(Stefano Rossi) – Il Prof. Conte sperava che Grillo capisse la difficile situazione in cui versa il partito da lui fondato.
Chiedeva di soprassedere al limite dei due mandati o di allungarlo a tre/quattro almeno.
Niente da fare.
Grillo, l’ho scritto tante volte, è un analfabeta politico e gli ho fatto un complimento.
Gli fa talmente schifo la politica che non ha mai voluto capirla.
Ci sono regole, linguaggi, forme, tecniche a cui non si può derogare. A meno di naufragare.
E, paradossalmente, deve pure fargli piacere se è vero che più volte ha detto che si possono biodegradare.
Questo limite ai due mandati ha il pregio di attirare, come mosche, tutti gli ignoranti di politica e il difetto di allontanare tutti coloro che conoscono bene i suoi meccanismi.
Faccio subito un esempio.
Roberto Fico.
Da presidente della Camera aveva la possibilità di essere eletto presidente della Repubblica.
Così non sarà più possibile.
Un piccolo esempio che dimostra incontrovertibilmente il danno che subisce il Movimento.
Ora, in piena campagna elettorale, i volti più noti e apprezzati del partito andranno a casa e, con essi, i migliaia di voti che avrebbero portato a beneficio del Movimento.
Ma tutto questo, il signor Grillo, non se lo immagina.
Aver fondato un partito è cosa difficile ma non richiede di sapere l’arte della politica.
Mantenerlo ai vertici, invece, ti obbliga a saper tutto della politica.
Ci sono in atto terremoti politici che non si immaginavano pochi mesi fa (Di Maio che lascia il Movimento; poi lo sconvolgimento al centro), prevedo che anche la scelta di mantenere questo brevissimo limite si ritorcerà contro.
Se non altro, chi avrà acquisito esperienza lascerà sempre il posto ai neofiti ignari di tutto.
Un po’ come una squadra di calcio che potrebbe fare giocare un campione e invece schiera un sedicenne della Primavera.
Piero della Francesca.