Dai 72 giorni di bombardamenti su una capitale europea come Belgrado, alla guerra ai talebani in Afghanistan, fino alla Libia e all’Ucraina. Sempre nel “giusto” e contro il “prepotente”. Nel 2003 partecipavo alla trasmissione di Floris, c’erano Massimo D’Alema e Giulio Tremonti e quindi un parterre di tutto […]

(DI MASSIMO FINI – Il Fatto Quotidiano) – Nel 2003 partecipavo alla trasmissione di Floris, c’erano Massimo D’Alema e Giulio Tremonti e quindi un parterre di tutto rispetto. Ma c’ero anche io.
Allora, quando ero ancora “splendido splendente”, le mie posizioni erano quasi sempre criticate ma ciò che dicevo era preso sul serio. Si arrivò a parlare di Serbia. Nel 1999, quando la Serbia fu aggredita, D’Alema era presidente del Consiglio. L’aggressione era opera degli americani, ma D’Alema e tutti i D’Alema della terra giudicarono non solo legittimo ma determinante l’attacco alla Serbia in pieno contrasto con le norme del diritto internazionale. La questione Serbia-Kosovo è omologa, anche se a senso invertito, a quella Russia-Ucraina-Donbass. Se si bombarda per 72 giorni una grande capitale europea come Belgrado, cioè con un precedente come questo, è poi difficile attaccare Putin se bombarda Kiev. C’è inoltre una differenza: gli Stati Uniti erano a diecimila chilometri di distanza dalla Serbia e dal Kosovo, tanto che Bill Clinton dovette prendere una grande carta geografica e come un maestrino cercare di spiegare agli americani dove fosse questo misterioso Kosovo. Putin questi problemi ce li ha ai confini della Russia.
Milosevic aveva firmato la pace di Dayton che aveva messo fine alla feroce guerra slava. Ma Milosevic aveva un’altra pecca: la Serbia era l’unico paese europeo rimasto socialista o, secondo le interpretazioni, paracomunista d’Europa. E mentre un tempo per l’intellighenzia europea era sufficiente essere di sinistra per avere ragione, dopo la cosa si è capovolta: era sufficiente essere socialista o, se si preferisce, paracomunista per avere torto.
In un coraggioso articolo per il Fatto (2/10/2022) il generale Mini, che certamente di queste cose s’intende più di me, scrive ironicamente: “Noi cosiddetti ‘occidentali’ siamo i paladini del diritto internazionale”. Già, negli ultimi vent’anni gli americani, spesso seguiti, anche se non sempre, in modo canino dai paesi europei, mascherando la sudditanza di questi ultimi con fantasiose “coalizioni dei volenterosi”, hanno violato, cominciando proprio dalla Serbia (1999), ogni norma di diritto internazionale, sia quella che vieta di aggredire uno Stato sovrano accreditato all’ONU, sia quella sottoscritta ad Helsinki nel 1975 da quasi tutti gli Stati del mondo che sancisce il “diritto all’autodeterminazione dei popoli”. Lo hanno fatto in Iraq nel 2003 (la Germania si dissociò dai “volenterosi”, così come la Spagna quando fu eletto il socialista Zapatero), per il petrolio e non perché Saddam Hussein possedesse armi chimiche, le aveva avute queste armi, gliele avevano date proprio gli americani, i francesi e i sovietici in funzione anti-iraniana e anti-curda, ma al momento dell’attacco non le aveva più perché le aveva già scaricate sui soldati iraniani e sui curdi (strage di Halabja, un’intera cittadina “gasata” in un sol colpo, 5000 morti). Infine c’è l’aggressione alla Libia (2011), Stato sovrano accreditato all’ONU, del colonnello Gheddafi. Tutte queste aggressioni non avevano il patrocinio, ma la condanna, dell’ONU.
Un discorso a parte merita l’Afghanistan, l’Afghanistan talebano del Mullah Omar. L’aggressione questa volta aveva il patrocinio dell’ONU perché si pensava che i Talebani fossero responsabili, direttamente o indirettamente, dell’attacco alle Torri Gemelle. Ma qualche dubbio avrebbe dovuto esserci fin dall’inizio. Non c’erano afgani, tantomeno talebani, nel commando che distrusse le Torri Gemelle, c’erano sauditi, tunisini, marocchini, egiziani, giordani, algerini, arabi insomma (gli afgani non sono arabi). Non c’erano afgani, tantomeno talebani, nelle cellule di Al Qaeda scoperte dopo l’attacco alle Torri Gemelle. Comunque ora è stato accertato che la dirigenza talebana dell’epoca era completamente all’oscuro di quell’attacco. L’attacco all’Afghanistan perde dunque la copertura ONU e si trasforma in un’operazione NATO chiamata Resolute Support Mission. In un discorso all’ONU Muammar Gheddafi affermò che la questione afgana era tutt’altro che chiara, e questo fu uno dei motivi che portarono all’aggressione alla Libia e all’omicidio di Gheddafi che fu torturato e sodomizzato da alcuni insorti (quegli ‘insorti’ che stesi a pancia all’aria invocavano l’aiuto di Sarkozy) alla presenza dell’esercito francese che non mosse un dito per fermare quell’abominio.
La guerra all’Emirato Islamico d’Afghanistan, come il Mullah Omar volle che si chiamasse lo Stato di cui era a capo, è stata una guerra puramente ideologica perché l’Afghanistan è un paese poverissimo, privo di quelle risorse energetiche che fanno tanto gola agli occidentali. Non ci piacevano i costumi di quella gente. E siccome non ci piacevano quei costumi abbiamo iniziato una guerra durata vent’anni, con un bilancio di 300.000 morti civili, ma probabilmente in difetto. Non contiamo ovviamente i Talebani perché, a differenza dei civili, erano dei guerriglieri consapevoli dei rischi che correvano. Devo dire che quando i Talebani nell’agosto del 2021 sono entrati a Kabul ho avuto una sorta di eiaculazione. Ero stato l’unico in Occidente a difendere le loro ragioni, o per lo meno a cercare di comprenderle (Il Mullah Omar, 2011 ). Non condivido nulla dell’ideologia sessuofobica talebana ma, come mi è toccato spiegare millanta volte, io difendevo il diritto di un popolo, o di parte di esso, ad opporsi all’occupazione dello straniero. Altrimenti prendiamo la nostra Resistenza, su cui abbiamo fatto tanta retorica, che aveva l’appoggio degli Alleati e buttiamola nel cesso. I Talebani non avevano l’appoggio di nessuno. Il molto commendevole Gianni Riotta, grande esperto di esteri, ha sostenuto che i Talebani avevano l’appoggio del Pakistan. Ebbene la più grande e devastante offensiva contro i Talebani si ebbe nella valle di Swat nel 2009 ad opera dell’esercito pakistano. I morti non sono stati contati, gli sfollati sì: saranno due milioni. Il Corriere della Sera titolava: “Due milioni in fuga dai Talebani”, invece erano in fuga dall’esercito pakistano. Questa è la nostra informazione.
