(Giuseppe Di Maio) – Poi c’è stato anche Landini, ma a noi non è fregato più niente. La festa de “Il Fatto Quotidiano” ha avuto ospiti che finalmente potevano parlare indisturbati senza che un Presidente del Parlamento o un giornalista corrotto li interrompesse continuamente, senza che un altro ospite concorrente fosse lasciato libero di impedire a chi parlava di esprimere la sua verità. Travaglio ha raccontato il Conticidio; Virginia e Gualtieri hanno fatto compagnia alle sagome di Calenda e Michetti; la terna straordinaria di Davigo, Gratteri e del superlativo Scarpinato hanno illustrato lo stato della Giustizia in Italia. I due direttori Gomez e Padellaro hanno intervistato Giuseppe Conte. Lo hanno fatto parlare del governo con la Lega e di quello col PD, della pandemia e dell’affare Renzi, del governo Draghi e del prossimo futuro istituzionale. Infine gli è stato chiesto dei suoi rapporti con Grillo e della strategia politica del M5S. Niente che non si sapesse già, a parte qualche accenno di gossip su Renzi.

Non c’è che dire, quando le parole sono chiare non si possono più allevare dubbi. Ormai non è più il tempo delle battute di Grillo e dei suoi espedienti retorici, non è il tempo dell’ottimo Di Battista che fa propaganda di democrazia, o quello dell’eloquio assertivo di Di Maio, che regolarmente parla d’altro e non del Movimento. L’ex premier non solo ha scritto un nuovo statuto ma l’ha pure spiegato. Ha ripetuto chiaro qual è la carta dei principi e dei valori, cioè qual è il senso del nuovo corso pentastellato. Con la voce sforzata che ormai conosciamo, Conte ha tratteggiato un programma politico che ha interiorizzato il pensiero socialista e cristiano senza agitare simboli e sventolare bandiere del passato. Si potrebbe dire che il programma è indiscutibilmente di sinistra: una sinistra aggiornata e di sostanza, attenta alle questioni sociali e non solo ai temi delle distrazioni civili.

E parlando del Rdc e del salario minimo (insomma della giustizia sociale), ha detto che chiunque non si riconosca con i valori del M5S può anche scegliere un’altra via, un altro partito. Avete capito bene? Sì, ce l’aveva con voi. Ce l’aveva con chi ha potuto crescere nell’equivoco: ce l’aveva con i reazionari senza partito, con gli allegri complottisti che non sanno un’acca delle istituzioni e della politica, con i no vax che non capiscono l’effetto dell’aspirina, con chi dubita dell’allunaggio e della sfericità della terra, con i leghisti ecologisti, e con i fascisti a cui non piace la Meloni. Ce l’aveva con gli arrampicatori sociali che hanno scambiato il Movimento per il tram del proprio interesse privato. Avete sentito? Ecco, cambiate partito, liberateci della vostra presenza, andate ad ingrossare le fila della destra o del non voto. Ciao!

E ce l’aveva con voialtri, puponi della sinistra. Anche voi l’avete capito che il furbo avvocato di Volturara Appula, facendo finta di diventare vostro alleato ha in mente piano piano di assorbirvi il consenso, quel vostro indolente elettorato conservatore che si illude ancora di votare per il PCI. Poiché l’unica rivoluzione concessa al M5S non è quella di avere la maggioranza assoluta del paese, ma di sostituire la sinistra e la sua dirigenza traditrice.