(Roberta Labonia) – La Germania costituirà un fondo di 2 miliardi di euro per finanziare l’acquisto di armi a Kiev, ma non gli invierà le proprie;

-La Germania deciderà quali armi inviare in Ucraina in base ad una lista a suo tempo fornita da Kiev anche se l’ambasciatore ucraino a Berlino ha mandato a dire a Scholz che “le armi di cui abbiamo bisogno non sono in quella lista”;

– l’Ucraina ha chiesto alla Germania di inviargli i carri armati Marder a disposizione dell’esercito tedesco ma la Germania ha detto no: quei carri armati serviranno per proteggere la Germania in caso di un attacco diretto da parte della Russia;

– la Germania nutre molti dubbi riguardo l’opportunità di inviare personale tedesco in Ucraina per addestrare i suoi militari;

– l’embargo sul gas russo, ha lasciato intendere il cancelliere Scholz, non è un’opzione che, almeno al momento, la Germania ritiene percorribile.

Altri distinguo rispetto alla linea atlantista arrivano da Austria, Irlanda, Grecia, Cipro, Malta, Ungheria e Bulgaria. La discussione verte, principalmente sugli aiuti militari all’Ucraina. Quindi non tutti hanno l’encefalogramma piatto.

Ne deduco quindi che sostenere l’Ucraina senza darsi la zappa sui piedi si può ;

Ne deduco anche che esprimere posizioni diverse da quelle indicate da Biden a mezzo UE, si può ugualmente.

Deduco infine che prendere le distanze dalle strategie belliche NATO, volte a coinvolgere l’Europa in una lunga guerra di logoramento in territorio ucraino, non è conteplato fra i peccati mortali.

Signor Draghi, in questi giorni di splendido isolamento in quel di Città della Pieve, la invito a meditare sulle differenze che corrono fra uno Stato che è fedele allo spirito europeo nella misura in cui ciò non vada a ledere gli interessi nazionali, ed un’altro che invece esegue acriticamente i diktat euro-americani fino al punto di mettere in pericolo la sicurezza e il benessere del suo popolo.

Poi ci faccia sapere.