In questa lotta contro il più potente esercito che sia stato schierato sul campo nei tempi recenti, per una volta, per usare le parole di Francesco Guccini, c’è stata una vittoria dei “giusti sui prepotenti” (Don Chisciotte). Ma prendiamo un’altra frase di Guccini quando parla di un mondo “dove regna il capitale, oggi più spietatamente”. A questo proposito voglio raccontarvi una storia. Dopo la clamorosa fuga in moto del Mullah Omar gli americani e gli inglesi sono a caccia del Mullah. Catturano un importante collaboratore di Omar, Abdul Salam Zaeef, sanno che non è un uomo particolarmente coraggioso, né un talebano fanatico, e quindi pensano di potergli scucire dalla bocca ciò che solo gli interessa: dare indicazioni su dove si trova Omar. Prima lo torturano, comme d’habitude, poi gli promettono la libertà e un mucchio di dollari. E Zaeef risponde: “Non c’è prezzo per la vita di un amico e di un compagno di battaglia”. È a quest’etica, che chiamo “prepolitica, preideologica, prereligiosa”, che io mi sento vicino. Nel “mondo del capitale” ci si vende per quattro soldi.
O CI SARA’ UN MUTAMENTO EPOCALE O PERIREMO- Viviana Vivarelli.
Il Vecchio Mondo è ormai arrivato all afine e l’arivo al potere dei peggiori lo sta dimostrando.
I Grandi del mondo non possono fare a meno, pur nella loro stoltezza, di vedere tutti i segnali di pericolo, economici, finanziari, politici, sociali, ecologici, naturali… che indicano che i punti di squilibrio del sistema sono andati troppo oltre per essere ancora mantenuti; il sistema non è più sostenibile, ma i potenti sono troppo aggrappati al mondo che muore per essere capaci di fare il grande balzo verso il cambiamento e gli apporti inevitabili nelle società avanzate di correttivi (energie verdi, welfare, correttivi finanziari..) non sono sufficienti a produrre la salvezza del Pianeta. Da troppo tempo i G8 si succedono in una situazione di costante inutilità, come se dai Governi fosse inutile ormai sperare qualcosa di buono.
Ma la Terra è un organismo con una propria energia e possiamo auspicare che questo organismo si rigeneri in modo autonomo per vie che nemmeno conosciamo e che riguardano l’energia sottile del pianeta e dei suoi abitanti nel loro insieme, così da produrre una evoluzione positiva e salvica nonostante tutte le scelte scellerate dei governanti.
In radioestesia è stato notato un fatto strano: nell’ultimo decennio sono cambiate di colpo certe frequenze, certe lunghezze d’onda sono scomparse, sostituite da altre.
Per esempio, dall’eclisse solare dell’estate del 2000, si è avuto un passaggio rapidissimo a una frequenza più alta, che dovrebbe essere la frequenza propria dell’era dell’Acquario.
Forse davvero stanno cambiando le lunghezze d’onda del cosmo.
Gli astronomi ci possono dire che tutto il sistema solare sta ruotando verso Sirio, e, astrologicamente questo presuppone grandi cambiamenti, per cui potremmo prevedere che una parte dell’umanità riuscirà ad adeguarsi, superando il passaggio, un’altra morirà o resterà in una dimensione mentale arretrata.
Per chi guarda il mondo dal punto di vista della sua energia, considerandolo come un grande organismo vivente soggetto a una propria evoluzione, è pensabile che stiamo viaggiando verso campi nuovi dell’energia che muteranno molte delle cose che adesso ci sembrano statiche o peggiorative.
So che questo discorso suona mistico o filosofico ma non so cosa altro sperare, visto che ogni quadro concettuale diverso porta alla disperazione.
Il concetto delle Ere non appartiene alla nostra cultura ma è retaggio di molte civiltà, intanto è tipicamente induista ma lo ritroviamo presso i Maia, gli Aztechi, i nativi d’America, gli Etruschi… Jung dedica alle ere molta parte della sua ricerca.
Le ere non sono invenzioni dell’astrologia, le civiltà si succedono, presentando corsi e ricorsi, secondo situazioni di equilibrio e squilibrio, come i sistemi fisici, e quando si eccede da un lato, secondo leggi di fisica culturale o di sociologia storica, si crea un movimento contrario di compensazione dall’altro.
Duemila anni di storia occidentale possono costituire un tempo a sé stante, un tempo che è arrivato al suo limite, all’insegna del predominio della ragione predatrice fino al suo massimo abuso, oggi abbiamo davanti due vie possibili: una regressione all’istinto bestiale che spazzerebbero anche questi due millenni di civiltà o la diffusione generalizzata di una via del cuore.
Quest’ultima può parlare solo una lingua diversa da quella dell’egoismo e dal possesso, e può svilupparsi solo alla luce della responsabilità personale di ognuno verso la propria evoluzione etica, responsabilità sociale verso ogni altro vivente della Terra, e responsabilità naturale verso la Terra stessa.
Non può esistere scienza o politica o religione che prescinda da una coscienza collettiva e universale. Senza di questa, abbiamo solo di fronte un suicidio collettivo.
Abbiamo ecceduto nel dominio sulla materia, occorre tornare allo spirito prima che la marea del male ci sommerga. Occorre tornare a vivere questo pianeta alla luce di un kosmos, un ordine illuminato, in cui la vita di ognuno possa produrre il massimo della bellezza.
Ma per un mutamento epocale del nostro pensiero, dobbiamo cambiare i nostri strumenti mentali, per una nuova scienza che può avvenire solo in un ampliamento della percezione ordinaria.
La fisica quantistica con i suoi schemi di ordine e di bellezza forse fa parte di un mutamento epocale che accompagnerà la mutazione della percezione, un cambiamento che porta con sé la modifica dei paradigmi di base, delle regole che il pensiero dà a sé stesso, delle modalità in cui il pensiero si sviluppa.
Occorre superare la scienza attuale e la politica attuale e l’operatività esistenziale attuale sperimentando nuovi modi di pensare.
