
(il Giornale) – I problemi quelli veri, che attagliano i cittadini? Eccoli qui. Per la sinistra, s’ intende. «Se ministra o ministro? Sempre ministra. Sul sito del governo c’ è scritto ministro? Faremo una legge anche per questo, perché il titolo ufficiale è ministro, io però penso sia giusto chiamarmi ministra».
La considerazione è di Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la famiglia, che ieri è intervenuta alla trasmissione di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora. Servirebbe addirittura una legge per cambiare questa dicitura? «La dicitura sì» per «i ruoli della Pa».
« All’ Università sono professore associato, formalmente, anche se mi faccio chiamare professoressa. Io credo – ha proseguito Bonetti a Rai Radio1 – che sarebbe importante promuovere la declinazione al femminile del linguaggio. Se vogliamo testimoniare che le donne possono accedere a qualsiasi ruolo della Pa, vivendolo nell’ esperienza del femminile, penso che anche il linguaggio debba avere la declinazione al femminile».
Purtroppo è così. Rientra nei “diritti a costo zero” di cui parlo in un altro post. Quelli che ci sventolano davanti per distrarci . mentre sono robustamente all’attacco di quelli che costano ( soldi): welfare, scuola, mezzi pubblici, sanità, ecc…ecc…ecc…
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Brava, d’accordissimo.
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Ma chi li sceglie questi articoli idioti?
Possibile che nella rassegna stampa non ci sia proprio nulla di meglio?
Buttafuoco poi… 4 righe striminzite che non dicono nulla di nulla. Ma sono articoli i suoi? Eppure non manca mai. I motivi sono imperscrutabili!
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