
(Emanuele Buzzi – il Corriere della Sera) – Alessandro Di Battista, lei ha scritto un saggio, «Contro», (edito da Paperfirst) che è un attacco al mondo della politica. Perché si dedica ancora a temi anti casta quando la gente cerca risposte su economia e salute?
«È molto difficile che questo governo dell’assembramento possa fornire le risposte che le persone cercano. Io ho fatto politica e non soltanto ho combattuto la casta. Penso sia giusto portare alla luce alcuni temi e credo che la battaglia per la sobrietà della politica tornerà di moda nei prossimi mesi».
Lei attacca i conflitti di interesse, ha detto che Conte è stato fatto fuori dai poteri forti. Non alimenta facili complottismi?
«Negare che ci siano asset di potere come industriali, lobby o grandi gruppi mediatici significa negare la storia».
La situazione nel Paese però si sta normalizzando.
«Far coincidere l’ andamento della campagna vaccinale con la normalità significa essere fuori dal mondo: i problemi sociali inizieranno dopo l’ estate».
Sostiene che la «pax draghiana» come lei l’ha definita sia dannosa per i partiti: a suo avviso subiranno ridimensionamenti?
«Sempre più persone decideranno di non votare più perché la politica sta dando il peggio di sé».
In che senso?
«Una volta attori e artisti coraggiosi si impegnavano su temi politici, oggi politici pavidi tacciono su questioni dirimenti, ma commentano cantanti e attori: è la morte della politica».
Ha intenzione di fondare un suo partito?
«Non ci ho ancora pensato. A chi mi dice di tornare nel M5S, rispondo che mi siederei al tavolo solo se uscissero dal governo».
Sente Luigi Di Maio? Che consigli gli dà?
«Sono uscito dal M5S e non do consigli a chi è dentro».
Ha detto che il Paese ha bisogno di manutenzione. Ma non ci poteva pensare il M5S?
«C’ è una parte di M5S che insiste su questi temi e una parte che pensa al Ponte sullo Stretto: io la penso come i primi».
C’è qualcuno che salva?
«Più che le singole persone salvo alcune battaglie».
E qualcosa che non rifarebbe più?
«Di errori ne ho fatti tanti, ma non ho mai sbagliato per convenienza».
Il M5S è diventato come l’Udeur?
«Se non torna a fare battaglie politiche rischia solo di trasformarsi in un partito di potere».
E Conte è in grado di dare la sterzata che serve al M5S?
«Gli faccio un in bocca al lupo».
Che giudizio si è fatto di lui?
«L’ ho conosciuto, mi pare una persona perbene e molto preparata. Gli ho chiesto più volte maggiore coraggio sul tema della revoca delle concessioni ai Benetton, ma allo stesso tempo gli riconosco una attenzione a famiglie e imprese durante la fase pandemica che non vedo con il governo Draghi».
Come finirà con Davide Casaleggio e con Rousseau?
«Davide è un mio amico. Spero proprio che non si arrivi in tribunale».
Lei è pronto a sostenere Virginia Raggi a Roma. Gli ultimi rumor per il centrodestra accreditano Gasparri come sfidante.
«Sì, leggo di candidati come Bertolaso, Gasparri e Albertini: sembra di essere tornati negli anni 90, solo che allora almeno c’ era qualche idea».
Ma se la sindaca glielo chiederà lei è pronto a tornare sul palco con i suoi ex colleghi?
«Al di là dei palchi, qualora Virginia me lo chiedesse io la sosterrei in prima linea».
TOMMASO MERLO
Grazie al governo dei peggiori aumenterà il malcontento verso la politica e si ravviverà la voglia di cambiamento radicale. In questo senso è una bella notizia.
Il governo dei peggiori ricorda a tutti in che paese viviamo davvero, la scarsa qualità della nostra classe dirigente ma anche i sempiterni vizietti della politica nostrana. Tipo l’ipocrisia e il continuo cambiar pelle. Ormai la politica non cambia solo idee con una disinvoltura disarmante, ma anche identità. E questo non a seguito di chissà quali profonde e sofferte evoluzioni storiche o politiche, ma a seguito della convenienza del momento. Nel giro di qualche giorno. Ci si rimangia tutto ad una velocità sconcertante.
Ormai i politicanti dicono una cosa, il giorno dopo si smentiscono clamorosamente e non si scomodano nemmeno più a giustificarsi. Come se la coerenza fosse diventato un trascurabile dettaglio perfino in politica.
Ma un conto sono i politicanti, un altro i poveri cristi e grazie al governo dei peggiori il fossato che li divide è destinato ad allargarsi.
Siamo del resto alle solite. In piazza la politica urla e mostra i muscoli, poi una volta nei palazzi pian piano si rammollisce. Per questo in Italia il cambiamento alla fine s’impantana sempre. In parte perché le promesse agli elettori son spesso esagerate per raccattar voti, in parte perché una volta nei palazzi i politicanti tirano i remi in barca e diventano cauti e moderati e concilianti. Perdono contatto con la realtà ma anche mordente.
