(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – A essere sinceri fino alla brutalità, dobbiamo ammettere che le commemorazioni per le stragi del 1992-’93 sono un rito stanco, ripetitivo, vuoto, noioso, inconcludente. Perché allora dedicare quattro pagine speciali del Fatto al 30° anniversario dell’assassinio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro? Perché forse, in questa Povera Patria, esiste […]
Cosa ci dice Giovanni Falcone
(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – A essere sinceri fino alla brutalità, dobbiamo ammettere che le commemorazioni per le stragi del 1992-’93 sono un rito stanco, ripetitivo, vuoto, noioso, inconcludente. Perché allora dedicare quattro pagine speciali del Fatto al 30° anniversario dell’assassinio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro? Perché forse, in questa Povera Patria, esiste ancora qualcuno che non lo trova inutile. Ma dev’essere un ben strano soggetto. Guardiamoci intorno. La Sicilia e Palermo stanno per tornare nelle grinfie di Dell’Utri e Cuffaro. FI, fondata e guidata da un signore tuttora indagato come mandante delle stragi, è al governo senza che nessuno ricordi quell’agghiacciante indagine, neppure quando l’indagato è candidato dal centrodestra al Quirinale. I pochi pm rimasti a scavare nei rapporti fra mafia e politica, come Gratteri, vengono sistematicamente sabotati e scavalcati, mentre fanno carriera i normalizzatori. La Consulta smantella, con la complicità di governo e Parlamento, il 41-bis e l’ergastolo ostativo: le due armi che, insieme ai pentiti, ci hanno consentito di sapere quel poco che sappiamo sulle stragi. Da otto mesi si attende la motivazione della sentenza d’appello che assolve i colletti bianchi per la trattativa Stato-mafia. Tra un mese si voterà su un referendum per riportare i condannati nelle istituzioni; e si terranno Amministrative al buio, senza che l’Antimafia indichi per tempo i candidati impresentabili.
Eppure restiamo fra i pochi temerari a pensare che la memoria sia utile. Non per i piani alti del Potere, dediti alla più lurida restaurazione. Ma per quelli bassi: i cittadini che, non avendo nulla da chiedere, da guadagnare e da perdere dai poteri criminali, possono permettersi il lusso di conoscere e cercare la verità. La verità sulle stragi in parte la sappiamo e in parte la intuiamo da quello che non sappiamo. È una verità tridimensionale che si estende in profondità a uomini e apparati politico-istituzionali, anche se troppe sentenze e ricostruzioni la appiattiscono a storia di bassa macelleria criminale.
Chi convinse Riina a rimangiarsi il piano di uccidere Falcone per le vie di Roma e a progettare una strage molto più spettacolare, ma anche rischiosa, a Palermo in piena elezione del presidente della Repubblica? Chi fu il supervisore che partecipò ai sopralluoghi a Capaci, noto solo all’inner circle di Riina e non ad altri mafiosi sul posto? Chi indusse Riina ad anticipare in fretta e furia via D’Amelio prima che Borsellino verbalizzasse le sue ultime scoperte sul piano di destabilizzazione retrostante Capaci? Chi erano gli infiltrati della polizia complici di via D’Amelio che la moglie del pentito Di Matteo lo pregò di non indicare ai pm mentre il figlioletto Giuseppe era prigioniero? Chi è il tizio, sconosciuto ai mafiosi, che Spatuzza vide partecipare al caricamento dell’esplosivo nella Fiat 126 per la strage Borsellino? Chi erano i rappresentanti dello Stato che fecero sparire da via D’Amelio l’agenda rossa di Borsellino? Per rispondere, occorrerebbero magistrati specializzati e coraggiosi, ma i pochi che abbiamo sono quasi tutti in pensione. L’ultimo, Scarpinato, ha affidato ai colleghi rimasti un dossier con nuove piste: vigileremo perché non ammuffisca in un cassetto.
Le controriforme targate Cartabia chiudono la preziosa parentesi Bonafede proprio a questo scopo: una magistratura sempre più burocratica e verticalizzata, in cui basta controllare un pugno di capi per bloccare sul nascere qualunque pm “testa calda”. Come negli anni dei porti delle nebbie e delle sabbie. Nel 1982 il Pg di Palermo Giovanni Pizzillo accusò Rocco Chinnici, capo dell’Ufficio istruzione (il pool con Falcone e Borsellino), di “rovinare l’economia siciliana” indagando sulle banche e gli intimò di “caricare Falcone di processi semplici in modo che cerchi di scoprire nulla”. Ora, grazie alla Cartabia, i pm verranno giudicati dal numero di indagini: chi farà “processi semplici” (sui poveracci) sarà premiato e chi si avventurerà in quelli complessi (sui potenti) punito. In attesa di una nuova generazione di magistrati che ritrovi il coraggio e la memoria dei processi complessi contro la tentazione comodissima di archiviare i buchi neri alla voce “archeologia giudiziaria”, non resta che coltivare e pungolare l’opinione pubblica. In tempi di elezioni, ci resta l’arma del voto: noi continueremo a informare chi vuole sapere, nella speranza che poi tutti compiano il proprio dovere.
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Grazie Raf, buona domenica
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Grazie Raf2 e buona domenica…
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L’arma del voto. Se i 5s con una valanga di consensi (e seggi parlamentari) non ce l’hanno fatta mi domando quale voto potrà mai cambiare questa Povera Patria.
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la valanga di consensi l’hanno avuta. Servita solo al bibitaio per fare carriera.
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Caro Travaglio, lei ha ragione sul voto. Ma, se continueranno a non farci scegliere gli uomini che dovrebbero rappresentarci in Parlamento, per la prima volta nella mia vita, rinuncerò alla mia piccola quota di sovranità popolare.
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La mafia non ha più la sede a Corleone, oggi la mafia ha sede a Roma, basta guardare l’albero genealogico di chi rappresenta l’itagglia oggi.
Tale padre tale figlio.
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Patrick,la penso anch’io cosi’. l’unica soluzione ,a mio avviso, e’ una coscienza civile collettiva, dove il NOI, critico, informato, sia la memoria e il cane da guardia delle istituzioni.
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Un Travaglio in gran forma fornisce un ottimo ripasso dei motivi per cui chiunque abbia a cuore un po’ di Giustizia debba, necessariamente, orientare il proprio voto verso chi non delinque (dato che sono i soli in grado di legiferare in tal senso), sempre nella remota speranza di poter vedere un giorno allargarsi il ventaglio di possibilità, in modo che questa non rimanga una prerogativa dei soli pentastellati. E’ infatti indegno per qualunque Paese civile che un elettore con idee di destra, per almeno un quarto di secolo, sia stato rappresentato solo da delinquenti più o meno conclamati e puttanieri. A sinistra è andata di poco meglio: più viscida e ugualmente predona, almeno hanno cercato di salvare le apparenze, riuscendo ad esprimere, di quando in quando, qualche personaggio non del tutto biasimabile (tipo Franceschini o Bersani). Tutti gli elettori avrebbero diritto a dei rappresentanti onesti.
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Detto dall’ostentatore di bandiere ucronaziste.
Vai in Donbass, che aspetti?
C’é l’Honesto Zelensky che ha bisogno di te.
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Se aspetto che tu scriva qualcosa di intelligente, magno tranquillo.
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Jonny Dio…..ben detto….!!!!!
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De gustibus non est disputandum!
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Ho votato quelli che volevano aprire il parlamento come una scatoletta di tonno e gridavano onestà e ora me li ritrovo al governo con……….
. e la lotta alla mafia ? Ciao ciao
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Se ancora non hai imparato che non ci si lamenta della gamba sana, puoi sempre fare una cosa: la prossima volta, vota direttamente per la mafia, così non rischierai di rimanere deluso. La trovi alla voce “Coalizione di centro destra”. Buona lussuria.
