(Massimo Gramellini – corriere.it) – Lungo tutta la penisola, con epicentro inevitabile sui colli di Roma, si respira una certa aria di scoramento per la crisi del diciassettesimo anno tra Ilary Blasi e Francesco Totti, «che insieme sono così carucci». Una delusione solo parzialmente riscattata dalla notizia, peraltro smentita, che Berlusconi starebbe per risposarsi, mettendo finalmente la testa a posto sulla soglia della quarta età. Per pareggiare l’eventuale deflagrazione della love-story tottiana ci vorrebbe ben altro: come minimo, la vox populi reclama che Michelle Hunziker e Ramazzotti ritornino sotto lo stesso tetto.

Siamo davvero strani. Il numero dei divorzi aumenta più rapidamente delle bollette della luce. E i matrimoni, ormai persino quelli civili, sono così sporadici e cagionevoli che tra un po’ ci daranno un bonus anche per sposarci. Eppure, ci si ostina a pretendere proprio dai Famosi quell’ultima riga delle favole che non riusciamo a scrivere nelle vite normali. Quell’amore eterno che era obiettivamente più facile promettersi nel medioevo, quando tra guerre e carestie il «per sempre» era destinato a durare pochissimo. Una coppia come Blasi e Totti, cresciuta sotto i riflettori e sottoposta – immagino – a una sfilza continua di tentazioni, che riesce a restare insieme per quasi vent’anni e a crescere ben tre figli, contribuendo eroicamente al ripopolamento delle nostre esauste contrade, andrebbe festeggiata con la stessa enfasi con cui in passato si celebravano le nozze di platino.