Una volta nei palazzi entrano poi in contatto coi loro nemici politici e così giorno dopo giorno vengono meno certe ostilità da campagna elettorale.
Si riscoprono alla fine tutti colleghi, tutti esponenti delle stesse istituzioni ed è così che saltano paletti e tabù e rivalità. Ma ai poveri cristi che erano in piazza ad applaudirli non succede ed è per questo che rimangono delusi e il fossato si allarga.
Ad aggravare il tutto vi sono le lusinghe del potere. Gli uffici rococò, lo staff e la macchina blu che alla lunga ammosciano anche gli spiriti più rivoluzionari. Prevale un clima d’inevitabilità di certi mali e di rassegnazione e di conservazione e di quieto vivere. Non solo la coerenza diventa un peso ma pure certe idee e certi toni.
Ma ai poveri cristi che erano in piazza ad applaudirli non succede ed è per questo che rimangono delusi e il fossato si allarga. E se non bastasse, una volta nei palazzi i politicanti cominciano ad andare per conto loro ad un certo punto. Fondano nuovi partiti e coalizioni. Cambiano connotati e rotte a quelli esistenti. Operazioni di marketing per intercettare i nuovi gusti sul volatile mercato elettorale. Operazioni di potere per salvaguardare equilibri ed assetti. Una metamorfosi continua ma che ai poveri cristi che erano in piazza ad applaudirli non succede ed è per questo che rimangono delusi e il fossato si allarga.
Cittadini da una parte, politicanti dall’altra. Solo i tifosi di quello e di quell’altro tengono il passo, almeno per un po’. Ma poi nascono i governi dei peggiori e molti si rendono di nuovo conto come l’unica speranza di un vero cambiamento venga sempre dal basso, dai cittadini, dai poveri cristi in piazza. E non dall’alto. E non dai politicanti che una volta nei palazzi si rammolliscono e vanno per conto loro. Ed è questa la buona notizia. Grazie al governo dei peggiori aumenterà il malcontento verso la politica, si ravviverà la voglia di cambiamento radicale e alle prossime elezioni potrà succedere di tutto.
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“Perché si dedica ancora a temi anti casta quando la gente cerca risposte su economia e salute?”
Ah beh! In effetti potrebbe farselo suggerire da Buzzi quello che vuole la gente. Al pompiere lo sanno!
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SU DI BATTISTA, LIBERO GIORNALISTA- Viviana Vivarelli.
Io trovo che al mondo siano utili tutti, sia quelli che tentano di governare sia quelli che fanno opposizione in Parlamento che chi fa il giornalista e fa opposizione fuori dal Parlamento.
Questa pretesa per cui tutti devono fare i politici dentro un partito proprio non la capisco. Ognuno deve fare quello per cui è maggiormente portato.
Per esempio Di Pietro è stato bravissimo quando faceva il pm. Non è stato altrettanto bravo quando ha ceduto alle richieste di tutti quelli che lo volevano capo di un partito e sarebbe stato meglio se fosse rimasto un pm.
Per lo stesso motivo ammiro Travaglio come giornalista ma lo ha dichiarato lui stesso che sarebbe inadatto come parlamentare e sinceramente io lo apprezzo come giornalista e mi va bene così.
Questa pretesa per cui uno deve fare per forza quello che gli chiedono gli altri la trovo demenziale.
Tra l’altro la politica che piace a Di Battista non è quella limitata e provinciale del Transatlantico che gli andrebbe stretta, ma quella internazionale, per questo ha sempre viaggiato tanto per conoscere altri Paesi come il Guatemala, il Congo, l’Argentina, il Cile, il Paraguay, la Bolivia, il Perù, l’Ecuador, la Colombia, il Panama, il Costa Rica, Nicaragua, Guatemala e Cuba ..
La sua vocazione è fare l’inviato internazionale.
Ma chi ha il cervello piccolo e le vedute corte lo vorrebbe attaccato a un banco del parlamento, cosa che ha provato a fare per poi dimettersi.
Io lo ammiro perché rispetta se stesso e trovo pazzoide che riceva tante critiche da tanta piccola gente meschina che non cerca nemmeno di capire la sua ideologia e lo vorrebbe aggiogato al carro di un partito. Almeno così da indipendente ha la libertà di scrivere quello che vuole senza essere sotto padrone e senza avere l’obbligo di servire qualcuno.
Mi chiedo quanta gente a questo mondo ha la scelta di fare il lavoro che la appassiona e se questa avversione a Di Battista che ama il lavoro che fa non sia il frutto dell’invidia di gente fallita e poco realizzata che si sente incatenata a una prigione e vorrebbe incatenare anche lui.
