Il giornalista: «Il conformismo dell’informazione si era già esteso con la pandemia. L’escalation comunicativa serve a reggere l’equazione tra Putin e Hitler. La propaganda domina e i dem nascondono il vuoto politico rifugiandosi nell’indignazione facile».

Buongiorno Michele Santoro: le stanno facendo pagare di aver detto che la guerra è un nemico più mostruoso di
Vladimir Putin?
«Mi sembra evidente che il nemico più grande sia la guerra. Una guerra che potrebbe essere nucleare e mettere in
discussione l’esistenza della nostra specie».
Le fanno pagare di non demonizzare abbastanza Putin?
«Pago già un’emarginazione che non è cominciata con questa guerra. Mi sono battuto contro l’editto bulgaro di Silvio
Berlusconi, ho raccolto voti per chi si dichiarava diverso da lui. Ma che alla prova dei fatti non lo è affatto».
Questa guerra finirà solo con la destituzione di Putin?
«Siamo di fronte al congelamento delle posizioni. L’ipotesi più sciagurata per l’Europa è l’allungarsi del conflitto. Ai
morti e ai massacri si aggiungerà la situazione tragica dei profughi e di tutti coloro che già stanno sopportando le
conseguenze della pandemia. Il numero dei poveri aumenterà enormemente».
Il vicesegretario della Nato Mircea Geoana ha teorizzato che più si arma l’Ucraina prima finisce la guerra.
«La traduzione pratica di questo linguaggio è il ricorso a sistemi sofisticati di contraerea e all’uso di missili a medio
raggio. Quale sarebbe la risposta di Putin? Armi nucleari tattiche? Nessuno ricorda come iniziano le guerre che
finiscono male».
Per esempio?
«Il bombardamento dell’Afghanistan giustificato dalla mancata consegna di Bin Laden, ucciso anni dopo in Pakistan.
La guerra è continuata per altri undici anni e si è conclusa con una rovinosa ritirata. Oppure l’invasione dell’Iraq
giustificata dalla presenza delle inesistenti armi chimiche che ha portato all’Isis e a milioni di morti».
Questi fatti giustificano l’azione di Putin?
«Ne creano le premesse. Putin chiede: perché gli americani possono perseguire unilateralmente i propri interessi
strategici e io non posso perseguire quelli russi? La Nato non c’entra? Ma se i militari ucraini vengono addestrati in
America vuol dire che l’Ucraina già si comporta come un Paese della Nato».
Ha torto Biden quando dice che siccome Putin non vuole trattare, l’unica possibilità per riportare la pace è
schiacciarlo militarmente?
«I fatti lo smentiscono. Le rivelazioni del Wall Street Journal sul tentativo del cancelliere tedesco Olaf Scholz
dimostrano che chi non ha voluto trattare è Volodymyr Zelensky».
L’Europa e l’Italia hanno interesse a seguire l’America in questa strategia?
«Secondo me non ha interesse nemmeno l’America. È una strategia che si è dimostrata fallimentare in Iraq,
Afghanistan, Libia. Oggi Biden vuole creare un muro tra Europa e Russia. Ma questo spinge Putin in braccio alla Cina,
creando un blocco asiatico in grado d’influire in maniera decisiva sul dollaro».
E l’Europa e l’Italia?
«L’economia europea sarà la più penalizzata. Quanti profughi e disoccupati avremo? Per me è grave che la destra
appaia più sensibile alle condizioni degli strati disagiati. Cosa ci dice il voto in Ungheria e in Serbia? Non vince
l’indignazione nei confronti di Putin. Perché Marine Le Pen recupera su Macron. Questi politici non sono certo nelle
mie simpatie, ma si mostrano più preoccupati per le sorti dei più deboli. In Italia il Pd è totalmente indifferente alle
conseguenze della guerra sui ceti più poveri. Mentre devo sentire Giorgia Meloni dire una cosa ovvia: chiudere il gas
per noi è un suicidio».
Perché Mario Draghi è il più zelante nel seguire Biden?
«Temo che la mancata elezione al Quirinale l’abbia trasformato in un’anatra zoppa. Lo stesso governo è un’anatra
zoppa. Prima non si poteva aprire una crisi per la pandemia ora per la guerra. Il governo sopravvive e basta. Draghi è
l’alfiere della linea dell’ “intervento armato umanitario”. Zero iniziativa».
Cosa pensa dell’alternativa pace o aria condizionata?
«La guerra la stanno facendo con i missili non con i condizionatori».
Forse ritiene risolutive le sanzioni.
«Allora perché ha approvato l’invio di armi, decisione che, per conto mio, offende la Costituzione. Dovremmo inviare
armi a tutti i popoli aggrediti, come fa intendere Giuliano Amato?».
Il fatto che tutti i sondaggi diano una maggioranza contraria all’aumento delle spese militari avrebbe meritato più
attenzione?
«Da 15 anni non abbiamo un governo espressione del voto popolare e meno della metà degli aventi diritto va alle urne.
Questa democrazia che difendiamo anche con le armi non mi pare scoppi di salute».
Perché Letta e Draghi sembrano gareggiare in allineamento alle volontà americane? C’è qualche poltrona da
conquistare?
«Credo che non riescano a concepire un pensiero diverso. Per Letta è più grave perché è un leader di un partito».
Il Pd ha il pensiero dei dem americani.
«Biden e Letta si assomigliano, ma nel Pd non ci sono Ocasio-Cortez o Bernie Sanders».
