individuata da Leonardo Sciascia come “il sudario dietro il quale si celano le piaghe purulente della Nazione”. E poi ci sono i trucchi. A lui, a Scarpinato, hanno tolto tre volte la parola, eppure si dichiarano sinceramente democratici, dicono di aver archiviato il periodo scomodo della storia patria (periodo che è bene rievocare tra adepti, ma non con l’intero corpo elettorale).

Il fascismo è finito! Lo urla persino Cacciari: “Leggiti Foucault, leggiti Deleuze, leggiti Habermas, leggiti Dahrendorf”, contro il povero Scanzi afflitto da inguaribile diffidenza aretina. Difatti i pericoli della democrazia sono altrove. Essi vengono forse dal fallimento ideologico della nostra società? Oppure dall’oppressione di un pensiero unico che ha invaso ogni fibra della vita sociale e civile? Sentire le critiche al reddito di cittadinanza e al salario minimo di un piccolo imprenditore che vuole portare più valore ai propri sforzi, mentre disprezza quelli dei suoi dipendenti e li accusa di non voler lavorare, fa capire che la destra è tornaconto senza fine, per il quale si è disposti a qualunque abuso. Fa capire che a tanta parte degli italiani piace vincere facile, drogando a proprio favore il sistema di regole.

Eppure oggi la destra elogia il merito. Ma nessuno, dal Presidente del Consiglio in giù, sarebbe disposto a verificare le competenze in ogni luogo della società e della politica. Il messaggio che invece è offerto ai connazionali è: tasse più basse (e che le paghi il nostro vicino), impunità per chi conta (non importa degli altri), e libertà!… di conseguire benefici sociali a sfavore dei nostri concorrenti di classe. Non c’è altro obiettivo politico oltre la filosofia del vantaggio, per cui i tre partiti di destra concordano alla perfezione. “E non disturberemo chi vuol fare”, che poi è il laissez faire per tutti quelli che abusano e violano le regole, ma che lavorano instancabilmente per il proprio guadagno.

E’ la menzogna il vero fascismo. E’ la mistificazione la vera dittatura. Il liberismo non sopporta le garanzie sociali, e mente sul fine del lavoro e sulla composizione del reddito. Tanto tempo fa una giovane Meloni ammetteva che per essere poveri bisogna guadagnare meno di 1500 euro al mese. Chissà come si sente ora a governare un paese di straccioni. Il limite della democrazia è proprio volerla salvare ad ogni costo. A costo dell’elementare giustizia; a costo della logica.