(Alessandro Di Battista) – Maurizio Molinari, il “social media manager di Biden”, nonché Direttore di quello che un tempo era un glorioso giornale (mi riferisco a La Repubblica) ciclicamente “sguinzaglia” giornalisti ed editorialisti contro di me. Questi costruiscono pezzi sul nulla assoluto, pieni di puerili scemenze, di epiteti pensati da chi trabocca di bile per l’indipendenza intellettuale altrui. Il tutto con l’obiettivo di screditare un libero cittadino che non campa di politica, che vive del proprio lavoro, che non è iscritto a partiti politici, che non ha mai chiesto di esser piazzato in qualche partecipata di Stato, che ha restituito 300.000 euro del suo stipendio da parlamentare e pure 43.000 euro di assegno di fine mandato.

Perché accade tutto questo? Per due ragioni. La prima è che ho delle idee. Giuste, sbagliate, condivisibili o meno si tratta solo di idee diverse da quelle loro. Poi ce l’hanno a morte con me (salvo da anni farmi una corte spietata con tanto di messaggi del tipo “dai, faremo una cosa super corretta” affinché io gli rilasci un’intervista. Come no? “Su giovanotto carta, calamaio e penna” 😂😂😂) perché non perdo occasione di ricordare che oggi Repubblica, un tempo giornale non dico anti-sistema ma in un certo senso critico nei confronti dei poteri forti, fa parte del GRUPPO Gedi, che a sua volta è parte di EXOR, l’holding finanziaria olandese controllata dalla famiglia Elkann-Agnelli. EXOR controlla anche Iveco Defence Vehicles, la terza fabbrica italiana per produzione di veicoli militari.

Io ricordo tutto questo e loro mi dedicano articoli infamanti pensando che così sarò costretto ad indietreggiare. Io al contrario cercherò ancor di più di ricordare le storture che rendono non libera, dunque non credibile, la stampa italiana. A cominciare dalla presenza di editori impuri con decine di interessi che nulla hanno a che fare con l’informazione. Dunque prima di comprare un giornale o di abbonarvi informatevi su chi siano i padroni del giornale stesso.

Ai “giornalisti” di Repubblica (a quelli pieni di bile, non sono tutti uguali ovviamente) dico: “Continuate pure all’infinito. Francamente me ne infischio!”

Le grandi verità che Di Battista ci sta regalando dalla Russia

(Sebastiano Messina – la Repubblica) – Meno male che c’è il subcomandante Dibba. Perché mentre noi ce ne stiamo qui tranquilli a occuparci di banali faccenducole – governi che cadono, inflazione che galoppa e contagi che dilagano – Alessandro Di Battista viaggia senza sosta per «comprendere il mondo e raccontarlo».

Oddio, non tutto il mondo: in questo momento sta girando la Russia (uno dei pochi timbri mancanti sul suo passaporto, dove ci sono già quelli di Argentina, Panama, Nicaragua, Cile, Guatemala, Cuba, Costa Rica, Colombia, Belize, Ecuador, Iran, Bolivia e Paraguay). Raccontarci l’impero di Putin.

Impresa ammirevole, perché parliamo dello Stato più grande del pianeta, con 11 fusi orari diversi. E lui lo fa, generosamente, per conto di noi pigroni stanziali. Per farci conoscere «quello che pensano dall’altra parte». Rivelandoci una realtà sorprendente.

Per esempio, lui che era partito da Roma convinto che le sanzioni hanno fallito e che il popolo russo è con Putin, una volta a Mosca ha scoperto – e ce lo ha raccontato in un memorabile reportage – che le sanzioni hanno fallito e il popolo russo è con Putin. Ma siccome lui è un instancabile cercatore di verità, non si è fermato qui.

E senza farsi intimorire da quel regime che sbatte in cella chiunque osi mostrare in pubblico anche un cartello bianco senza alcuna scritta, l’esploratore Di Battista ha trovato le prove che «le sanzioni hanno messo d’accordo persone che prima non lo erano affatto», e che «più ci si allontana da Mosca più aumentano i supporter di Putin».

Così lui è andato il più lontano possibile. Ieri è arrivato a Irkutsk, una delle più grandi città della Siberia: la terra del gelo dove prima gli zar e poi Stalin deportarono milioni di polacchi, ceceni, caraci, ingusci, balcari, tedeschi e cabardi, e dove oggi finiscono gli ucraini trascinati via dal Donbass. Ma non sono loro, quelli che lui sta cercando a Irkutsk, dove l’Unione Sovietica sembra sopravvivere surgelata nei palazzi staliniani.

No, lui cerca qualcosa di più importante. Se a Mosca le sanzioni hanno messo d’accordo gli avversari di prima, avrà pensato lui che conosce il mondo, qui che siamo a cinquemila chilometri devono essere accaduti miracoli. Lui, ne siamo sicuri, li scoprirà presto. E li rivelerà a noi uomini di poca fede: nella prossima puntata del Dibba Tour.

(Alessandro Di Battista) – Colui che ha scritto questo è un giornalista del Riformista. Capite che livello ha raggiunto una parte della stampa italiana? Tuttavia queste oscene diffamazioni sono molto utili. Consentono anche agli scettici, anche a coloro ai quali, legittimamente, non sto molto simpatico, di capire come si comporta parte del sistema mediatico. Io ho le spalle larghe e devo rifare l’impianto idraulico di casa. Sì, l’impianto idraulico. Dovete sapere che con alcune querele ho rifatto infissi e persiane. Ora spero di poter rifare anche l’impianto idraulico 😉

P.S. Per chi non lo sapesse Il Riformista appartiene ad Alfredo Romeo, già arrestato per corruzione e coinvolto nella maxi-indagine Consip per la quale la procura, nel maggio scorso, ha chiesto per lui 4 anni e 10 mesi di carcere.