(Francesco Erspamer) – Quando a metà anni ottanta cominciai a trascorrere lunghi periodi negli Stati Uniti, malgrado una momentanea infatuazione rimasi colpito dal numero di mendicanti e senzatetto nelle strade delle loro città; in Italia erano praticamente scomparsi per via delle profonde riforme sociali dei decenni precedenti, che avevano creato un benessere diffuso ma impedivano ai rampanti di far soldi con la rapidità a loro necessaria.

Questo imbarazzante ritardo nei confronti del paese guida del neocapitalismo venne colmato non appena l’improvviso crollo dell’Unione Sovietica dissolse una sinistra penosamente inadeguata e già piena di infiltrati liberisti e permise ai radicali di regalare il controllo dei media alle multinazionali (che invece sin dagli anni settanta si erano preparate per l’eventuale occasione, vedi il Memorandum Powell); in pochissimi anni furono così dissolte regole e controlli statali aprendo fra l’altro la strada all’ingresso incontrollato di migranti, inizialmente dalla Polonia e dall’Albania poi dall’inesauribile serbatoio africano: accettati alla sola condizione che fossero pronti a vivere di elemosina o (il che è lo stesso) di lavori sottopagati e in nero.

Quest’anno ho notato che Draghi e i suoi accoliti, inclusi tanti ex leghisti e ex pentastellati, più tutti i piddini, i radicali e i liberal e uguali, sono riusciti ad approfittare della pandemia e di una guerra inventata per rimettere sui marciapiedi anche gli italiani, con il cappello in mano per ottenere un po’ di carità davanti ai bar in cui i loro connazionali appena più benestanti si incontrano per far finta che il Titanic non stia affondando e comunque loro se la caveranno, e continuare a distrarsi e divertirsi invece di provare a prestare attenzione, pensare, impegnarsi, prendersi delle responsabilità.