Pubblichiamo la trascrizione integrale del discorso pronunciato oggi da Giorgio Agamben sul green pass di fronte alla Commissione Affari Costituzionali del Senato.
Vorrei soffermarmi solo su due questioni da portare all’attenzione dei parlamentari che dovranno votare la conversione in legge del decreto legge sul green pass.
1. Il primo è l’evidente contraddittorietà del decreto in questione. Voi sapete che il governo grazie ad un decreto è esentato da ogni responsabilità per i danni prodotti dal vaccino. E quanto gravi possano essere questi danni risulta dal fatto che l’articolo 3 dello stesso decreto menziona esplicitamente gli articoli 589 e 590 del codice penale, che si riferiscono all’omicidio colposo e alle lesioni colpose.
Come autorevoli giuristi hanno notato, questi significa che lo Stato non si sente di assumersi la responsabilità su un vaccino che non ha terminato la sua fase di sperimentazione. E tuttavia allo stesso tempo cerca di costringere con ogni mezzo i cittadini a vaccinarsi, escludendoli altrimenti dalla vita sociale e ora, col decreto che state votando, privandoli persino della possibilità di lavorare.
È possibile immaginare una situazione giuridicamente e moralmente più abnorme? Come può lo stato accusare di irresponsabilità chi decide di non vaccinarsi, quando lo stesso Stato che per primo declina formalmente ogni responsabilità in merito alle possibili gravi conseguenze del vaccino?
Vorrei che i parlamentari rispondessero a questa contraddizione, che a mio avviso configura una mostruosità giuridica.
2. Il secondo punto sul quale vorrei attirare la vostra attenzione non riguarda il problema medico del vaccino, ma quello politico del green pass. È stato detto da scienziati e da medici che il green pass non ha in sé alcun significato medico ma serve ad obbligare la gente a vaccinarsi. Invece io penso si debba dire il contrario: ovvero che il vaccino sia un mezzo per costringere la gente ad avere il green pass. cioè uno dispositivo che permette di controllare e tracciare gli individui, misura che non ha precedenti.
I politologi sanno da tempo che le nostre società sono passate dal modello “di disciplina” a quello delle società “di controllo”, fondate sul controllo digitale, virtualmente illimitato, dei comportamenti individuali. Ormai diventati quantificabili. Ci stiamo abituando a questi dispositivi di controllo. Ma, vi chiedo, fino a che punto siamo disposti ad accettare che questo controllo si spinga?
È possibile che i cittadini di una società che si pretende democratica si trovino in una condizione peggiore dei cittadini dell’Unione Sovietica sotto Stalin? Voi sapete che i cittadini sovietici erano costretti a mostrare un lasciapassare per ogni spostamento da un Paese all’altro. Noi invece siamo costretti a mostrarlo anche per andare al ristorante, al museo, al cinema e ora anche per andare a lavorare.
Come è possibile accettare che per la prima volta nella storia d’Italia dopo le leggi fasciste del 1938 sui non ariani si creino dei cittadini di seconda classe che subiscono restrizioni che – sul piano strettamente giuridico – sono identiche a quelle subite dai non ariani?
Tutto fa pensare che i decreti legge che si susseguono uno dietro l’altro vadano inquadrati in un processo di trasformazione delle istituzioni e dei paradigmi di governo. Trasformazione che è tanto più insidiosa perché, come per il fascismo, avvengono senza il cambiamento del testo della Costituzione, ma surrettiziamente. Il modello che viene così eroso e cancellato è quello delle democrazie parlamentari con i loro diritti e le loro garanzie costituzionali. Al loro posto subentra un paradigma di governo in cui, in nome della bio-sicurezza e del controllo, le libertà individuali sono destinate a subire limitazioni crescenti.
La concentrazione esclusiva dell’attenzione sui contagi e sulla salute mi pare impedisca di percepire quale sia il significato di questa grande trasformazione della sfera politica e impedisca anche di rendersi conto che la sicurezza e l’emergenza non sono fenomeni transitori, ma costituiscono la nuova forma di governabilità. Credo che in questa prospettiva sia più che mai urgente che i parlamentari considerino la trasformazione politica in corso che alla lunga del resto è destinata svuotare il Parlamento dei suoi poteri, riducendolo ad approvare semplicemente – in nome della bio-sicurezza – decreti che emanano da organizzazioni e persone che col Parlamento hanno ben poco a che fare.
Giorgio Agamben, intervento sul green pass alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, 7 ottobre 2021
Categorie:Coronavirus, Cronaca, Editoriali, Interno, Politica
Che viva a lungo Agamben e il suo pensiero.