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Yonny d
Non ti fa onore difendere l’indifendibile, oramai il fu mv5s tronzi non sono più quelli di 2 anni fa’, sono diventati un tutt’uno con la peste nera e con la peste nerissima,
Soggetti talmente insignificanti e corrotti come tutti gli altri, non accetteranno la mazzetta dal palazzinari ma sicuramente la valigetta dallo zio Sam si, ne abbiamo un esempio lampante in gigino o bibitaro,
Peccato erano partiti bene ma si sono guastati subito, e il biascichio di giuseppi ne è una chiara prova, un passo avanti e due indietro,
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@Jonny Dio:
“Frankie 27 novembre 2021 alle 20:11
Sapete come si chiama colui che, fuori dalla banca o dalla gioielleria, non ruba mentre il resto della banda è dentro a fare razzie armi in pugno?
PALO”
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E allora, che problema c’è: non siete soddisfatti dell’onestà dimostrata a fatti e non a chiacchiere dai pentastellati (checché se ne blateri, l’unica formazione politica della Storia recente ad essere mai stata in grado di disfarsi delle proprie mele marce, mentre chiunque altro se le coccola), oppure non siete in grado (ammesso che lo siate mai stati) di cogliere la differenza? Invece di vomitare ad ogni pié sospinto l’inutile bile di cui siete colmi, è giunta l’ora di volgere finalmente altrove il proprio sguardo, che la tornata elettorale si avvicina inesorabilmente (avete presente quella cosa chiamata “democrazia”, che al contrario dei regimi illiberali prevede financo la possibilità di scegliersi i propri rappresentanti? Quella roba là).
Infatti, là fuori esiste ancora un ampio ventaglio di possibilità alternative: Letta, Salvietta, Triglia con cetrioli di mare, Trojani e Fonzie sono ancora tutti al loro posto, e vi aspettano a braccia aperte. Non va dimenticata la scelta più comoda di tutte: il sempre più invocato astensionismo che, oltre ad essere un chiaro regalo per le succitate alternative, ben si addice a chi, molto italianamente, è solo capace di lamentarsi sempre.
Se vi deludono anche loro, probabilmente il problema è dentro di voi (ma, dato che da certi preclari figuri nessuno si aspetta mai nulla di buono, è molto difficile rimanerne delusi).
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Sarà. Sta di fatto che le mele rimaste dopo l’eliminazione di quelle marce (siamo sicuri che erano tutte marce quelle levate dal cestello? Io mica tanto, a me pare il contrario invece…), mi ricordano tanto quelle della strega cattiva di Biancaneve.
Ma se Jonny Dio ci assicura che non è così, non è così, punto.
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La sola cosa che Jonny Dio assicura è la tua evidente mancanza di argomenti.
Se non sei “mica tanto” sicuro che nel M5S chiunque sia stato beccato a trafficare col malaffare sia anche stato messo alla porta (mentre nelle famose alternative, solitamente questo è il sistema per far carriera, e anche quelle rare volte in cui si viene messi alla porta, si finisce immancabilmente per rientrare dalla finestra), non hai che da smentirmi, ad esempio proponendo qualche nome di eventuali pentastellati intrallazzatori, così vediamo se quelli che proponi sono anche degli argomenti o solamente tue personali illazioni, come pare.
Tanto sai benissimo che, ammesso ma non concesso che tu abbia un nome da proporre, impallidirebbe se messo a confronto con gli esemplari da competizione di cui le famose “alternative” sono imbottite, e dunque, non avendo di fatto null’altro da dire, hai preferito cercare di spostare il discorso facendo dell’ironia gratuita su di me, che invece ho argomentato in maniera solida, e ti ho pure sfidato a smentirmi.
Qualora ne fossi in grado, ti invito ad argomentare le tue affermazioni, altrimenti scusami ma ti devo proprio salutare, come se avessi accettato.