Prima abbiamo sviluppato il cervello rettile, legato all’istinto, al dominio del territorio, al possesso e alla guerra; poi abbiamo sviluppato il cervello mammifero, che ha conosciuto le unioni nella famiglia, nella tribù, nello Stato; infine abbiamo sviluppato il cervello superiore che si è specializzato nella razionalità e nell’intuizione; occorre ora lo sviluppo genetico di una quinta mente, che superi l’emozionalità dell’area limbica per progredire in una visione superiore che unifichi ragione, sentimento e illuminazione.
“Il segreto consiste nell’apprendere il ritmo delle cose nello sviluppare la capacità di vedere realmente quello che si osserva”.
Ogni volta che un sistema cerca un nuovo equilibrio, deve spostarsi dai vecchi punti ma ognuno di essi lotterà per conservare sé stesso, perché ogni mutamento globale apparirà come la sua morte.
Ma noi sappiamo che il sistema, arrivato al suo limite, può conservare sé stesso solo con un balzo che lo porti a una struttura superiore.
Noi in questo speriamo e preghiamo.
.
Gruppo PSICOANALISI JUNGHIANA su Facebook
(Dal mio libro ‘L’energia sottile’, leggibile o acquistabile su Amazon)
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Grazie Viviana
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@gentile Viviana
Grazie per l’interessante articolo,
E per gli argomenti che ha toccato,che purtroppo conosco solo sommariamente(entaglement quantistico…e poco altro)
per aver scelto di approfondire altro.
Il concetto,o meglio i concetti da lei espressi,condivisibili o meno,sono molto profondi.
Ho un dubbio quando lei afferma:
“ Ma la Terra è un organismo con una propria energia e possiamo auspicare che questo organismo si rigeneri in modo autonomo per vie che nemmeno conosciamo“
Su questo in linea di massima sono d’accordo: detta(da me) in maniera volgare,è una presa di coscienza della nostra umana incapacità “di incidere” sulla vita in generale(cosmica se lei vuole)…
Però poi lei usa spesso la parola “occorre” come se il nostro compito,la nostra aspirazione,il nostro dovere…
Implichi un “tendere a” Nietzschiano.Parla di “sviluppo”…
Per non farla troppo lunga, la mia fallace opinione (ovviamente presa in prestito da ben altre menti nel corso dei secoli)
è che forse sia meglio approcciarsi in termini di (neologismo😀)
De-sviluppo,di A-sviluppo,insomma di “distruzione di una qualsivoglia mente” e non di miglioramento di quella attuale.
L’argomento è ostico e certo il suo scrivere e spiegare è molto meglio del mio.
Per cercare di rendere più comprensibile(sigh) ciò che ho scritto concludo così con un esempio:
“Quando cerchiamo o “miriamo a” o vogliamo(volontà) essere calmi….-voglio essere calmo, voglio essere calmo…-
Non otteniamo di solito l’effetto opposto?”
Buona domenica
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Bella replica al bel post di Viviana a al grande Fini. Mi rispecchio maggiormente nel tuo pensiero Carlgen, Viviana crede nel bicchiere mezzo pieno, ma spesso é desolatamente mezzo vuoto. Per me le ere portano alla estinzione dei presenti per ripartire con nuove esperienze. Noi siamo i presenti.
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Post particolare, in risposta al bellissimo articolo di Fini a cui auguro ancora molti anni di scrittura.
Grazie ad entrambi.
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Bellissimo, come sempre l’articolo di Massimo Fini, ancora uno dei giornalisti eccellenti che si salvano nella generale palude di embedded
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È sempre molto bello leggerti viviana ( for ever)
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Concordo…
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Ancora uno sproloquio di questo giornalista che da “splendido splendente” si è fatto talebano per vocazione distruttiva e auodistruttiva, confezionando ormai solo articoli senza senso e un minimo di logica, se non per manifestare un viscerale odio per l’Occidente. Contraddice persino se stesso quando scrive “Non condivido nulla dell’ideologia sessuofobica talebana ma, come mi è toccato spiegare millanta volte, io difendevo il diritto di un popolo, o di parte di esso, ad opporsi all’occupazione dello straniero….” Lo stesso diritto che rivendicano ora gli ucraini e che Fini, e il giornale per cui scrive, osteggiano e ridicolizzano ogni giorno. Per non parlare della citazione del “coraggioso” generale Mini , altro campione di contraddizioni, che da pluridecorato comandante Nato operante in Kosovo , da pensionato si è fatto nemico della Nato e dell’Occidente al servizio della propaganda di Putin che ci ha dichiarato guerra… E infine si mescola il Mullah Omar con Guccini… Se questo è il giornalismo dei “giornalini” presunti indipendenti. viene da esaltare quello dei “giornaloni”.
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Povera Magda , che pena non riuscire a comprendere oltre il proprio misero pensiero
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Ma lei è sicura di aver compreso il mio di pensiero, e quello di Fini, “povera” Angela? Ma non si dia pena, che io sto benissimo.
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Gentile Magda,
È sicura che M.Fini si sia contraddetto?
Criticare l’Occidente non significa per forza essere filo putiniano.
Nel mondo non c’è solo il bianco e il nero.
Si ricordi che Fini è sempre stato un anarchico individualista e provocatore bastian contrario.
Fatte le dovute proporzioni
Allora lei condannerebbe anche un certo Oscar Wilde?
Possiamo benissimo dissentire ma condannare è giusto?toglierli la parola è giusto?
Riguardo il fatto quotidiano le riporto un virgolettato di Travaglio.
“ Caro Max, in effetti con le “sbobbe sul Mullah Omar” in passato hai un po’ ecceduto, ma a te si perdona tutto. (M.Trav.)
Il Fatto Quotidiano, 9 agosto 2022”
Se non è libertà di parola e di pensiero(altrui..che magari non condividiamo)questa……allora mi arrendo
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E chi vuol togliergli la parola? o “condannarlo”, a che? E anche volendo (e non mi passa neanche per la testa) come potrei? Semplicemente io dissento e lo critico ed esercito la mia libertà di pensiero e di critica come Fini esercita la sua, e, tra l’altro in modo molto più drastico, e, sottolineo, fazioso e di parte, di quanto lo faccia io. E quando una persona, pur intelligente e colta, si atteggia ad “anarchico, individualista provocatore e bastian contrario..” finisce per rifugiarsi in una sorta di “non pensiero” di chi passa la vita a guardare il proprio ombelico e a nutrirsi dei propri umori. e non è utile a nessuno.
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Gentile Magda
Sono felice che lei eserciti la sua libertà di pensiero cosicché io possa confrontarmi con lei.
Lei dice che lo fa in modo meno fazioso(parola dura)…diciamo in maniera meno parziale.
Ma se L’opinione è soggettiva come facciamo a misurare la faziosità o la parzialità del opinione?
