Domenica sera, chi avesse visto e ascoltato Luciana Castellina a In Onda avrebbe potuto riacquistare fiducia nella politica e nel genere umano. È successo quando Carlo Calenda (con l’abituale cipiglio di chi è reduce dalla Conferenza di Yalta con Stalin e Roosevelt) ha definito […]

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Domenica sera, chi avesse visto e ascoltato Luciana Castellina a In Onda avrebbe potuto riacquistare fiducia nella politica e nel genere umano. È successo quando Carlo Calenda (con l’abituale cipiglio di chi è reduce dalla Conferenza di Yalta con Stalin e Roosevelt) ha definito i 5Stelle come dei “bambini” se messi a confronto con degli “adulti” (egli medesimo, ça va sans dire). Bene, la straordinaria ragazza che gli sedeva accanto lo ha fulminato con un soave: no, certe cose non si dicono. Al che Calenda ha farfugliato qualcosa, ed è anche (lievemente) arrossito restituendoci un minimo di speranza nel futuro. Questi brevi cenni sul Calendario non sono dettati da malanimo nei confronti del personaggio che, anzi, nell’essersi autoiscritto alla hall of fame degli statisti dopo il terzo posto conseguito nella corsa al Campidoglio, ricorda a noi tifosi giallorossi la favola di Julio Sergio. “Il miglior terzo portiere al mondo”, secondo il mister Luciano Spalletti che però lo teneva sempre in panchina. Proprio perché pensiamo che Calenda abbia, come si dice, ampi margini di miglioramento, ci permettiamo di dargli un paio di consigli non richiesti. Il primo sarebbe stato quello di non sottoporsi mai alle “chiacchierate a tutto campo” del Foglio, ma purtroppo siamo arrivati tardi alla luce delle tre dense paginate in cui, ieri, è stato affettuosamente impacchettato e adieu. Un vile agguato se si considera che il succitato giornale è uno spietato sterminatore di leader fondatori di Nuovi Centri e Terzi Poli. Era già successo con Matteo Renzi e Mario Monti, concupiti e letteralmente polverizzati. Quando hanno puntato un Mario Draghi all’apogeo della celebrità abbiamo tutti pensato che gli piaceva vincere facile. Come è stato ridotto il Migliore è sotto gli occhi di tutti.

L’altro suggerimento è molto semplice: studiare di più. Piero Ignazi, per esempio, che potrebbe spiegargli come e perché nei sondaggi lo spazio assegnato al Centro sia solo “un rifiuto di collocarsi” (Domani). È come se si volesse creare il partito del “non so”. Il “si vince al centro” è una visione vecchia di cinquant’anni sempre ripresa con un’impressionante pigrizia intellettuale”. Una illusione ottica spazzata via dal neo conservatorismo di Reagan e Thatcher e dal populismo trumpiano. Il flop in Francia del fronte macronista chiude il cerchio. Infine, Calenda vada a ripetizione da Luciana Castellina. Impari cos’è la passione politica, la capacità di ascoltare, di discutere, di riflettere. E anche un briciolo di buona educazione.