(Francesco Erspamer) – Inutile illudersi che lo scandalo che coinvolge Luca Morisi affossi la Lega; o che le cazzate di Salvini e Renzi, anche quando apparissero tali ai loro sostenitori, facciano perdere loro un po’ di credibilità; come del resto non ne ha persa Trump dopo che i nuovi conteggi hanno confermato i risultati elettorali smentendo le sue accuse di brogli. Ma non è una questione di faziosità o disinformazione o irrazionalismo o complottismo; no, no, alla base di questa situazione c’è un fatto di cui occorre prendere atto se si vuole provare a rimediare o almeno a resistere: la gran parte della gente di destra, oggi, fa solo finta di credere nella tradizione, nell’onestà, nel rigore, nella religione, nella patria. In realtà l’unica cosa che gli interessa, apertamente, è il successo, preferibilmente espresso dal denaro e dalla visibilità. Anche se non ce l’ha: a molti basta sognare di poterlo ottenere un giorno e qualsiasi surrogato è nel frattempo sufficiente per farli sentire superiori agli altri — per esempio un iPhone ultimo modello acquistato il giorno della sua uscita passando la notte in fila davanti all’Apple Store, ridicolmente caro e tuttavia alla portata di chiunque sia disposto a rinunciare al resto. Ecco, questo è il popolo della destra. Purtroppo: perché dopo la resa incondizionata della sinistra al liberismo ci sarebbe proprio bisogno di una vera destra conservatrice, moralista, nazionalista. Non c’è e chi se la inventa per poterla combattere in quei termini (gli antifascisti e anticlericali fuori tempo massimo o gli integralisti della correttezza politica e della cultura della cancellazione all’americana) non è un ingenuo bensì un promotore dello stesso individualismo, consumismo e appiattimento sull’attualità che caratterizzano la destra reale.