L’ex presidente del Consiglio ironizza sull’affermazione del Cavaliere che in un video si è attribuito il merito per aver ottenuto i fondi europei

(adnkronos.com) – “Forse la memoria mi inganna, ma non ricordo Berlusconi con me a Bruxelles a trattare fino all’alba per ottenere i 209 miliardi che ho portato dall’Europa in Italia nel 2020″. Giuseppe Conte sui social replica con ironia a quanto affermato nei giorni scorsi dal leader di Forza Italia in un video elettorale, nel quale Berlusconi sosteneva che gli investimenti futuri saranno possibili grazie a “quei soldi che io ho ottenuto in Europa per il nostro Piano di ripresa e di resilienza per ricostruire la nostra economia dopo i danni della pandemia”.

Elezioni 2022, Berlusconi: “Io ho ottenuto soldi Pnrr” – Video

Un’affermazione che non poteva non scatenare una reazione dell’ex presidente del Consiglio che quei fondi ha portato a casa. “Ricordo invece Forza Italia, come altri – è infatti la stoccata di Conte – chiedere il Mes, la troika e altre misure lacrime e sangue”.

M5S, telefonata Conte-Di Battista: ma candidatura in stand-by

A quanto apprende l’Adnkronos, ci sarebbe stata nel pomeriggio di ieri una telefonata -la prima dopo settimane di silenzio- tra il leader del M5S Giuseppe Conte e Alessandro Di Battista. Sul tavolo, l’eventuale candidatura dell’ex deputato e membro del direttorio M5S, tra i volti più amati del Movimento della prima ora. Di Battista avrebbe chiesto a Conte delle garanzie politiche per tornare in campo.

Ieri sera, in un’intervista al Tg5, l’ex premier ha definito Di Battista una “persona seria e generosa”, del “suo rientro nel M5S ne discuteremo”. La telefonata tra i due sarebbe stata franca e cordiale. Ma nulla al momento sarebbe stato deciso su un eventuale ritorno di Di Battista.

Di Battista è rientrato lunedì dal suo viaggio in Russia, dove è stato per realizzare una serie di reportage per il Fatto Quotidiano. Ieri la telefonata con Conte. Già nelle settimane scorse, l’ex deputato romano aveva dato disponibilità per tornare a sedersi a un tavolo vista la caduta del governo Draghi, ma con richieste ‘politiche’ che non vuole vengano ignorate – questo il focus della telefonata con l’ex premier – per tornare a ragionare su un suo ritorno. Che tuttavia non è affatto scontato.

Da una parte infatti le richieste di Di Battista vanno vagliate per tirare le somme su un eventuale ‘secondo matrimonio’, dall’altra poi ci sono anche i dubbi dei vertici e di molti degli uomini più vicini a Giuseppe Conte. L’ex pupillo di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio non è visto da tutti di buon occhio: “Tirerà elettoralmente, ma ci mettiamo un guaio in casa per 5 anni”, il timore che rimbalza. Anche per questo, non è detto che il nome di Di Battista figurerà nelle liste del Movimento.

Elezioni 2022, Raggi di traverso su deroghe M5s: “No capilista blindati”

Si mette di traverso Virginia Raggi nella stesura delle regole M5S sulle candidature alle prossime elezioni politiche. E’ lei, raccontano fonti autorevoli all’Adnkronos, il ‘bastian contrario’ del comitato di garanzia, composto, oltre che dall’ex sindaca di Roma, da Roberto Fico e Laura Bottici. ‘Saltati’ tutti e tre per la mancata deroga alla regola aurea dei due mandati – irremovibile Beppe Grillo – Raggi si sta battendo per tenere in piedi anche gli altri paletti che hanno contraddistinto le precedenti politiche, dunque principio di territorialità – candidatura legata alla residenza – no capilista bloccati, altolà alle pluricandidature in più collegi. In sintesi, “vuole le parlamentarie di un tempo, come fossimo all’anno zero del Movimento”, spiega una fonte beninformata.

Non solo. Raggi avrebbe chiesto anche di inserire un paletto aggiuntivo, ovvero l’iscrizione da almeno sei mesi al M5S per potersi candidare alle parlamentarie, così da fermare i ‘furbetti’ dell’ultima ora. Una norma che metterebbe fuori gioco Alessandro Di Battista, disiscritto dal Movimento in dissenso con la decisione di appoggiare ed entrare nel governo Draghi. Le stesse fonti, però, spiegano all’Adnkronos che Raggi sarebbe in ‘minoranza’, in quanto la più rigida dei tre membri del Comitato: molto più morbidi su un allargamento delle maglie sia Bottici che Fico.

Lo stesso Grillo, del resto, si sarebbe convinto che qualche concessione vada fatta, mentre Giuseppe Conte spinge per avere voce in capitolo sui capilista -in quanto capo politico- e per una deroga al vincolo di residenza, così da agevolare la corsa di alcuni dei pochi big rimasti dopo la tagliola dei due mandati, leggi Stefano Patuanelli e Chiara Appendino. Intanto nel primo pomeriggio ci sarà una riunione dei coordinatori regionali del M5S proprio per fare il punto sulle regole, ormai in dirittura d’arrivo: dovrebbero essere rese noto a brevissimo.