Giovane, studente, senza lavoro, con basso reddito e meridionale: ecco l’identikit dell’elettore 5Stelle desunto dalla ricerca di Nando Pagnoncelli, pubblicata lunedì dal Corriere della Sera, sul voto diviso per categorie e blocchi sociali. […]

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Giovane, studente, senza lavoro, con basso reddito e meridionale: ecco l’identikit dell’elettore 5Stelle desunto dalla ricerca di Nando Pagnoncelli, pubblicata lunedì dal Corriere della Sera, sul voto diviso per categorie e blocchi sociali. Se invece di trastullarsi con la pochette e il ciuffo catramato di Giuseppe Conte i creativi del retroscena e gli stravaccati da talk (generi spesso coincidenti) avessero cercato un nesso tra i tanto dileggiati 9 punti consegnati a Mario Draghi e l’imminente campagna elettorale, forse avrebbero capito che la svolta 5Stelle cammina già nella direzione di un moderno partito laburista. Come ha compreso Piero Ignazi (politologo e non fashion stylist) secondo il quale “i vari provvedimenti invocati dai pentastellati si muovono su un terreno economico-sociale dove si possono realizzare accordi e compromessi onorevoli per tutti” (Domani). Reddito di cittadinanza, salario minimo, no ai paletti rigidi sul lavoro, misure per attenuare il peso dei rincari energetici su consumatori e aziende: tutte cose su cui molto ha scritto Domenico De Masi. Un Movimento del lavoro si troverà ad agire dentro un nuovo e drammatico contesto, con la crisi economico-sociale che investirà direttamente l’Europa del Welfare. Che, come ha scritto Massimo Cacciari sulla Stampa, fin qui si reggeva “anche su determinate ragioni di scambio nel mercato delle materie prime e dell’energia al cui cedimento strutturale per effetto determinato da pandemia e guerra non si può più rispondere con misure tampone, assistenzialismo episodico o magari, come da noi, con l’incredibile irragionevolezza delle politiche dei bonus”. Un M5S di forte stampo laburista potrebbe contare su un paio di atout fondamentali. Uno: l’alleanza di fatto con il segretario della Cgil Maurizio Landini, impegnato in un robusto contenzioso con Palazzo Chigi con argomenti che ricalcano i 9 punti (e che sostiene di avere ricevuto più ascolto da Conte quando era premier che oggi da Draghi). Due: le praterie elettorali che potrebbero aprirsi. A parte Articolo 1 e Sinistra Italiana (valutati, insieme, appena il 3,2%), il campo di una sinistra disposta a occuparsi delle retrovie della società, soprattutto se affollate di giovani, disoccupati e meridionali, appare larghissimo. La concorrenza a difesa dei diritti economici e sociali, con un Pd sempre più concentrato sui diritti civili, potrebbe dare luogo a quel marciare divisi per colpire uniti in grado di competere e anche battere, perché no, la destra. Altro che centri e centrini.