(Bartolomeo Prinzivalli) – Per la prima volta nella mia vita ho paura per la tenuta democratica di questo paese. Come segnalato da tutto il Pd, dalla quasi totalità della stampa e dallo stesso presidente dimissionario la stragrande maggioranza del popolo italiano voleva che l’esperienza Draghi continuasse: l’ha dimostrato attraverso manifestazioni organizzate spontanee in cui folle oceaniche si sono riversate nelle piazze, nelle firme di migliaia di sindaci a nome di intere città, negli appelli di grandi esponenti di cultura e spettacolo a simboleggiare la mente pensante dello stivale, nelle suppliche degli industriali a rappresentare il cuore pulsante tricolore. Persino i bambini con i cartelli testimoniavano un momento talmente delicato per cui persino i più piccoli hanno accantonato cartoni animati e videogiochi per interessarsi di qualcosa che non comprendono ma di cui istintivamente percepiscono la gravità, come immortalato in quella foto accanto alla Boschi.

Purtroppo il destino beffardo e la volontà di alcuni screanzati hanno determinato la fine della radiosa esperienza draghiana, precipitando il paese nel caos di una campagna elettorale estiva. Ora però la parola tornerà a quella stragrande maggioranza silenziata ed ammutolita dagli interessi dei partiti; ora finalmente tutto quel tripudio di consensi, quel “RESTA” urlato a squarciagola potranno riversarsi alle urne per far valere la propria volontà.

Ma è qui che nasce il problema: i sondaggi danno in forte vantaggio la compagine di centrodestra, ossia quella Meloni totalmente all’opposizione dell’ultimo esecutivo e quei Salvini e Berlusconi determinanti nella sua prematura fine. Com’è possibile? Dovrebbe essere l’esatto contrario: la prima forza politica dovrebbe essere quella capitanata da Tabacci, primo promotore del partito del banchiere, seguito da Di Maio che per amor draghesco ha abbandonato il movimento che l’ha tolto dall’anonimato, poi Renzi determinante alla nascita del credo, Calenda ed infine quel Pd più tentennante ed ondivago che fedele osservante integralista della dottrina mariana.

Da qui nasce l’allarme per la democrazia a rischio. Si vocifera che c’entrino i populisti, ma se la stragrande maggioranza degli elettori italiani vuole Draghi non dovrebbero essere una fazione minoritaria? Possibile che i populisti non siano italiani, ossia che votino pur avendo la residenza altrove?

No, qui sono in ballo di certo potenze straniere o poteri occulti. Che sia opera dei russi, determinati alla disfatta del temuto autorevole avversario anche a costo di favorire una Meloni altrettanto determinata nell’invio bellico in Ucraina? Ci sarà lo zampino dei servizi segreti pakistani, dell’intelligence angolana, di una vendicativa task force greca? Oppure è una macchinazione della potente lobby dei condizionatori, offesa a morte in quanto definita alternativa alla pace?

Posso pensare che il nostro sia un paese anomalo formato da tante stragrandi maggioranze diverse, oppure che i sondaggisti abbiano come punto di riferimento la celeberrima battuta di Frassica per cui il 60% risponde sì e l’80% no?

Certo, esiste anche un’altra fantasiosa opzione, ossia che il Pd, la stampa, gli opinionisti da salotto e Draghi stesso siano un manipolo di cialtroni che hanno spacciato le iniziative di chi aveva interessi personali nel proseguimento del governo come maggioranza popolare, ma non oso nemmeno pensarlo poiché significherebbe un tentativo di manipolazione proprio dei regimi autoritari, la peggiore propaganda dai tempi del fascismo.

No, propendo ancora per l’ingerenza straniera, è più rassicurante…