Mettiamo che chi scrive sia uno dei tanti italiani che non hanno ancora deciso se e per chi votare. Poi, però, sensibile al richiamo del dovere civico, questo elettore riluttante rammenta che nei vari collegi a ogni lista corrispondono uno o più candidati. Perciò pensa che se deve proprio turarsi […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – “Ecco perché il 25 settembre un italiano su tre non andrà a votare”.
“The Post Internazionale”
. Mettiamo che chi scrive sia uno dei tanti italiani che non hanno ancora deciso se e per chi votare. Poi, però, sensibile al richiamo del dovere civico, questo elettore riluttante rammenta che nei vari collegi a ogni lista corrispondono uno o più candidati. Perciò pensa che se deve proprio turarsi il naso, che almeno la sua croce sulla scheda contribuisca a mandare in Parlamento un degno rappresentante dei bisogni dei cittadini. S’informa sui nomi di chi si presenta nella sua zona (mettiamo un quartiere periferico di Roma) ma, per quanti sforzi faccia, gli risultano tutti dei perfetti sconosciuti. Si potrà obiettare che, come la maggior parte degli italiani, il nostro elettore incerto non segue abbastanza le cronache politiche. Oltre, probabilmente, a non essere sufficientemente coinvolto nella vita della sua comunità. Può darsi, anche se a un esame più approfondito, quasi tutti i candidati in questione sono stati “paracadutati” dai rispettivi partiti, sulla base di complicate alchimie finalizzate a non turbare i delicati equilibri interni.
Insomma, come milioni di persone nelle sue stesse condizioni, il nostro eroe se la prende tranquillamente in saccoccia. Vedremo il 26 settembre quanto questo totale disprezzo della legge elettorale per la democrazia rappresentativa alimenterà il già profondo serbatoio del non voto. Resta il fatto che, al di là delle finte lamentazioni sul distacco tra Paese reale e Paese legale (uffa!), per il sistema partitico nel suo insieme l’affluenza alle urne ha un interesse pari a zero. Parliamo dei circa cinque milioni esclusi dal voto perché studiano o lavorano lontano dal Comune di residenza. O dei nostri compatrioti per sempre dimenticati all’estero. Anzi, meno sono i votanti e maggiore sarà il controllo dei sei o sette partiti ammessi al prossimo giro di giostra su chi fare eleggere. Non illudiamoci, a lorsignori questa progressiva desertificazione delle democrazia va più che bene.