Ieri mattina, nella rassegna stampa di Radio Radicale, Marco Taradash notava una strana omissione della cosiddetta grande stampa (con poche eccezioni nascoste nelle pagine interne) sulle parole pronunciate da Papa Francesco nell’udienza generale del mercoledì […]

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Ieri mattina, nella rassegna stampa di Radio Radicale, Marco Taradash notava una strana omissione della cosiddetta grande stampa (con poche eccezioni nascoste nelle pagine interne) sulle parole pronunciate da Papa Francesco nell’udienza generale del mercoledì. Queste: “Penso alla povera ragazza volata in aria per una bomba sotto il sedile della macchina a Mosca”. Parlava di Darya Dugina, figlia dell’ideologo di Putin, Aleksandr Dugin, morta in un attentato a Mosca che secondo i russi sarebbe stato commesso da una donna membro del battaglione Azov. “Gli innocenti pagano la guerra, gli innocenti!” – ha esclamato il Pontefice, suscitando le ire del governo di Kiev: “Delusi, non si può equiparare aggressore e aggredito”. Una visione questa dei torti e delle ragioni della guerra sicuramente non estranea al conduttore di RR a cui tuttavia crediamo interessasse segnalare una questione non secondaria. Si può censurare il Papa, per evitare di criticarlo, quando sostiene delle tesi in aperto conflitto con l’informazione mainstream, schierata con l’Ucraina contro l’aggressore russo? Da sempre alla figura del capo della Chiesa cattolica viene dato, sui giornali e nelle tv, il più ampio rilievo e non soltanto come segno di attenzione e di rispetto verso la moltitudine dei credenti. Come espressione di una istituzione planetaria, infatti, la voce del Papa risuona più alta e più forte quando interviene su temi che toccano la sensibilità collettiva e che suscitano apprensione. Come il rifiuto del conflitto scatenato da Mosca, accompagnato alla più ampia solidarietà per le sofferenze del popolo ucraino, che Francesco non ha fatto mancare neppure mercoledì. E fin qui tutto bene anche se già quella frase sulla Nato che aveva “abbaiato” ai confini della Russia aveva fatto storcere molti nasi. Figuriamoci la definizione di “innocente” per la politologa uccisa, fervente sostenitrice dell’intervento militare con il conseguente eccidio di civili, questi sì innocenti; lei che aveva definito una messinscena la strage di Bucha. Forse, però, a suscitare il pudibondo occultamento dei media può essere stata un’altra frase: quella contro coloro che “guadagnano con la guerra, con il commercio delle armi, dei delinquenti che ammazzano l’umanità”. Ahi: che il Papa alludesse alle armi con cui da sei mesi riforniamo il governo Zelensky? Par di ascoltare il Conte Zio: sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire.