(Dott. Paolo Caruso) – Mancano ormai poche ore dalla apertura dei seggi elettorali  per il rinnovo delle amministrazioni comunali a Palermo e in molti altri comuni,  ma l’aria che si respira nel capoluogo siciliano risulta pesante avvelenata com’è da accuse, sospetti, complicità, e arresti di candidati  conseguenti ad un vero e proprio accordo elettorale tra esponenti politici e personaggi mafiosi di primo piano. Così mentre Palermo si appresta ad esercitare il diritto di voto, l’atmosfera che si percepisce in città è resa ancora più fosca dalla cappa ingombrante della mafia. All’arresto nei giorni scorsi del forzista Pietro Polizzi e del “Padrino” Agostino Sansone, ha fatto seguito ieri  quello di Francesco Lombardo “fratelli d’Italia”, e del boss Vincenzo Vella rendendo ancora più incandescente lo scontro elettorale. L’allarme della procura è un dato di rilievo in quanto sussistono esigenze urgentissime di tutela dell’esercizio  del diritto dovere di voto di buona parte dell’elettorato che verrebbe sottratto alle regole democratiche divenendo semplice merce di scambio da assoggettare al condizionamento e all’intimidazione del potere mafioso. Accordo  probabilmente  che si sarebe protratto e rafforzato con la prossima tornata elettorale per le regionali d’autunno.  Ecco che dopo l’apertura  del vaso di Pandora con gli arresti dei due candidati e la scoperta dell’intreccio politico mafioso, questa fiacca campagna elettorale delle comunali a Palermo ritorna a infiammarsi con uno scambio di accuse tra i diversi e opposti competitor politici, riproponendo il teorema del rapporto politica e mafia sempre più attuale con il rientro nell’agone elettorale degli ex “galeotti” Cuffaro e Dell’Utri. Infatti l’ex senatore di Forza Italia e l’ex governatore, pagato il conto con la giustizia, sono ritornati a giocare un ruolo importante nelle scelte della  politica siciliana, condizionandone il percorso  e indirizzandone il voto.  E pazienza se Paolo Borsellino ha detto che ” I partiti politici non devono soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno, dando seguito anche a qualsiasi  sospetto o fatto inquietante.” Figuriamoci poi in questo infuocato colpo di coda della campagna elettorale….. dove agli arrestati si aggiungono i quattro ritenuti  impresentabili dalla Commissione Antimafia alle elezioni amministrative di Palermo, 3 del centrodestra ( Totò Lentini, Giuseppe Milazzo e Francesco La Mantia) uno del centrosinistra(Giuseppe Lupo del PD).  I partiti che avevano deciso all’unanimità di ripulire le proprie liste da eventuali impresentabili  hanno deciso di non avvalersi di tale strumento e adesso si spera solo che gli elettori facciano chiarezza con il voto. In Sicilia cambieranno le amicizie ma non tutto il resto, i legami e gli attori sono sempre gli stessi e del cambiamento gattopardiano non c’è neanche la parvenza.  Del resto a Palermo, in Sicilia ma anche nel resto d’Italia c’è sempre chi si avvale per sete di potere dei personaggi condannati per mafia , se li contende e li sostiene. Le clientele e la sete di potere sono la loro forza. L’aria che si respira in città tra la gente è quella di profonda delusione, infatti in una città frustrata da innumerevoli problemi  è venuto a mancare un serio e credibile  programma per Palermo.  Un vero programma di rinascita per questa città distrutta da anni di incuria, una città in ginocchio violentata da tempo da una politica fallimentare. In questa competizione elettorale, a poche ore dal voto amministrativo, si assiste ad un continuo susseguirsi di accuse, un nuovo modo di concepire certa politica caratterizzata dal vuoto dei partiti e dalla presenza ingombrante della mafia. Una calma piatta investe le forze politiche, un tragico vuoto di idee all’interno dei diversi schieramenti che di sicuro lascia poco spazio alla speranza. Così Palermo si appresta ad esercitare il diritto di voto, un voto comunque sporcato da ombre, da sospetti da possibili interferenze e commistioni, ma che tutti i cittadini onesti si augurano possa essere preludio alla rinascita. E’ opportuno che proprio in questi momenti di difficoltà prevalga da parte degli elettori la consapevolezza dell’importanza del voto evitando di ricorrere al semplice e sempre più diffuso astensionismo, o al solito deleterio voto clientelare, indirizzando il proprio consenso a individualità di spicco capaci di amministrare con assoluta correttezza e illuminata intelligenza la cosa pubblica. A guadagnarci così sarà la buona politica e soprattutto la città.