Esiste un termometro? Esiste un teorema?
Se lei si ritiene meno faziosa e meno di parte….allora
Mi dica la sua opinione,la più imparziale possibile, sul gelato al pistacchio.
Mi raccomando non sia di parte.
Buona domenica
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Gentile Carigen. Dato il giorno festivo e l’ora post -prandiale tralascerei l’alta filosofia e le questioni più complesse come la definizione del sesso degli angeli e la misurazione della soggettività delle opinioni , che, a mio parere , più che misurata va confrontata con la realtà dei fatti. Quanto al gelato al pistacchio, che come dolce post pranzo ci sta, e pure mi piace, ma anche anche questo è soggettivo perchè dipende dalla qualità del pistacchio e dalla bravura del gelataio. Sono di parte o imparziale ??
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Gentile Magda,
Direi che è golosa e non indifferente all’ argomento, come me purtroppo.
Buona giornata
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👏🏽👏🏽👏🏽👏🏽👏🏽👏🏽ottimo articolo e ottime discussioni.
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Grazie Massimo !
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Per chi non ha fiducia nelle capacità della mente umana di evolversi, posso citare un altro esempio, prendendolo dalla fisica meccanicistica.
La fisica moderna ha due grandi leggi dell’universo: l’entropia e la sintropia.
La prima risale a Carnot (1824), la seconda a Prigogine; un vecchio fisico francese e uno straordinario premio Nobel russo che viene 150 anni dopo.
Entrambi partono dallo studio della termodinamica per postulare una grande concezione dell’universo.
Carnot osserva che un motore termico perde calore, e allarga questa osservazione affermando (2a legge della termodinamica) che ogni sistema chiuso tende nel tempo a un maggiore disordine. Estende questo assunto a tutto il creato.
Non gli importa che per le creature viventi ciò non sia propriamente vero, e anche ai fisici successivi sembra sfuggire che la vita organica ha altre modalità. Omologare l’uomo alla macchina non è mai stato un buon servizio per l’umanità. Tanti positivisti hanno repulsione per l’uomo che pensa o per l’uomo spirituale, forse perché lo spirito è libertà e alcuni non lo percepiscono.
Ma lo splendido fisico russo Ilya Prigogine era un idealista e ha rivoluzionato non solo la termodinamica ma la visione intera del mondo, dicendo: Non è vero che andiamo verso il caos anzi, al contrario la vita si evolve dal caos.
I sistemi (viventi e non) sono ‘aperti’, cioè scambiano continuamente energia e informazioni con l’ambiente …come vortici nella corrente di un fiume, fluttuanti e instabili, vortici energetici, che sono raggiunti continuamente da informazioni, ne danno e ne prendono, trasformandosi per il meglio, ma (e questo è il bello) quando il sistema diventa troppo instabile si modifica di colpo, ristrutturandosi A UN ORDINE SUPERIORE !
E anche noi, che siamo vortici di energia modificati continuamente dalle informazioni, arriviamo a punti della nostra vita in cui lo squilibrio è tale da spingerci a un salto evolutivo.
Quando la fisica e la filosofia si incontrano producono cose bellissime.
Partendo da Prigogine si può dire che: quando il sistema vivente arriva a un punto critico, si raccoglie in sé come un sol tutto (molecola con molecola, informazione con informazione), sprigionando forze di autorganizzazione superiore, come se ogni sua parte, ogni sua più piccola parte, fosse informata dello stato complessivo del sistema stesso e interComunicasse fattivamente.
Dunque l’evoluzione del sistema passa per mutamenti successivi, causati da continue informazioni, fino a un punto critico di non ritorno, dopo cui il sistema può perire o può saltare a un ordine superiore più complesso.
Il caos non è più il fine dell’universo, ma uno stato progenitore dell’ordine.
Dal Caos la vita, perché l’informazione/coscienza ha tendenza a creare strutture sempre più coerenti, belle ed armoniche.
Ordine e disordine creano il mondo.
Le culture antiche lo hanno sempre saputo. In Egitto Horus e Seth rappresentano appunto Ordine e Disordine, come il Kaos e Logos greci, o il Brahma e Shiva indù. Come dice Bergson: Tutto avviene come se un’ampia corrente di coscienza esistesse nella materia.
Questo è spiritualismo, non una visione coatta e chiesastica, ma la fiducia di evolvere a sistemi superiori. E il tutto si può applicarlo ad ogni settore del reale, anche alla politica.
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Entropia e ENTALPIA.
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Gentile Viviana,
Premetto che il mio atteggiamento nell’averle risposto e nel risponderle tuttora è assolutamente
Positivo,e glielo dico molto sincereramente non è mia intenzione sminuire le sue tesi,che apprezzo in larga parte; ma solo un confronto intellettuale da parte mia molto proficuo: non si finisce mai di imparare e in questo contesto sto conoscendo da lei cose che non sapevo.
Fatta questa premessa, e dopo aver letto la sua risposta,rimango ancora più convinto della mia posizione.
Per farla breve…
L’evoluzionismo della mente umana in sistemi superiori non mi sembra ci sia stato come afferma lei.
L’uomo esiste da migliaia di anni.
Ma come agli arbori della esistenza in altre ere storiche,così come adesso nei nostri tempi,
L’uomo ….o meglio la mente dell’uomo non ha abbondonato la violenza(guerra),l’omicidio,la rabbia,l’invidia,l’avidità…..e tante altre pulsioni che nascono dalla mente.
Non è quella la strada giusta…i risultati sono inoppugnabili.
Mi sembra alquanto traballante la tesi espressa dove i positivisti accomunano l’uomo che pensa con l’uomo spirituale(è una contraddizione in essere)…come scritto da lei “Tanti positivisti hanno repulsione per l’uomo che pensa o per l’uomo spirituale”.
Rispetto comunque la sua tesi
Con piacere
Cordialità
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Sorvolando sull’esegesi vivarelliana dell’esistenza che è più simile a dei desiderata che alla vera ontologia, mi permetto un appunto filologico:
“BRAHMA e Shiva indù”.
Non è BRAHMA, ma BRAHMĀ che corrisponde al “Creatore” della Trimurti indù (VISHNU “Conservatore”; SHIVA “Distruttore”, meglio: “Trasformatore”), tre funzioni riunite appunto in ISHWARA, corrispondente al concetto DIO/ESSERE occidentale.