I massacri di Bucha sono il punto di svolta della guerra: prima si parlava di negoziato ora c’è spazio solo per le armi?
«Quella strage, sulla quale restano molti dubbi, porta a concludere che con Putin che fa queste cose non si può
trattare. Gli stupri, il missile per i bambini. Tutto viene narrato per arrivare a questa conclusione».
Non l’hanno convinta le intercettazioni dei servizi segreti tedeschi che svelano i dialoghi tra i militari russi che
giustiziano i civili?
«Le intercettazioni e i morti sono veri. Metto in discussione la connessione tra gli elementi, trasformati in una
comunicazione organica per trasformare tutto in uno scontro tra cattivissimi e buonissimi».
Per esempio?
«Chiamare fossa comune quella buca con i cadaveri davanti alla chiesa. Le fosse comuni servono ad occultare
cadaveri giustiziati, non adagiati in attesa di essere sepolti. Si mostrano i corpi sulla strada, ma non si capisce quando
e dove siano stati giustiziati. Poi si mostra una camera di tortura… Il video dell’ingresso a Bucha della milizia ucraina
non mostra né la fossa comune né i morti per strada. Siccome i morti dovevano essere per forza visibili, qualcuno
dovrebbe spiegare perché non sono stati mostrati subito».
Il sindaco di Bucha a Piazzapulita ha detto che i cadaveri erano in un’altra zona.
«Nel filmato con la milizia ucraina si vedono levarsi i droni. E i droni li avrebbero visti. E secondo me li hanno visti, ma
hanno preferito tenerli al riparo per confezionare adeguatamente il racconto. Detto questo, i morti sono veri. C’è un
altro fatto».
Cioè?
«Esiste una guerra civile tra russofili e ucraini. Una guerra combattuta non dagli eserciti regolari, ma da civili e bande
avvezze a rappresaglie, torture, vendette di tutti i tipi, com’è sempre nelle guerre civili».
Questa è una guerra dominata dalla propaganda?
«Sicuramente. II linguaggio degli ucraini è molto efficace per gli occidentali, meno per la Cina o l’India. Come per
l’esercito, i consulenti americani funzionano bene anche per la comunicazione».
Stiamo camminando su un piano inclinato? Come spiega la voglia di guerra dei nostri media?
«Il conformismo si era già steso ovunque con la pandemia. Perciò i nostri media erano già pronti… Se si deve arrivare
a Mosca è necessaria un’escalation della comunicazione».
Ora si calcano i toni apocalittici e si parla di genocidio, forni crematori, stupri di bambini…
«Si usano termini che possono tradurre l’equazione tra Putin e Hitler, sovrapporre le due immagini. Ma mentre Hitler
aveva la volontà di annientare gli ebrei, non credo che Putin voglia sterminare gli ucraini».
Letta ha risposto al suo invito di pronunciarsi per il diritto di Alessandro Orsini a partecipare ai programmi Rai?
«No».
Il professor Orsini a Cartabianca censurato da Andrea Romano e Valeria Fedeli, l’eurodeputata Francesca Donato
zittita da Paola Picierno: oltre che della guerra il Pd è diventato il partito dell’intolleranza?
«Il Pd per nascondere il vuoto politico in cui si trova si rifugia nell’indignazione facile. Ma dimentica i 20 milioni di russi
morti per combattere Hitler».
L’unica voce che prova ad affermare una visione diversa è papa Francesco?
«Mi ha colpito che a Fabio Fazio che gli chiedeva delle conseguenze della guerra sui bambini il Papa ha risposto che
più che dei bambini dobbiamo parlare della guerra. Certo, muoiono i bambini, muoiono i civili. Non trascuriamo la
sofferenza enorme di vedere questi morti. Però può essere fuorviante parlare dei bambini e delle morti piuttosto che
del sacrilegio della guerra. Appena si palesa la possibilità di un accordo si torna a parlare delle atrocità dei bambini e
non di come fermare la guerra».
Francesco ha detto che prevale lo schema della guerra sullo schema della pace.
«Bisogna che l’Unione europea si comporti diversamente dagli Stati Uniti e costringa Biden a cercare l’accordo.
Perché fin quando non lo cercherà Biden la guerra continuerà».
Un’altra accusa è ai neutralisti. Come sostituire alla prospettiva Zelensky o Putin quella guerra o pace?
«Innanzitutto, non sono neutrale. Condanno l’invasione di Putin di uno Stato sovrano. Sto decisamente dalla parte
dell’Ucraina. Quelli che s’indignano nei dibattiti ci facciano capire quale obiettivo perseguono. Vogliono arrivare a
Mosca e rendere la Russia un Paese simile all’Italia? Non avvertono il peso dei morti, non vogliono la fine del
massacro? Vogliono che si concluda con un “lieto fine democratico”. Fra quanti mesi, quanti anni, quanti morti?».
Siamo sempre all’esportazione della democrazia?
«Se la esportiamo con la forza dell’esempio mi va benissimo. Se la vogliamo imporre con le bombe o con una possibile
distruzione del mondo, mi va meno bene».
In questa situazione la priorità della pace rischia di aggiornare uno slogan storico: meglio russi che morti?
«L’idea che Putin possa invadere la Polonia è una favoletta buona per giustificare l’equazione con Hitler. I cosacchi
non si abbevereranno alla fontana di San Pietro; ma se fosse possibile vorrei evitarmi anche le distruzioni e le
radiazioni nucleari».