
(Massimo Gramellini – corriere.it) – Aveva scritto a Draghi per criticare la scelta di spedire armi agli ucraini, «non si salvano vite uccidendone altre», senza sapere che di lì a poco avrebbe salvato quattro vite uccidendone una: la sua.
C’è stato un tempo, ormai difficile persino da immaginare, in cui in Italia molti facevano politica per passione. Non seguivano un leader, ma un ideale: la libertà, il socialismo, il cattolicesimo popolare. Nel caso di Bruno Padovani, centralinista presso un ospedale della provincia di Verona ed ex assessore, questo ideale era il comunismo.
Non lo ha rinnegato quando il Pci è andato in pensione e nemmeno quando in pensione ci è andato lui: a 82 anni scriveva ancora lettere pacifiste al governo. Al paese lo chiamavano tutti «il compagno Bruno», anche i leghisti e senza alcuna ironia.
Lunedì scorso si trovava al mare con la figlia, spirava un vento forte e in spiaggia sventolava la sua bandiera preferita, quella rossa.
Quattro bimbi sono corsi in acqua lo stesso. Quando hanno cominciato a gridare aiuto, il compagno Bruno si è gettato tra i cavalloni, noncurante del peso delle onde e di quello degli anni.
Con altri bagnanti ha portato in salvo i bambini. Poi si è sdraiato sulla riva, come per prendere fiato. Se ne è andato così, nel modo in cui vorrebbero andarsene tutti: con un gesto di altruismo che riassume il meglio di una biografia.
Un tempo la politica era fatta da gente di questo stampo. Non è una favola, ragazzi. Il compagno Bruno è la prova che quel tempo è esistito davvero.
Un parallelismo che non c’azzecca nulla,molto forzato
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Questi ormai hanno il riflesso condizionato. Qualsiasi sia l’argomento ci infilano Draghi e l’Ucraina. Che c’entrano le armi con un salvataggio in mare?
Le armi servono per uccidere, il gesto di Bruno per salvare una vita.
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E infatti chi è morto per salvare delle vite, aveva scritto a Draghi CONTRO l’invio delle armi.
Strano che proprio il Gramo ci abbia voluto raccontare questa storia.
Con che faccia tosta, visto che lui pensa e scrive sempre l’esatto contrario… Che si stia redimendo? 🤔🤥
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attenti non fatevi ingannare
“un comunista buono è un comunista morto”
è quello che sottintende Grammelot
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I comunisti non fanno più paura, sono reperti archeologici e fanno quasi tenerezza.
Infatti Marco Rizzo è sempre su Rete4.
Anche loro devono pur campare.
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Marco Rizzo è un ragazzino non fa testo,
il comunismo in Italia è morto col PCI
ma Grammelot è un puppatolo nostalgico
lui ci crede che i comunisti mangiassero i bambini
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Mavvàààà, avevo letto di “Bruno” e speravo che il Gramella desse addosso a quellla nullità impedita psicofisicamente di Ta-Bacchee, e invece… Figuriamoci, non sia mai che tra colleghi di bandiera si diano addosso. Pfui!
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Gramellini hai strarotto a minchia. Illeggibile.
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Strano il mondo di Gramellini. Il giorno prima di morire il compagno Bruno era e sarebbe rimasto un putiniano. La vergogna ormai non esiste più. La faccia di bronzo viene ostentata come una bandiera di cui andare fieri.
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