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Si può vedere (!) :
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si, c’è tuttora, lo chiamano Па́спорт passaport, “interno” per gli amici,
ma è la nostra carta d’identità
all’epoca il problema era che certe etnie, che avevano collaborato coi nazisti durante l’invasione,
successivamente furono osteggiate e deportate come ritorsione, tipo i tartari di Crimea,
ed era grazie all’identificazione sul passaporto dell’etnia di appartenenza che
corrispondevano limitazioni nella circolazione interna tra i vari stati, e le discriminazioni
riservate loro dai russi che erano freschi di guerra, e che erano partenti dei milioni di morti che aveva causato
ma non centra una benamata cippa con il green pass
deliri di un vecchio malmostoso
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non poteva mancare il solito commento demente del Marco bolognese.
Oramai non c’é nemmeno da replicare alle caxxate che scrive, tanto non risponde.
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Si può vedere :
e qui (!!) :
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Gli eroi della sanità che tutto il mondo ci imita (cit.) :
https://visionetv.it/usa-se-non-ti-vaccini-niente-trapianto-crolla-lultima-frontiera/
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In effetti il parallelismo col famoso “Vietato l’ ingresso ai cani e agli Ebrei” fa pensare. Ma i cani in questo caso possono entrare. praticamente dovunque.
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Professor Marco Cosentino,medico chirurgo, docente ordinario di farmacologia all’Università dell’Insubria.
“Questi vaccini sono ‘leaky’, imperfetti. Arma importante ma non risolutiva, e un uso scriteriato potrebbe essere controproducente.
Sono tre i casi tipici che il virus può trovarsi davanti: il primo, una persona che non è mai venuta a contatto con SARS-2, quindi senza immunità. In questo caso il virus può mutare ma non ha pressioni selettive che lo spingano a «sfuggire» alle difese immunitarie attraverso «varianti». Il secondo caso è quello in cui un soggetto ha una immunità pienamente efficace, così SARS-2 viene neutralizzato prima di moltiplicarsi e diffondersi. Terzo caso, un soggetto con un’immunità attiva ma non completa. Rientrano nel terzo caso sia «vaccinati» che «guariti» nei quali non siano presenti anticorpi neutralizzanti sufficientemente «potenti». In tal caso il virus può persistere, selezionare varianti con vantaggio competitivo e diffondersi ulteriormente. Quando un vaccino fornisce un’immunità del genere, riduce i rischi di contagio e malattia ma non li azzera, viene detto «leaky» ovvero «che perde», «che gocciola». In italiano è più semplice definirlo «imperfetto». Un vaccino «imperfetto» in linea di principio ha vantaggi e svantaggi. Abbiamo ormai ampie prove che tutti i vaccini di cui disponiamo sono vaccini «imperfetti», che non bloccano il contagio e che al meglio attenuano la malattia. un vaccino imperfetto promuova anche la selezione di varianti più aggressive. Su questi presupposti, è dunque del tutto plausibile che anche i vaccini anti-Covid19 attualmente in uso abbiano benefici ma altrettanto che contribuiscano pure alla selezione di varianti, esattamente come probabilmente avviene in quegli individui guariti che abbiano però sviluppato un’immunità attiva ma non completa. In conclusione, i fenomeni alla base della diffusione di SARS-CoV-2 e dell’insorgenza di Covid19 sono complessi e ancora largamente da chiarire, e certo non sono semplificabili e semplicistici come un certo pubblico dibattito li vorrebbe. I vaccini sono armi importanti ma al tempo stesso non risolutive, utili per la protezione dei soggetti più vulnerabili ma il cui uso scriteriato potrebbe anche rivelarsi controproducente. Covid19 può colpire anche vaccinati e guariti, e questa consapevolezza deve quanto prima far riflettere sull’esigenza di curare la malattia secondo le migliori esperienze oggi disponibili. Vaccini e cure non sono alternativi, bensì complementari: solo impiegando entrambi al meglio si potrà superare rapidamente l’attuale crisi.”.
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Fare raffronti con l’Unione Sovietica di Stalin rafforza le tesi di chi solitamente si arrampica sugli specchi.
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Wow, leggere crisanti e mandarlo a fanculo a voce alta è l’unico
atto che mi viene subito in mente. Dopo la terza, ci sarà come bonus,
la quarta e la quinta e chissà.Mi ricorda gli americani ,
che per giustificare la bomba atomica al Giappone,
dissero meglio 300.000 morti adesso che altri dopo.
Peccato che il Giappone si era giò arreso perchè era agli sgoccioli,
per la cronaca la bomba era un messaggio pesante ai Russi.
Quindi oggi mediamente 2000 contagiati, e 50 morti, fanno clamore.
Nel periodo della cara vecchia influenza ,
milioni di italiani a letto con migliaia di morti e nessuno si sdegnava.
Wow Evviva il green pass, evviva la libertà e la costituzione.
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Spero di saperlo al “Pio Albergo Trivulzio”
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