(Massimo Gramellini – corriere.it) – Voi non conoscete Vishal Garg, ma ci sono novecento persone che vorrebbero non averlo mai conosciuto. Liberarsi di novecento dipendenti in un colpo solo rappresenta da sempre un notevole dispendio di energie emotive, oltre che un’inaccettabile perdita di tempo. D’ora in poi non sarà più così, grazie a questo autentico pioniere che ha sperimentato il licenziamento di massa su Zoom, la piattaforma digitale. Garg si è rivolto alla telecamera con poche ma sentite parole: «Se sei in questa chiamata, fai parte del gruppo sfortunato che deve interrompere il rapporto di lavoro con effetto immediato». La prima reazione dei novecento davanti al computer sarà stata sicuramente quella di chiedersi quanto stesse soffrendo il povero Garg nel licenziarli, perciò lui ha voluto rassicurare tutti, spiegando con voce dimessa che l’ultima volta in cui aveva cacciato qualcuno era scoppiato a piangere, ma che stavolta sperava di essere più forte.

Garg è il manager di un’azienda di mutui online, la Better.com (chiamarsi Meglio per comportarsi peggio è emblematico della neolingua biforcuta). Non entro nel merito dei licenziamenti: se fossero legittimi o no, necessari o no, meritati o no. Qui ci si limita a esaminare la forma, che ovviamente è sostanza. Mandare via un migliaio di persone con un unico messaggio preconfezionato rende molto bene l’idea di quanto certi oligarchi digitali arricchitisi con il web considerino importante quel «fattore umano» di cui parlano a vanvera nelle interviste.