Da Bruxelles arrivano le linee guida sulla comunicazione da utilizzare all’interno dell’Europarlamento. Nessun riferimento a genere, etnia, religione, età o orientamento sessuale per «garantire che tutti siano apprezzati e riconosciuti».

(tag43.it) – Niente riferimenti di genere, come «Signore e signori» o «Mr. and Mrs.» né parole che richiamino festività religiose, come «Natale». Le nuove linee guida della Commissione Ue hanno dato vita a più di una polemica dentro e fuori l’Europarlamento. Nell’ottica di una comunicazione esterna e soprattutto interna maggiormente paritaria, da Bruxelles è arrivato un documento ricco di direttive, che hanno già fatto storcere il naso ad alcuni degli europarlamentari.

Commissione Ue: «Ogni persona ha diritto a essere trattata in maniera eguale»

«Ogni persona nell’Unione Europea ha il diritto di essere trattata in maniera eguale senza riferimenti di genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale», spiegano dalla Commissione Ue. A spiegare il punto di vista di Bruxelles è Helena Dalli, commissario all’uguaglianza. «Dobbiamo sempre offrire una comunicazione inclusiva», ha scritto in una nota, «garantendo così che tutti siano apprezzati e riconosciuti in tutto il nostro materiale indipendentemente dal sesso, razza o origine etnica, religione o credo, disabilità, età o orientamento sessuale». La lotta alla discriminazione di ogni tipo, secondo la Commissione, passa anche dal linguaggio utilizzato dai suoi stessi rappresentanti. Tra le raccomandazioni, oltre all’evitare riferimenti di genere e parole riguardanti la cristianità, anche l’attenzione da riservare al modo in cui ci si rivolge a uomini e donne, che deve ovviamente essere uguale. Le direttive puntano il dito contro alcuni esempi, come chiamare per cognome i rappresentanti di sesso maschile e solamente per nome le rappresentanti femminili.

Commissione Ue, le polemiche di Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Anche Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno commentato la scelta linguista della Commissione Ue. «Il politicamente corretto non risparmia niente e nessuno», scrive la leader di Fratelli d’Italia su Facebook. «La Commissione Europea, tramite un documento interno, considera il Natale una festività poco “inclusiva”. Nel bersaglio anche i nomi Maria e Giovanni. Il motivo? Potrebbero risultare “offensivi” per i non cristiani. In nome di una bieca ideologia si vuole sopprimere la cultura di un popolo. La nostra storia e la nostra identità non si cancellano». Dello stesso avviso anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha parlato di «una follia».