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“… tipo Franceschini […]”.
Franceschini? Franceschini chiiiiii???
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Che non sia mai stato una cima è fin troppo palese, ma cosa avrebbe mai fatto di tanto biasimabile?
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Ipocrisia democristiana (a Pompei), affari privati (B&B, sponsorizzazioni dell’amante), fallimento professionale (tutti i ruoli ricoperti).
Dario Franceschini non serve a nulla.
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ti rispondo qui (accidenti a te che ti devo rincorrere)
siamo ambedue favorevoli alla lotta per ristabilire giustizia, libertà, equità sociale.
Vi sono vari modi per raggiungerla
tu per la lotta armata, la guerriglia e la rivoluzione (a leggere i tuoi post)
io invece ho visto che ogni volta che si impugnano le armi, si generano reazioni sempre più violente, che lasciano degli strascichi e ferite che non si rigenerano più, con situazioni in bilico e mai definite.
Quando il tuo avversario è troppo forte e sai che se ti opponi con violenza, quadruplicherà la repressione cosa ti conviene fare?
opporti attraverso la non collaborazione e cercare alleati che ti supportino nella tua lotta, ma non con le armi.
E’ quando non si è uniti che ci si divide in fazioni che si perde.
I nemici di Mandela hanno perso, perchè non avevano più alleati e non potevano arrestare tutti gli scioperanti, se avessero opposto azione armata, sarebbero ancora lì.
Non tutti sono come il dittatore Fulgencio Batista che non si accorse quello che stava per accadere (manco gli americani e la mafia).
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Oddio, qui? Va bene, presumo sia Gandhi Ucraina Impero Britannico Putin. E’ il contesto che conta, i personaggi che agiscono. Insisto sulla improprieta’ del tuo accostamento, vi sono dei crepacci profondi chilometri a separare i due casi; pontificando: il successo dell’India non dimostra/spiega/suffraga l’insuccesso della Malesia nell’ambito dei movimenti indipendentisti rivoluzionari. Il “tuo sistema” va bene per la Sicilia, contro la Mafia, non contro un Putin in Ucraina. Paralleli: conflitti gia’ in corso, divisioni sedimentate. Divergenze: rinascimento civile ri-militarizzato (“omini verdi” e nazionalismo post ’89) contro militarizzazione dell’autocrazia di un regime oligarchico. Putin ha reso “immortale” la NATO, la Nuland e pure Draghi. Zelensky fara’ la fine di Ingroia.
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Assaltano il palco di Italexit inneggiando alla brigata Azov. Costanzo: “Dimissioni Lamorgese, Prefetto e Questore”
15 Maggio 2022, 22:04
di Jessica Costanzo.
Ieri sera in piazza Castello, durante una serata di informazione autorizzata sulle decisioni del governo del Draghistan di tirare dritto con la via del riarmo, si è visto andare in onda il solito copione della questura e della prefettura di Torino verso chi manifesta pacificamente sollevando particolari scomodi.
All’arrivo c’era già un folto gruppo di striscioni e bandiere ucraine con slogan inneggianti il dubbio Battaglione Azov, senza ombra alcuna di ffoo vicine. Proprio per evitare ciò che è poi successo, abbiamo contatto Digos e polizia per prevenire provocazioni e disordini. Appena iniziato il mio intervento sul palco – dove ribadivo che la verità in guerra è la prima sconfitta e ringraziando chi come il giornalista Tony Capuozzo esterna tesi scomode, ma da un punto di vista di chi la guerra l’ha vissuta per 40 anni – sono stata interrotta ripetutamente da manifestanti pro Azov intenzionati a scavalcare energicamente le transenne.
Ai manifestanti ho ribadito il pensiero di Beatrice Hall: “Non sono d’accordo con il tuo pensiero ma darei la vita perché tu possa pacificamente esprimerlo”. La Polizia non è pervenuta per diversi minuti. Silenzio assenso? Non è la prima volta che succedono dinamiche simili, sembra che nella concezione di “mantenimento dell’ordine pubblico” nel Draghistan sia inclusa puntuale la copartecipazione di gruppi di antagonisti che agiscono indisturbati, per provocare illegittimamente.
