Evoluzione. Oggi chiede toni bassi, ieri insultava tutti: Conte, Macron, Obama. Il primo alleato di Giorgia Meloni è la brevità della memoria collettiva. La presidente del Consiglio si è presentata alle Camere con l’abito istituzionale e una richiesta alle opposizioni: abbassate i toni, se non altro per senso di responsabilità […]

(DI TOMMASO RODANO – Il Fatto Quotidiano) – Il primo alleato di Giorgia Meloni è la brevità della memoria collettiva. La presidente del Consiglio si è presentata alle Camere con l’abito istituzionale e una richiesta alle opposizioni: abbassate i toni, se non altro per senso di responsabilità. La riscoperta signorilità della premier si è smarrita per qualche attimo durante l’intervento di Giuseppe Conte – dal labiale si intuisce Meloni commentarlo con un soave “che merda” –, ma i media le hanno tributato comunque un plauso quasi unanime (“Una fuoriclasse”, ha scritto Repubblica). Un velo di oblio è già steso sulle esuberanze del passato. Meloni atlantica, europeista, addirittura moderata – che chiede moderazione a interlocutori e avversari – è la più recente versione di una politica che ha costruito il suo successo sulle invettive e gli insulti dai banchi dell’opposizione (fatta eccezione per quella “disciplinata” al governo Draghi).

Conte “criminale”. Particolarmente virulenta fu quella ai governi Conte, specie nella versione giallorosa e soprattutto nei primi anni tragici della pandemia. Proponiamo di seguito una breve rassegna dell’aplomb meloniano.

“Lei è un presidente che ci riempie di menzogne, ha svenduto gli interessi degli italiani per una poltrona” (2 dicembre 2019). “Ho trovato scandaloso l’atteggiamento del presidente del Consiglio (…). Conte ha responsabilità gravissime, ha detto che c’era una falla nel nostro sistema sanitario, siamo diventati gli untori di Europa. Sei un criminale a fare una cosa del genere, è un atteggiamento criminale verso l’Italia” (5 marzo 2020). “Conte fa un irresponsabile gioco delle tre carte sulla pelle dei sindaci, che sono prima linea per dare risposte ai cittadini” (29 marzo 2020). “Da Conte un atto di alto tradimento verso il popolo italiano” (20 aprile 2020). “Con quale faccia? Ci dite cosa diavolo state facendo? È da pazzi irresponsabili (…). Non renderemo tutto vano per la vostra furia immigrazionista. Noi non saremo conniventi con questa roba qui. Non vi daremo tregua fin quando non restituirete agli italiani la loro libertà” (29 luglio 2020). “Conte, se avesse avuto un minimo di dignità, si sarebbe già dimesso ieri” (15 gennaio 2021). “Non accetteremo più che l’Italia sia l’esperimento dell’applicazione del modello cinese a un paese occidentale. Il modello Speranza ci ha regalato una nazione che aveva le più grandi restrizioni e allo stesso tempo i più alti dati di contagio e di mortalità. Non piegheremo più le nostre libertà fondamentali a questi apprendisti stregoni”.

Giorgia arrembante. Nei lunghi anni all’opposizione, Meloni non spiccava per equilibrio e senso di responsabilità. Ne ha avute per tutti. Politici, intellettuali, uomini e donne, capi di governi italiani e stranieri.

“Renzi è l’esattore delle tasse dell’Europa, della burocrazia e della tecnocrazia: tra tutto quello che dice e quello che invece fa, a confronto Wanna Marchi era una pippa, tanto che lo chiamiamo Matteo do Nascimento e se non fosse che sta giocando con la pelle degli italiani, ci sarebbe da ridere” (20 aprile 2015). “Obama annuncia nuove sanzioni alla Russia: il governo italiano non assecondi l’ultima idiozia del peggior presidente della storia degli Stati Uniti” (29 dicembre 2016). “Abbiamo un governo che è complice degli scafisti (27 maggio 2017). “Non so se ammazzare Roberto Saviano sia una priorità della camorra” (22 giugno 2018). “La pseudo paladina della lotta alle occupazioni abusive Virginia Raggi in silenzio se l’immobile è occupato dai centri sociali. Ipocrita e incapace” (31 dicembre 2019). “‘Fateli scendere. Siamo tutti OpenArms’. Ma ‘tutti’ chi? Gli italiani chiedono la difesa dei nostri confini e STOP immigrazione clandestina. Continuano gli imbarazzanti appelli dei radical chic italiani: ma è il sole delle spiagge di Capalbio che fa questo effetto? (16 agosto 2019). “Quella faccia di bronzo di Macron continua a insultare l’Italia negando l’emergenza immigrazione e propone insieme al neo profeta dell’accoglienza, il premier socialista spagnolo Sanchez, una vomitevole proposta: aprire gli hotspot nello Stato di primo ingresso” (24 giugno 2018).