Capita di non trovare la parola giusta per descrivere un comportamento, un atteggiamento. Vi scervellate, compulsate il dizionario, poi leggete un articolo ed eccola lì bella che servita: energumeni. È il termine usato da Michele Serra […]

(Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Capita di non trovare la parola giusta per descrivere un comportamento, un atteggiamento. Vi scervellate, compulsate il dizionario, poi leggete un articolo ed eccola lì bella che servita: energumeni. È il termine usato da Michele Serra, domenica scorsa su Repubblica, a proposito degli “energumeni che prendono il sopravvento sui ragionevoli”, nel fronte ampio “che vuole fermare Putin, proteggere gli ucraini, evitare che la guerra degeneri, consolidare l’Europa”. Possibile, si chiede, che “qualunque parola spesa al di là dell’indignazione etica e della voglia di menare le mani è ‘intelligenza col nemico’”? Mi guarderò bene dal tagliuzzare una frase qui e una là per adattarle a ciò che più mi fa comodo anche perché fin dal primo giorno di guerra mi sento sopraffatto non dalle certezze che non ho, ma dalle domande che si fanno un po’ tutti (tranne gli energumeni): quando finirà questo inferno e perché c’è chi vuole che non finisca? Oltre a essere dominato dalla voglia di menare le mani, l’energumeno si comporta spesso da vile. Sempre pronto a bullizzare, spalleggiato da altri bulli, quello che ritiene l’avversario più debole – il “professorino” da deridere o da iscrivere seduta stante al partito di Putin – questo gradasso da talk tace prudentemente se i medesimi concetti – di chi, per esempio, chiede più trattativa e meno armi agli ucraini – vengono espressi da personaggi del mainstream o delle istituzioni davanti ai quali il nostro eroe scatta sull’attenti. Infatti, non si azzarderebbe mai a dire a gran voce che il professor Luca Ricolfi “è al soldo dei russi”, solo perché sostiene che “gli interessi europei non sempre coincidono con quelli americani”. Chissà se Serra cita il pensiero diverso di un’altra firma di Repubblica, quasi a smentire la presenza di “energumeni” nelle stanze accanto alla sua. Leggete ora queste due frasi: “Una volta terminata la Guerra fredda, era necessario identificare gli interessi comuni tra europei e russi. Creare un sistema di sicurezza e di difesa comune fondato sugli interessi vitali di europei, russi e americani”. Oppure: “L’errore fu aver portato la vecchia Nato ai confini con la Russia”. Chi l’ha detto? Alessandro Orsini a una tv putiniana? Oppure il presidente della Consulta, Giuliano Amato in un’intervista al Venerdì?