Inutile ricordare il trattamento riservato al Senatore Paragone e alla deputata torinese Jessica Costanzo dalla polizia quando, all’arrivo di Draghi a Torino, venne impedito a due parlamentari, illegittimamente, di accedere alle vie del centro. È giunto il momento di chiedere le dimissioni del Questore, del prefetto di Torino, in compagnia con la ministra del moto ondulatorio Lamorgese e ribadiamo il nostro fermo No all’invio di armi.
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Non controllo nemmeno perche’ si tratta di una ex-M5S, passata dalla parte di un fregnacciaro come Paragone. Mi fai vedere delle foto in cui si identificano persone per la loro appartenenza a qualunque cosa “Azov”?
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Ottimo pezzo di Travaglio. Se la gente non ha dimenticato e ha capito perfettamente cosa è accaduto e chi ha voluto la morte di Falcone e Borsellino lo deve a quei pochi giornalisti che hanno saputo e voluto raccontarci con coraggio una verità scomoda. La verità in uno Stato dove diversi suoi apparati si sono fatti ormai crimine organizzato, isolando i suoi bravi servitori che si ostinano a fare il loro dovere, fatti saltare in aria per fermarli. Poi tutti a fare finta di piangere ai loro funerali e a correre a dedicargli scuole e Piazze, nella vana speranza che l’oblio avvolga i nostri ricordi.
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RIP.
….anche la mia speranza.
La restaurazione e l’insabbiamento sono quasi completati.
Prima che rinascano un Falcone e un Borsellino passeranno altri 50 anni e io sarò già morta da tempo.
Oggi siamo attaccati a Gratteri, ma sembra di rivivere lo stesso film che vivemmo con Falcone, ed è insopportabile.
Il voto ormai sembra un vuoto esercizio stilistico, utile solo a legittimare lo stato di cose e a bollinare come democrazia quella che è demorazzia, e siamo di nuovo qui al punto di deflagrazione, ma questa volta la mafia e le menti raffinatissime sembra non abbiano più nemmeno bisogno di sparare.
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Proprio pochi minuti fa, su Rai 3, una improvvida cronista ci mostrava la “manifestazione” di alcuni giovani a ricordo di Falcone. Come sempre il linguaggio del corpo è più esplicativo di ogni discorso, e la ” manifestazione” ( ” i gggiovani manifestano, evviva! ” Pensiero usuale di chi è cresciuto in epoca… analogica) appariva, oltre che esigua numericamente a dir poco fiacca. La due volte provvida giornalista ha poi avvicinato duebtre ragazze apparentemente sveglia e ha chiesto chi per loro fossero Falcone e Signora. La prima ragazza ci ha preso: due giudici. La seconda si è solamente guardata intorno muta e disperata, la terza ha chiesto, dubbiosa: “Due eroi?”.
Questo succede a vivere nel passato.
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Travaglio ha scordato per Borsellino il finto colpevole Scarantino, balordo di periferia convinto a suon di botte ad autoaccusarsi della strage di via d’amelio . CHI è stato davvero a organizzare tutto?
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Ottimi Falcone e Borsellino.
Pur sapendo di lottare contro i mulini a vento sono andati fino in fondo a costo della loro vita.
È cambiato qualcosa?
La mafia è stata sconfitta?
Assolutamente no.
La mafia non potrà mai essere sconfitta semplicemente perché e un’organizzazione piramidale.
Per ogni boss che viene ucciso o arrestato ce ne sono almeno altri 4 pronti a prendere il suo posto.
Funziona così da secoli e per altrettanti secoli continuerà a funzionare così.