BRAHMA è la forma neutra (BRAHMĀ è la forma maschile) che corrisponde al PRINCIPIO SUPREMO che è al di là di ISHWARA stesso. Per essere precisi, BRAHMAN che corrisponde a entrambi i generi, in India viene usato indifferentemente sia per il PRINCIPIO SUPREMO, sia per l’aspetto conservatore di ISHWARA (BRAHMĀ), ma per il semplice motivo che sanno quel che dicono e a quale aspetto, di volta in volta, si riferisce esattamente, mentre in Occidente – e la sig.a Vivarelli ne è un fulgido esempio – parlano a mentula di cose che non conoscono minimamente, mescolando cose del tutto eterogenee, anche se danno la parvenza di esprimere concetti profondi, in realtà essendo solo torbidi, l’unico motivo per il quale il “fondo” si perde di vista.
Se questa ha la pravenza di una disquisizione inutile, faccio presente che proprio questo tipo di approccio “fai da te”, non solo di dilettanti come la Vivarelli, ma di insigni orientalisti in odor di Nobel, crea una caos inestricabile, paragonabile a quello che, secondo la Vivarelli, si sarebbe passati al Cosmos quasi per osmosi, senza l’intervento (Fiat Lux) di nessun altro (DIO/ESSERE/ISHWARA) che non sia la chiacchiera.
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* paragonabile a quello DAL QUALE
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Senza rancore😀😂 …pravenza? Forse parvenza.
Ciao amico felino in odore di Premio Kyōto per le arti e la filosofia
Buona domenica
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Non è proprio come confondere il pronome atono maschile plurale usato in funzione di complemento oggetto e la forma pronominale atona in funzione di complemento di termine, ma comunque, sì: “ma quale rancore vai tranquillo” (cit.) 😀😂
Buona domenica anche a te.
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Sì, ogni sistema attua continuamente uno scambio della propria energia con quella esterna.
E’ ovvio che io ho una impostazione ottimistica per cui vedo il mondo come un eterno cambiamento verso il meglio e di questo posso trovare prove a favore come contro. Ma se non crediamo di poter evolvere verso il meglio, resta solo l’autodistruzione e scompare la voglia di vivere.
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Oggi le voci più illuminate vengono non dai paesi ricchi ma da quelli con i maggiori problemi di povertà.
Troviamo molto significativo il Nobel per l’economia dato all’indiano AMARTYA SEN, uno dei più grandi economisti viventi, che unisce economia a filosofia. L’economia è una delle discipline più aride ed è la più amorale. Ma Sen ha due cattedre a Harvard, economia e filosofia morale, e ciò è una buona cosa. Va contro il neoliberismo sfrenato, non cerca modelli di ulteriore arricchimento per quei 400 magnati che possiedono il 90% della ricchezza del mondo, ma indica ai poveri, che sono la carne del mondo, come poter uscire dalla povertà e dal sottosviluppo attraverso la democrazia.
Sen dice: “Un buon mondo è quello in cui gli sforzi di ognuno sono indirizzati a ciò che ha scelto e non a ciò che ha avuto per destino”.
Le tre chiavi di Sen, molto insolite per un economista, sono: uguaglianza, libertà e capacità. Occorre avere fiducia nella nostra possibilità di fare e di cambiare, ma l’uomo si può realizzare solo in una democrazia compiuta.
Come la fisica ha abbandonato la pretesa di leggi precise e sicure, come la mente ha scoperto che non tutto il mondo può stare in assiomi logici, così l’economia deve scoprire che non ci sono regole fisse prestabilite o fini che soli pochi decidono, ma il mondo si muove per approssimazione, per tendenza, per tentativo e per errore, con l’intervento di molti. I dogmatismi anche economici sono finiti, ma soprattutto è finito l’alibi di uno scienziato o di un politico che può cambiare il mondo senza preoccuparsi delle conseguenze dei suoi atti. Il concetto di partecipazione e democrazia vivente di Sen, calato nell’economia, è un nuovo modello di mondo, un altro modo per mostrare l’interazione della danza di ognuno con quella di tutti.
Il mondo è un organismo vivente in cui siamo immersi in modo coinvolgente e responsabile e in cui ognuno deve avere parte. La logica formale non può essere fine a sé stessa, è strumentale a un fine che non può essere il profitto o il potere ma deve essere l’uomo e la natura in cui vive.
Senza tensione morale non dovrebbe essere studiato nemmeno un atomo.
Abbiamo bisogno della scienza, perché è utile, ma vorremmo una scienza umana, filosofica, etica e antropologica, cioè vorremmo che, nella visione scientifica, ci fosse posto per l’uomo tutto intero, per l’uomo in relazione con la vita, la natura, gli altri, l’ambiente, l’Essere.
Massimamente questo dovrebbe essere lo scopo della politica.
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Su Prigogine sei troppo sommaria e non hai compreso la sua teoria, (mi spiace) tra l’altro avversatissimo da scienziati reazionari e più conformisti del suo tempo che non hanno appoggiato la sua teoria sull’evoluzione dei sistemi, rilegandolo ad uno spauracchio, teoria compresa.
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Relegandolo, comunque @viviana ti leggerò con calma fra qualche ora. La mia memoria sulla fisica-chimica si perde nel trapassato ma il tuo minestrone è comunque interessante.
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Prendo atto che per Massimo Fini la guerra in Yugoslavia cominciò con il bombardamento di Belgrado, per nulla paragonabile agli eccidi di massa dei missili russi sulle città ucraine.
Vorrei chiedergli se avesse mai sentito nominare i seguenti nomi:
Radovan Karadzic
Momcilo Krajisnik
Zeliko Raznatovic, noto come leader delle Tigri di Arkan
Milan Lukic capo del gruppo paramilitare delle Aquile bianche
Ratko Mladic
E naturalmente il presidente serbo dell’epoca Ad lbidan Milosevic.
Sono i più famosi imputati, di una lunga lista, di criminali di guerra condannati dal Tribunale Internazionale dell’Aja.
Portarono avanti una feroce pulizia etnica in Bosnia e in Kosovo.
Mentre loro agivano l’Onu DORMIVA.
Con una risoluzione dell’Aprile del 1993 la NATO venne autorizzata ad istituire una No Fly Zone sulla Bosnia per dare supporto ai caschi blu sul terreno, intervenuti per frapporsi alla cieca violenza di gruppi militari e paramilitari serbi sui bosniaci. Il fine era quello di giungere a una veloce pacificazione.
Mi ricordo quel periodo per esperienza diretta personale, in qualità di militare di leva nell’aeroporto di Villafranca di Verona, da dove partivano le missioni degli F16 Olandesi.
L’Italia partecipava fornendo un supporto logistico, cioè le basi aeree del Nord Est, per la loro vicinanza fisica.
