Su La7 prime crepe sul “riscatto” di Kiev: forse non finirà così bene. Se voi, cari lettori, leggete solo il Fatto Quotidiano, non potete sapere la verità sulla guerra. La verità, che noi abbiamo appreso sabato sera per caso, è la seguente: Putin, fino circa alle 19-19:30 del 28 maggio, era una mezza schiappa […]

(DI DANIELA RANIERI – Il Fatto Quotidiano) – Se voi, cari lettori, leggete solo il Fatto Quotidiano, non potete sapere la verità sulla guerra. La verità, che noi abbiamo appreso sabato sera per caso, è la seguente: Putin, fino circa alle 19-19:30 del 28 maggio, era una mezza schiappa, procedeva lentissimamente col suo esercito straccione di ragazzini piagnoni, il battaglione Azov stava resistendo eroicamente (o, laddove si arrendeva, si arrendeva eroicamente), e noi eravamo pronti a goderci lo spettacolo dell’imminente ritirata russa con conseguente vittoria dell’Ucraina, come da accorato appello-monito della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen; grazie all’invio massiccio di armi sempre più micidiali da parte delle Forze del Bene, l’Ucraina stava per vincere come ha vinto l’Eurovision, stante anche l’oggettivo fallimento russo, tanto che si poteva pure accarezzare il rischio nucleare perché – come disse valorosamente Beppe Severgnini da Gruber – “tanto vinciamo noi”. Sennonché sabato sera verso l’ora di cena – e se avete seguito la Maratona Mentana lo sapete bene – Putin è diventato improvvisamente forte, e il sogno di un Occidente libero guidato dall’Ucraina coi suoi eroi tatuati ha cominciato a svanire.

Mentana: “La Russia riuscirà a prendersi un pezzo del Donbass?”. L’analista Dario Fabbri: “Può prenderlo anche tutto, dipende in quanto tempo e a che prezzo”. Ma come, non dovevamo riprenderci i territori occupati nel 2014? Fabbri: “Gli Oblast’ di Lugansk e Donetsk sono controllati dai russi e dai miliziani filorussi, siamo dentro un saliente, come si dice in termini militari, che può trasformarsi in una operazione a tenaglia”. E la sovranità territoriale dell’Ucraina? E gli Usa che aiutavano Zelensky e il suo popolo a difenderla (come del resto hanno sempre fatto, per esempio in Iraq, in Libia e in Kosovo-Serbia)? Fabbri: “La Russia sta ottenendo notevoli avanzamenti tattici nel Donbass e potrebbe trovarsi a superare la resistenza in quella regione e poi puntare al sud”.

Ma come, noi ci abbiamo fondato tutto un mito byroniano, ci siamo fatti piacere pure i nostalgici di Hitler e di Bandera! Fabio Angelicchio, inviato a Mikolaiv: “Molti soldati ucraini stanno perdendo un po’ questa voglia di riscatto”. Cioè: gli ucraini rischiano di non vincere? Fabbri: “Gli ucraini potrebbero essere davanti a un dilemma: o ci ritiriamo o restiamo lì, ma se restano potrebbero rimanere intrappolati”. Scriveva Fabio Mini sul Fatto il 6 aprile: “Nessun aiuto può far vincere Kiev”, il che ci è valso i soliti improperi. Il 20 maggio l’ha scritto pure il New York Times: la vittoria di Kiev non è realistica, altri 40 miliardi di dollari di aiuti sono dannosi, e uno scenario in cui l’Ucraina riconquista tutto il territorio che la Russia ha preso dal 2014 è pura fantasia.

Ma almeno, Putin lo stiamo accoppando con le sanzioni? Fabbri: “La Russia ha siglato un patto con la Cina per il gas. I Paesi non occidentali non hanno isolato la Russia”.

Per di più, si apprende che c’è stata una telefonata tra Putin, Scholz e Macron, per la gioia di noi ipocriti, nénéisti, anti-atlantisti e paci-putiniani. Fabbri: “È un tentativo forte di quella parte di Europa che non vede la questione come gli americani; che cerca il dialogo e non vuole che la Russia sia cacciata altrove da questa guerra”. Ma come, noi abbiamo scritto per tre mesi che i nostri interessi non coincidono con quelli americani, che non dobbiamo spingere Putin nelle braccia della Cina, che occorre che Kiev ceda qualcosa perché si arrivi a un compromesso (da cui una pioggia di anatemi: pacifinti, ciecopacisti, ipocriti, infami), e adesso è mainstream?

Adesso, piano piano, dopo 4 mila morti civili (ma forse molti di più) e una crisi mondiale, ci arrivano anche i nostri media – di cui la maratona su La7 è una buona avanguardia – e la propaganda del “vincere! E vinceremo!” si spompa in una sera. (Ma noi, si sa, abbiamo dato l’Iban ai militari russi quand’erano in missione a Bergamo: non fidatevi di noi).