(Bartolomeo Prinzivalli) – Solo per questa volta vorrei tralasciare le vicende politiche per parlarvi di ciò che è successo ieri sera. Sì, lo so, ci sono cose infinitamente più importanti nel mondo ed una partita può essere al massimo un oppiaceo blando rispetto alle immense sofferenze ed ingiustizie che stiamo patendo e patiremo in futuro, ma tant’è, godiamoci almeno l’effetto di questo paio d’ore spensierate perché di tempo per struggerci più avanti ne avremo a iosa.

Leggere oggi grandi complimenti dalle testate internazionali che hanno definito la nostra nazionale la più meritevole della vittoria per quel che ha mostrato in tutto il torneo fa davvero piacere, soprattutto per coralità di gioco, compattezza del gruppo e spirito di sacrificio. Infatti anche ai giocatori oggetto di maggiori critiche, i centravanti nello specifico, tutto si può rimproverare tranne che si siano risparmiati, compensando la scarsa vena realizzativa con il movimento continuo, a differenza di illustri predecessori molto più dotati che però passeggiavano svogliati in campo. Una nazionale senza grandi stelle ma con tanti buoni giocatori che a turno hanno disputato la migliore prestazione, in difesa, centrocampo o attacco, con umiltà e senza puzza sotto al naso, ripartendo da zero se si pensa alla disastrosa gestione precedente.

Per quel che riguarda l’approccio del tifo rispetto alla gara credo tutti possano ritenersi soddisfatti: infatti gli inglesi hanno festeggiato prima dell’inizio e gli italiani dopo la fine. Se non è spartizione equa questa, ditemi voi. Monumentale il britannico che si è tatuato la coppa il giorno precedente e da ora sarà costretto a vivere in una realtà tutta sua, risvegliato solo dalle accuse e percosse degli scaramantici compaesani. Farebbe meglio a strapparsela a morsi come fanno le volpi ferite, ma se riuscisse a conviverci potrebbe documentarne l’esperienza e magari tirarci su qualche sterlina, a volte le carriere nascono così, più spesso invece vengono stroncate.

Belli i fischi all’inno, il togliersi la medaglia dal collo, la nobile “funcia” (muso lungo) della famigliola reale, come se un fratello fuggiasco e linguacciuto non fosse sufficiente, ma si sa, gli inglesi hanno molto da insegnarci, talvolta invitando all’emulazione e talaltra attraverso l’esempio negativo della colossale figuraccia.

Auguri vivissimi a Vieira e Barthez per la loro nuova professione di “cogghire scazziddre” (raccogliere lumache nei terreni incolti), fallita miseramente la carriera da opinionisti sportivi.

Menzione a parte merita l’abbraccio sincero fra Mancini e Vialli, il cui pianto liberatorio simboleggia passione, solida amicizia e voglia di rivincita rispetto agli ostacoli che la vita dissemina sul proprio percorso. Senza dubbio la migliore cartolina dell’intera competizione.

Comunque ci fosse stato Draghi avremmo vinto sette a zero, poiché sarebbe bastata una sua arrabbiatura più la minaccia di lasciare il campo da gioco a determinare la resa incondizionata degli avversari.Ops, mi sa che stia già finendo l’effetto del sedativo.

Se ne potrebbe avere un’altra dose?