Questo intervento a terra e dall’aria non impedì alcune stragi come quella di Srebrenica, che cambiarono i piani verso bombardamenti anche dall’aria, fino a quel momento non attuati per l’opposizione di Francia e Uk che fornivano le truppe a terra dei caschi blu, timorosi di reazioni violente serbo bosniache verso di loro.
Perché si arrivò a bombardare Belgrado?
L’operazione Allied Force è stata la campagna di attacchi aerei portata avanti dalla NATO per oltre due mesi contro la Repubblica Federale di Jugoslavia di Slobodan Milošević, con l’intento di ricondurre la delegazione serba al tavolo delle trattative, che aveva abbandonato dopo averne accettato le conclusioni politiche, e di contrastare l’operazione di spostamento della popolazione del Kosovo allo scopo di predisporre una sua spartizione tra Serbia e Albania.
L’esistenza di un piano predisposto a tale scopo non è mai stata provata con sufficiente certezza, ma resta un fatto che appena iniziarono le incursioni aeree NATO l’esercito serbo iniziò operazioni volte a ottenere esodi massicci e compì in taluni casi dei veri massacri.
Le ricorda M. Fini tutte queste premesse?
Malauguratamente vi furono morti civili negli attacchi verso alcune infrastrutture come la torre della TV, ponti e strade, ma non erano certamente loro gli obiettivi, a differenza di quello che stanno portando avanti i russi in Ucraina.
La senilità sta accentuando il suo noto individualismo e insofferenza verso chi ha sempre inquadrato come nemici, sacrificando una buona dose di onestà intellettuale.
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“Malauguratamente vi furono morti civili negli attacchi verso alcune infrastrutture come la torre della TV, ponti e strade, ma non erano certamente loro gli obiettivi, a differenza di quello che stanno portando avanti i russi in Ucraina.”
E tu che ne sai?
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“La senilità sta accentuando il suo noto individualismo e insofferenza verso chi ha sempre inquadrato come nemici, sacrificando una buona dose di onestà intellettuale.”
Quella che a te Jerome manca
Kosovo 20 anni dopo: 7.600 militari italiani malati a causa dell’uranio impoverito
Sono 7600 i militari italiani che si sono ammalati di cancro a causa dei proiettili all’uranio impoverito utilizzati dalla NATO durante i bombardamenti del 1999 in Jugoslavia e, di questi, 400 sono deceduti. I numeri sono stati riportati dal Centro studi Osservatorio Militare. Un rapporto che ha richiesto quasi 20 anni per essere ultimato, un ritardo per il quale il fondatore del Centro studi, Cosimo Tartaglia, ha accusato il ministero della Difesa di non aver fornito la documentazione necessaria.
“Sono molto variabili i bilanci riguardanti le perdite umane in Kosovo, anche perché riguardano da un lato le vittime dei bombardamenti Nato e dall’altro quelle dei massacri compiuti sia dalle forze serbe che dalla guerriglia albanese dell’UCK, dando luogo a un’altra guerra, quella dei numeri, diventata anche quella dei media.
Le bombe sganciate dalla Forza Alleata avrebbero causato in tutto la morte di 2.500 civili, tra i quali 89 bambini, 12.500 feriti e un numero di profughi che va da 700 mila a un milione. Human Rights Watch ha calcolato fra 489 e 528 le perdite di civili jugoslavi provocate dai bombardamenti. In queste cifre non sono comprese le morti di leucemia e di cancro causate dagli effetti delle radiazioni dei proiettili a uranio impoverito.
Le bombe NATO provocano un disastro ambientale
la carneficina ambientale che viene
inflitta non soltanto alla Serbia, ma all’intera regione.
Presentato su greenleft.news da
Green Left Weekly.
Mentre continuano i bombardamenti NATO in Serbia e Kosovo, prove
sempre più consistenti che documentano la catastrofe provocata dalle
bombe cominciano a filtrare al resto del mondo. C’è tuttavia un
particolare aspetto della devastazione che a malapena trova spazio sui
mezzi di informazione occidentali: la carneficina ambientale che viene
inflitta non soltanto alla Serbia, ma all’intera regione.
Nei loro appelli che invocano la fine dei bombardamenti, alcuni
esponenti del nuovo partito verde di Belgrado e del partito ecologista
di Tirana hanno descritto i costi umanitari ed ecologici della
popolazione della regione. Le dichiarazioni di seguito riportate sono
state tratte da un rapporto redatto da MITCHEL COHEN del Red Balloon
Collective e dei Brooklyn Greens.
Agli inizi di aprile un leader del partito verde jugoslavo aveva
lanciato un avvertimento: i missili NATO stavano cominciando a
contaminare le riserve di acqua che riforniscono gran parte
dell’Europa dell’est. “La Serbia è una delle maggiori riserve di acque
sotterranee d’Europa e la contaminazione interesserà l’intera area
circostante, fino al Mar Nero”. Questo è quanto affermava Branka
Jovanovic, corrispondente da Belgrado.
I suoi peggiori timori sembrano essere divenuti realtà.
Il primo giorno di attacchi aerei NATO, il 24 marzo, è stato colpito
il comune di Grocka, sul cui territorio è situato il reattore nucleare
di Vinca, contenente grandi quantità di scorie nucleari.
Nessun mezzo di informazione statunitense ha riportato la notizia.
È stato colpito il comune di Pancevo, sul cui territorio si trovano
uno stabilimento petrolchimico e un impianto per la produzione di
fertilizzanti artificiali. I due stabilimenti sono stati nuovamente
bombardati due settimane dopo.
È stato colpito anche il comune di Baric. Sul territorio di Baric si
trova un grande complesso per la produzione di cloruro (tecnologia
Bhopal).
“Non è necessario che io spieghi cosa comporterebbe l’esplosione di
questi stabilimenti industriali”, ha detto Jovanovic. “Non solo
Belgrado, che si trova ad appena 10 chilometri, ma l’intera Europa
sarebbe in pericolo”.
Il secondo giorno di bombardamenti sono stati colpiti uno stabilimento
chimico a Sremcica (un sobborgo di Belgrado) e un deposito di
carburante per missili. Le esplosioni hanno provocato la
contaminazione delle acque e dell’intera area circostante.
Jovanovic riferisce che sono stati bombardati anche quattro parchi
nazionali e che le armi all’uranio impoverito, utilizzate per la prima
volta in Iraq e responsabili dell’insorgenza di leucemie e di altre
forme cancerose in migliaia di bambini, vengono ora utilizzate contro
la Jugoslavia.