La cosa più vergognosa è uno Stato che arresta un Brusca reo confesso della strage di Capaci e di altri 150 omicidi ( l’ha detto lui stesso: ” Non so quanta gente ho ammazzato……sicuramente più di 100 e meno di 200 ) e dopo nemmeno 20 anni di carcere lo lascia libero senza manco sequestrargli i soldi.
Ebbene sì.
Giovanni Brusca è a tutti gli effetti un libero cittadino.
Credo che l’offesa più grande al sacrificio di Falcone e Borsellino sia proprio questa.
Ps.
Ovviamente Brusca è solo un esempio eclatante…..i mafiosi pentiti e a piede libero sono ormai impossibili da contare.
😓
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Basta contare i loro portavoce seduti nelle poltrone che governano l’itagglia.
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Fa rabbia @Silvio, è vero. Se uno pensa solo a Giuseppe Di Matteo verrebbe voglia di vedere Brusca decapitato in una pubblica piazza.
Ma i pentiti sono stati l’arma determinante per scoperchiare la mafia, capirne i meccanismi interni,
arrivare a qualche verità su omicidi e stragi.
È la lezione di Falcone.
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Grazie a Raf2
Un grazie al direttore Marco Travaglio il Gratteri del Giornalismo.
Buona domenica al direttore e buon proseguimento al dott. Gratteri.
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E’ dal 1945 che governiamo con Mafia e fascisti…. e oggi vi meravigliate.
In tutte le stragi ci sono i mafiosi,i fascisti e i servizi segreti…questo non vi dice nulla…si segreti,ma deviati dagli USA.
In Sicilia ancora Cuffaro ,Dell’Utri e company….poverini!
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Quel giorno finì la speranza in uno Stato più giusto.
Delle domande senza risposte di M. T. nell’art. Si ricava quella essenziale: “Quale fu il soggetto politico istituzionale più alto a dare il consenso alla strage e perché.”
Consenso che rese poi possibili i depistaggi e i sabotaggi da parte di branche di altri apparati dello Stato e che ancora rendono lacunosa su tanti punti la vicenda.
Se fino a oggi non si è fatta piena luce su quella strage dubito possa farsene domani e questo lascia l’amaro in bocca per un altro dei misteri irrisolti del nostro Paese
In ogni caso non penso sia inconcludente ricordare ogni volta che occorreb il valore di due uomini dello Stato come Falcone e Borsellino.
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Purtroppo siamo rimasti in pochi a pretendere la VERITA’ di quelle stragi, la maggioranza e’ troppo presa da altre paure, siamo ormai una massa informe di ipocondriaci con museruola d’ordinanza e lasciapassare, l’Italia e’ MORTA.
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Purtroppo aveva visto giusto il grande Montanelli nel 1998-99, quando affermava che la mafia fosse “un modo di vivere, di concepire la vita di relazione” condizionata dal fatto che i siciliani (ma ormai non vale solo per loro, vale anche per chi vive al nord e pure all’estero) hanno più fiducia nella mafia che nello Stato, concludendo che “finché la situazione è questa non c’è niente da fare: la lotta è destinata alla sconfitta”. Anche io ho smesso di credere al fatto che il fenomeno mafioso possa essere debellato (ammesso che si voglia combattere). Lo dico con molta amarezza e rassegnazione.
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@un certo Stefano dalla fine dell’800 e ancor di più dall’inizio della WW2 la mafia non è mai stata un problema regionale. Montanelli ascrivendola a un problema di siciliani non ha fatto un buon servizio al Paese. Il problema è che la Mafia ha trovato sponde e alleanze strutturali con politica, organi dello Stato, professionisti, industriali, massoneria, chiesa, e persino oltreoceano è stata legittimata, nobilitata, sovvenzionata e anche infiltrata da CIA, politica, Stato, etc.
Le menti raffinatissime a cui si riferiva Falcone erano proprio i rappresentanti del Potere, delle élite, quelle che governano il mondo.
(Ha altri miti oltre a Montanelli o ne ha fatto un idolo religioso da adorare con tempietti e candele?)
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