(di Monica Guerzoni – corriere.it) – Sulla riforma della giustizia Giuseppe Conte, in versione «semplice cittadino», non canta vittoria. L’ex premier spezza il silenzio che si era imposto per lasciare lavorare i sette “saggi” del M5S e attacca, sia pure con toni e soft e negando di voler disturbare il manovratore (Mario Draghi). «Non sono sorridente sulla prescrizione», svela il suo stato d’animo in collegamento con la manifestazione per i 50 anni dei Giovani di Confindustria. «Se il processo svanisce nel nulla non è una vittoria dello stato di diritto». La mediazione raggiunta dal presidente del Consiglio e dalla ministra Cartabia, votata all’unanimità in Cdm anche dai 5 Stelle dopo una giornata di trattative e tensioni, a Conte proprio non piace: «Siamo ritornati a quella che è, era e sarà una anomalia italiana. Rispetto al resto d’Europa noi stiamo dicendo che se un giudizio d’appello dura due anni e un giorno e un giudizio di Cassazione dura un anno e un giorno, il processo svanirà nel nulla. Chi canta vittoria per questa soluzione, francamente non trova il mio consenso».

I rapporti con Draghi

Parole che rischiano di pesare anche sulla trattativa con Beppe Grillo per la leadership, perché Luigi Di Maio, che molto si è speso per la mediazione tra le diverse anime del Movimento, è anche il ministro che più ha lavorato per far digerire ai 5 Stelle il punto di caduta sulla prescrizione. Ma il duello con il garante non è finito, l’accordo ancora non c’è e l’ex premier manda un messaggio ai parlamentari in pressing, che chiedono di accelerare per dare una guida al M5S: «Mi dispiace, io non sono ancora leader di nulla…». È un concetto che nell’intervista Conte ripete più volte. E quando arriva il tema delicato dei rapporti con Palazzo Chigi, l’avvocato va dritto al nodo: «Nessuno deve permettersi di dichiarare che io attacco il governo Draghi». Sono insinuazioni maliziose, smentisce le ricostruzioni di stampa l’ex premier: «Qui non è questione di Conte contro Draghi, ma di confrontarsi su principi e soluzioni». Mentre il giurista parla, su Facebook scorrono centinaia di commenti in grandissima parte favorevoli al suo rientro sulla scena, alla guida dei 5 Stelle. Gli chiedono se mai tornerà presidente del Consiglio e Conte glissa: «Non penso a nulla, io lavoro per creare le condizioni di un progetto politico solido».

Il messaggio a Grillo

Quindi il messaggio ultimativo a Grillo e ai suoi seguaci: «Se il progetto statutario che ho presentato insieme al progetto di partito sarà pienamente condiviso io ci sono, altrimenti no».