La nube tossica
Le notizie che vengono date negli Stati Uniti sono così ben
confezionate da non far trasparire gli aspetti più cruenti: le bombe
della NATO, ci viene detto, continuano a colpire e mettere fuori uso
le raffinerie di petrolio della Jugoslavia. Ma proviamo a confrontare
queste informazioni con i racconti dettagliati forniti da Tom Walker,
corrispondente da Belgrado, e pubblicati sul Times del 19 aprile:
“Una imponente nube di gas tossici incombe su Belgrado dal 25° giorno
di bombardamenti, quando gli aerei NATO hanno colpito uno stabilimento
petrolchimico nella periferia settentrionale della città”.
“La NATO ha provocato ieri un disastro ecologico, bombardando un
complesso per la raffinazione del petrolio e la produzione di
fertilizzanti sulle rive del Danubio, a nord di Belgrado”.
“Una serie di detonazioni che ha scosso l’intera città nel cuore della
notte ha provocato una nube tossica di fumi e gas che si è sollevata a
decine di metri di altezza nel cielo notturno. All’alba la nube
soffocante si stagliava lungo tutto l’orizzonte verso nord”.
“Il cocktail di sostanze chimiche che ha investito centinaia di
migliaia di case conteneva fosgene (un gas tossico), cloro e acido
cloridrico. Gli operai dello stabilimento industriale di Pancevo, in
preda al panico, piuttosto che rischiare un’esplosione hanno riversato
nel Danubio tonnellate di dicloruro di etilene, una sostanza
cancerogena”.
“L’impatto di almeno tre missili ha messo fuori uso vaste aree
dell’impianto, e il petrolio greggio e raffinato fuoriuscito dalla
raffineria danneggiata si è riversato nel fiume, creando una chiazza
oleosa lunga 20 chilometri.
Si dice che nell’impianto distrutto la temperatura abbia superato i
1000 gradi centigradi. Rispondendo alle preoccupazioni sui rischi
rappresentati dalla nube tossica, la NATO ha affermato che è molto più
denso il fumo che si alza dai villaggi in fiamme del Kosovo”.
Nel frattempo a Pancevo decine di persone hanno manifestato sintomi di
avvelenamento in seguito ai bombardamenti di impianti di raffinazione
e di produzione di fertilizzanti e di uno stabilimento di vinilcloruro
ed etilene. Sono state immesse nell’aria enormi quantità di sostanze
tossiche, come cloruro, dicloruro di etilene e monomero di
vinilcloruro.
Sono stati pesantemente danneggiati anche gli impianti di
trasformazione, dai quali è fuoriuscito un olio di trasformazione
altamente tossico. Il ministero della sanità non disponeva di maschere
a gas in numero sufficiente per distribuirle alla popolazione; come
precauzione contro la pioggia di acido nitrico, ai residenti è stato
detto di respirare attraverso sciarpe imbevute di bicarbonato di
sodio.
Il problema della fame
“La combustione di enormi quantità di nafta e suoi derivati ha
provocato il rilascio di oltre 100 composti chimici altamente tossici
che hanno contaminato l’acqua, l’aria e il suolo”, mettendo in
pericolo l’intero ecosistema della penisola balcanica, afferma lo
scienziato del nuovo partito verde Luka Radoja. Radoja sottolinea
inoltre che i bombardamenti NATO stanno avendo luogo in un momento
dell’anno nel quale normalmente vengono piantati molti raccolti vitali
per la sopravvivenza delle popolazioni: frumento, girasole, soia,
barbabietole da zucchero e ortaggi. La conseguenza è stata
l’interruzione della coltivazione di 2,5 milioni di ettari di terra.
“La mancanza di carburante per le macchine agricole avrà risultati
catastrofici, perché ridurrà alla fame l’intera popolazione. Se a
questo aggiungiamo l’avvelenamento dell’acqua, dell’aria e del suolo,
ci accorgiamo che la catastrofe assume dimensioni bibliche”.
“In qualità di esperto ho trascorso la mia intera vita lavorativa nei
campi di questo angolo d’Europa fino a oggi intatto dal punto di vista
ecologico. Ma ora sto assistendo alla scomparsa del più bel giardino
d’Europa”, afferma tristemente Radoja.
Di fatto la crisi ecologica non può che peggiorare. Con i
bombardamenti degli impianti petrolchimici i raid aerei della NATO
sono arrivati pericolosamente vicini a colpire depositi contenenti
decine di migliaia di tonnellate di sostanze chimiche esplosive.
Miralem Dzindo sostiene che i missili NATO abbiano recentemente
sfiorato uno di questi depositi, contenente 20.000 tonnellate di
ammoniaca liquida.
“Se fosse andato in fiamme, gran parte di Belgrado sarebbe stata
avvelenata. L’inquinamento del Danubio e dell’atmosfera sopra la città
non conosce frontiere”. Dzindo ha infatti avvertito i paesi confinanti
che “le nubi tossiche avrebbero presto potuto raggiungerli” (Times, 19
aprile).
L’ispettore capo del ministero macedone per l’ambiente, Miroslav
Balaburski, ha infatti affermato che furani e diossine rilasciati
dall’esplosione delle bombe vengono trasportati per lunghe distanze.
L’inquinamento sta raggiungendo la Macedonia tramite l’atmosfera e il
fiume Lepenec, che attraversa il confine tra la Macedonia e la
Jugoslavia: è quanto afferma Zoran Bozinovski, portavoce del Centro
per radioisotopi, un’istituzione governativa macedone con sede a
Skopje.
Ivan Grozdanov, chimico presso il centro, ha fatto un’altra
osservazione: la combustione di carburante per velivoli è la
principale causa della presenza nella stratosfera di ossido di azoto,
una sostanza che sta danneggiando gravemente lo strato di ozono.
Robert Fisk, corrispondente dalla Serbia per l’Independent a metà
aprile ha commentato: “Daniel Cohn-Bendit, il leader dei verdi
francesi, e Joschka Fischer, leader del partito verde e ministro degli
esteri tedesco, dovrebbero vergognarsi di permettere che questa guerra
abbia luogo; senza il loro sostegno, infatti, il bombardamento NATO
cesserebbe”.
“Bombardare la popolazione civile, distruggere le loro riserve di
acqua, avvelenare i loro raccolti: è questa l’alternativa dei Verdi?
No. È l’essenza stessa della guerra moderna, delle tecnologie moderne
appositamente progettate e utilizzate per seminare il terrore e
devastare gli esseri umani come la natura per il loro rifiuto ad
accettare le richieste del capitale internazionale”.
E VFC La tua onesta intellettuale Jerome
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Grazie Tracia per l’integrazione.
Un militare di quei 400 morti per l’uranio impoverito era mio compaesano e abbiamo assistito tutti alla sua troppo triste agonia.
