(Bartolomeo Prinzivalli) – La propaganda russa punisce ed uccide, quella occidentale ignora o riduce al silenzio (salvo casi estremi, come Assange), ma ciò non significa che esista una propaganda buona ed una cattiva; la propaganda è propaganda, ossia la mistificazione della realtà, o un racconto parziale della stessa, allo scopo di indirizzare l’opinione pubblica a convenienza oppure di coprire interessi privati poco puliti. Questo è sbagliato ed io non posso esimermi dall’evidenziarlo, è più forte di me.

A chi dice “allora vai in Russia” o “ringrazia che qui consentono di poterti esprimere così” rispondo semplicemente che è un coglione, o quantomeno che mostra evidenti deficit cognitivi. In Italia crollano i ponti e muoiono le persone, mentre in Kenya i masai costruiscono le case con fango e sterco di mucca; quindi io piuttosto che denunciare i Benetton dovrei ringraziarli perché non hanno usato la merda al posto del cemento, giusto? Oppure ad una eventuale compagna che mi tradisce con l’idraulico dovrei riconoscenza perché al confronto la moglie del vicino l’ha cornificato con il gommista, il postino ed il salumiere contemporaneamente? È un concetto talmente imbecille da consigliare a colui che l’ha coniato di andarsi a nascondere finché non se ne sia persa la memoria, se solo avesse un briciolo di pudore.

No, io vivo in Italia ed è un mio preciso diritto e dovere evidenziare cosa non funzioni e dovrebbe essere migliorato in casa MIA, prima di mettere il becco altrove. Combattere le ingiustizie in Russia è compito del popolo russo, derivante dalla propria necessità di cambiamento, sacrificio e purtroppo anche dal sangue che si è disposti a versare. “La democrazia non si esporta, si conquista dal basso attraverso la volontà del popolo”, questa frase me la disse mio padre anni fa e mi colpì tantissimo per quanto semplice e veritiera. Questo fecero i nostri partigiani, rischiando la vita contro un regime opprimente e dittatoriale a causa delle scelte sconsiderate di un leader inebriato dagli effluvi della gloria, coadiuvati dagli alleati giunti alla fine e non esenti da crimini commessi. Chi ritiene dobbiamo eterna gratitudine e devozione all’America per averci aiutato ricordo che il tributo più grande in termini di vite lo pagarono proprio i russi, ricacciando i tedeschi fin dentro la capitale, quindi anche questa scusa non regge. Non è il colore di una bandiera a definire cosa sia giusto o sbagliato, vorrei che un crimine venisse giudicato in base alla sua efferatezza, sia stato commesso da mio fratello o dal mio più acerrimo nemico; vorrei che un invasore non venisse definito tale in base a religione, lingua e moneta adottate; vorrei che il colore della pelle non fungesse da tratto distintivo fra vittima e danno collaterale; ma soprattutto vorrei che le volontà dietro ad ogni disegno criminale venissero svelate squarciando il velo d’ipocrisia che nasconde i mandanti dagli esecutori. Tutto questo non potrà accadere finché esisterà la propaganda.

Io la combatterò sempre…