(Giuseppe Di Maio) – Da una settimana l’Ussl ha rinviato a febbraio la prenotazione di tutte le visite e accertamenti diagnostici non urgenti. Vabbè, non morirò adesso, non per il diabete, o per la mancata RM e l’ecoaddome. Ma una signora della mia stessa ussl da un anno è in attesa di un importante intervento oncologico. Lei rischia grosso. Perché? Perché le corsie degli ospedali cominciano ad affollarsi di sfortunati, di incauti, di teste dure. Avete capito? E’ arrivato il messaggio? A tutti? Anche a quelli che pur non essendo medici credono di sapere tutto di un farmaco perché hanno letto il bugiardino? Non parliamo poi di quelli che non l’hanno manco letto, e per i quali il “mi sembra” è un’espressione sacra, da cui dipendono le libertà costituzionali.

La democrazia compiuta procede per successive emancipazioni. Stadi in cui, mentre si esalta la considerazione di sé stessi, si distrugge la devozione per altri, ad esempio per l’autorità, per i capiscuola della scienza e della morale. E pare che la democrazia si realizzi alla stessa maniera dell’età adulta. Come nella crescita individuale, in cui capita che il proprio genitore passa da onnisciente a un fesso che non capisce niente, così nella democrazia l’autorità perde tutto il suo originale valore e diventa mistificatrice e inetta. Quest’epoca di costante illuminismo, soprattutto tra le classi gregarie, ha purtroppo una grave ragione. Il popolo ha scoperto la corruzione del potere, il trucco che sta alla base della lotta di classe, ha smascherato una classe dirigente troppo spesso immorale e scadente. Quest’agnizione però resta infeconda, non si carica della necessaria responsabilità. Allo stesso modo di un adolescente che avendo scoperto le menzogne degli adulti si sente d’un tratto svincolato da ogni obbligo morale.

E’ chiaro che è solo una fase infantile, come ciò che capita alla democrazia quando i cittadini pretendono di sostituirsi alle autorità della scienza scambiate per membri della pubblica amministrazione. E tutto questo solo perché è possibile ipotizzare da qualche parte e in qualche modo un interesse privato. Prendono le misure sanitarie per misure politiche, credono che la scienza sia teologia, si inventano apprendisti stregoni. Studiano i virus su internet, si curano con la varechina, affollano le terapie intensive. E tolgono il posto a uno che voleva curarsi la cardiopatia o l’artrosi. Si dirà allora che i no vax non sono il male assoluto e che nelle corsie ci sono anche gli altri. Per carità! Non voglio entrare nel merito dei numeri, non voglio essere trascinato nei verbosi litigi pandemici. Il guaio è che io con costoro ci volevo costruire la democrazia, quella tal cosa capace di individuare il “bene comune”. Non volevo perdermi in un campo di marte dove per amore della libertà fossero possibili tutte le fesserie del mondo, anzi: soprattutto quelle. E mentre tra i poveri le convinzioni sanitarie imperversano come le guerre di religione, i ricchi, dopo averle fomentate, si fanno curare nelle cliniche private.