Ora resta conoscere il numero dei morti civili delle bombe ucraine inesistenti per gli invasati filo Nato.
Ma per conoscere quei numeri bisognerà aspettare almeno vent’anni.
Il tempo necessario perché le balle atomiche dei mezzi di informazione asserviti agli americani non servano più agli interessi di geopolitica dei loro padroni.
Libertà di informazione, ma in differita di qualche decennio.
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Non sono induista e non avevo intenzione di entrare in disquisizioni sulla differenza tra Brahma e Brahman, il Dio prima della creazione e quello del mondo creato, e francamente mi interessa poco sapere se Prigogine piaceva o meno agli accademici del suo tempo, anche Marconi fu rifiutato dai dotti bolognesi ma il suo telegrafo funzionava lo stesso.
Nella scienza come in filosofia una teoria è valida se funziona. Ma più una teoria è vasta più è difficile verificarne la validità, specie nei tempi lunghi. Ma, come diceva Keynes, “Nei tempi lunghi saremo tutti morti”.
Quello di cui ho bisogno ‘adesso’ è una speranza, perché senza la speranza la vita si ferma e perde ogni senso e mille obiezioni non mi fanno una speranza. Il senso difficilmente uscirà da verifiche sul campo, specie in tempi come i nostri, per cui ringrazio il pensiero che mi permette di uscire dal presente per entrare nell’ideale, perché solo grazie all’ideale si può uscire dalla disperazione e la tensione verso l’ideale si è, in ogni tempo, fatta azione e storia, cioè realtà fattuale.
Se penso che il mondo avanzi verso il meglio, mi darò da fare per migliorare il mondo. Se mi limiterò a criticare tutto e tutti, difficilmente farò qualcosa di migliorativo per me e per gli altri.
Dire, come pensano tanti, che l’economia e la politica possono fare a meno della filosofia è, secondo me, un errore. Scartare come irreale una filosofia ottimista significa solo aumentare la distruttività del mondo con una filosofia nichilista e non so se ne valga la pena, perché quando si è distrutto tutto attorno resta solo un deserto in cui si distrugge sé stessi.
Parafrasando Pascal, non so se un’evoluzione del mondo esista ma crederlo mi renderà la vita migliore piuttosto che credere che tutto marci solo verso il peggio.
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“Parafrasando Pascal, non so se un’evoluzione del mondo esista ma crederlo mi renderà la vita migliore piuttosto che credere che tutto marci solo verso il peggio.”.
Le consolazioni sono capibili e persino giustificabili, ma non sempre, quasi mai, “una teoria è valida se funziona”, quel funzionamento non corrispondendo affatto a ciò che è in sé, ma a ciò che ci fa star meglio pensare sia.
Ripeto: capibili e giustificabili, ma non affatto legittime.
Quel “peggio”, inoltre, non è tale che da un punto di vista relativo (un male, per essere necessario, non smette per questo di esserlo, comunque…), ché, da un punto di vista universale, tutto deve concorrere, anche la necessità di un “peggio”, alla fine, all’equilibrio e all’armonia totali.
Ecco dove dovrebbe risedere la consolazione e la positività di pensiero, non in una vana speranza che l’inevitabile non si debba palesare e alla fine concludere.
Quando si parla di evoluzione, bisognerebbe poi avere il coraggio di spogliarlo dell’accezione nefasta che ha assunto nei tempi moderni da Darwin in poi, e cioè quella di indefinito progresso e miglioramento, per restituirle il suo vero valore semantico, corrispondente a “sviluppo”, semplicemente.
Ma come ogni singolo essere, microcosmicamente, ha il suo inevitabile epilogo nella morte dopo il decadimento, anche un mondo, macrocosmicamente, non fa differenza alcuna.
Certo che per chi, oltre alla morte, non sa vedere altro, non può che consolarsi pensando che il mondo si debba “evolvere/migliorare” e con ciò, di vivere meglio e di vedersi anche positivo nel pensiero.
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* spogliarla
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@Gatto
Quando ti ci metti è oggettivo che “esci fuori” roba buona e prelibata(intellettualmente parlando).
Io ho un atteggiamento meno talebano di te; ma se dovessi confrontarmi solo con gente simile a me,
Sarebbe noioso e un puro rompimento di balle.Quindi non disdegno,il tuo vivace atteggiamento da
Tribunale dell’ inquisizione.Anzi…basta che non esageri troppo.😃
😀😀😀
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@viviana
Altra bella disquisizione e complimenti per alcune sue pubblicazioni,a cui ho dato una rapida occhiata sul web.
Quello che sostengo io,non è necessariamente nichilista.
L’ annientamento della mente umana che ci fa vedere il mondo in maniera duale credo che sia la soluzione che più mi convince.
Lei parla di speranza o luce per un futuro migliore.
Ma la speranza è in contrapposizione allo scoramento …se c’è speranza diamo per certo che c’è scoramento.
La luce è una reazione al buio,se c’è luce c’è anche il buio.
Se noi eliminiamo le categorie duali della mente…eliminiamo nello stesso tempo sia la luce che il buio
Sia la speranza che lo scoramento.
Non è meglio non tendere alla felicità? Perché se esiste la felicità, la nostra mente crede che ci sia l infelicita,giustamente. Sono due facce della stessa medaglia.Non possiamo avere solo un lato,siamo costretti a prendere la medaglia intera.
Abbiamo sempre ragionato così , con la mente che abbiamo.
Se eliminiamo tutto, forse rimarrà quello che alcuni chiamano pace.
Di cui abbiamo molto bisogno in questo periodo.
Saluti alla prossima.
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@Carlgen
A volte mi sembra di leggere Head dei korn 😎😉🤣
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@Dario
Crossover…? Sono rimasto a 9anni fa.devastante!
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Durante le prime due guerre puniche Cartagine venne assediata dai Romani, che avevano già distrutto la sua potenza e l’avevano indebolita grandemente; infine proprio nel 146 a.C. Cartagine venne rasa al suolo, data alle fiamme e i suoi abitanti vennero uccisi o schiavizzati. ……..dal 146 a.C ad ora gli abitanti di questo mondo vengono massacrati dalla guerra, eppure l’ argomento di interesse sono ragioni e torti, il perché del dopo , senza alcuna intenzione/azione di apprendimento dalla storia per evitarla. …..evidentemente ci piace proprio uccidere ed essere uccisi, forse è un meccanismo di equilibrio demografico del mondo. …..mezzo secolo di sana castità mondiale avrebbe sortito lo stesso effetto, evitando anche la famosa mamma dei ………immancabilmente gravida nei secoli dei secoli!
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👏👏👏😂
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