Io trovo che il lavoro di informazione e di ideologia che fa Di Battista sia bellissimo e istruirebbe il mondo se il mondo si degnasse di leggere i suoi articoli e i suoi libri. Fare il giornalista può essere il lavoro più bello e utile della Terra se uno lo fa bene e ci è portato. Ed è un lavoro politico tanto quanto quello di chi sta dentro un partito e riveste una carica pubblica.
Tutti i lavori sono belli se uno li fa con passione e ci è portato. Io credo di essere stata una buona insegnante, ma sarei stata una pessima politica e l’unico anno della mia vita in cui mi sono accostata alla politica ho sofferto moltissimo e non vedevo l’ora di smettere, per cui lo capisco benissimo.
Se smetteste di inseguire i vostri piccoli desideri e rispettaste e riconosceste il bene che uno fa nella sua vita senza tentare di stravolgerla, le cose andrebbero meglio per tutti.
Mio marito voleva fare l’artigiano e sarebbe stato un eccellente artigiano e la sua vita probabilmente sarebbe stata più appagata e felice. Era creativo, aveva una manualità stupefacente e adorava lavorare i materiali come il legno. Invece i genitori hanno voluto che si laureasse. E’diventato dirigente IBm, ha passato i suoi anni migliori negli alberghi e in viaggio, sempre in giro per vendere calcolatori, si è rovinato il sistema nervoso, sempre lontano dalla casa e dalla famiglia, e alla fine ha maturato quel cancro che lo ha ammazzato. Doveva andare così? Io non credo.
Lasciate dunque che ognuno scelga, quando può, ciò per cui è nato. Se ognuno fosse libero di fare il lavoro che ama, tutti sarebbero più felici e il mondo sarebbe migliore.
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Guardi Viviana io non volevo scrivere niente su Di Battista ma il suo pezzo mi costringe a farlo.
Lei scrive: “La sua vocazione è fare l’inviato internazionale”. Per non cadere nella sindrome Crozza le risponderò con un’altra domanda semplice semplice: e chi se ne frega? Anch’io da piccolo volevo fare l’archeologo.
Ma di cosa, e soprattutto, di chi sta parlando?
Se Di Battista riceve ancora un minimo di attenzione dai media è solo ed esclusivamente per il suo ruolo politico. Passato, presente e forse futuro. O pensa che venga intervistato come giornalista inviato internazionale?
Lei sa quanti giornalisti che sognano di diventare inviati internazionali ci sono in Italia? Magari molto ma molto più bravi dell’onesto Dibba?
Lei scrive ancora: Io trovo che il lavoro di informazione e di ideologia (?) che fa Di Battista sia bellissimo e istruirebbe il mondo se il mondo si degnasse di leggere i suoi articoli e i suoi libri”. Bene. Io allora le chiedo: cosa ha scritto di memorabile il suo pupillo da sollevarlo al di sopra degli altri? Ha scritto un libro alla Bruce Chatwin? Uno alla Tiziano Terzani? O alla Oriana Fallaci? Niente di tutto questo. Ha scritto un libro che si chiama “Contro!”, tutto incentrato sul suo antagonismo politico.
Io l’apprezzo pure la passione di Di Battista, se vuole anche la sua (paracula) coerenza. Si sbatte, si da da fare, questo mi piace.
Ma la celebrazione della assoluta NORMALITÀ, no.
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Come finirà con Davide Casaleggio e con Rousseau?
«Davide è un mio amico. Spero proprio che non si arrivi in tribunale». Qui sta il peccato originale?Secondo il battista il movimento è Rousseau?Ho dovrebbe essere quello originale…tradito e vilipeso da tutti?battista tu in tre anni non ti sei mai accorto che dall’interno si stava consumando la solita “tattica” (dividi e impera)by casaleggio?Il padrone che ha ereditato la cazzaleggio s.r.l e che si crede Napoleone con lo scolapasta in testa?Per rinfrescarti la “memoria” visto che era già palese un po di tempo fa, a cosa “mirava” il tuo amico. Ma non certo di chi ha votato m5s.C’è qualcuno dentro il movimento che lavora contro il movimento?Casaleggio e soci, ti dicono niente?E non da ieri.Diciamo da sempre?Tu naturalmente non ti sei accorto di nulla e scrivi per Mondadori?Già…https://www.youtube.com/watch?v=G2glXPW1hvs minuto2.57 espone benissimo le sue mire “imperiali”.Cosa centri con la gente vorrei tanto che tu lo spiegassi.Si, no?Non credo che basti rientrare se le persone rimarranno uguali alle attuali (mezze figure).Diciamo pure che stare dentro o fuori in questi momento non faccia differenza?Magari uscire salverebbe almeno un minimo di “faccia” ma i danni sono talmente gravi che non servirebbe più a nulla.Di Maio è tuo amico?…Di bene in meglio.Quello ha pensato bene di farsi una carriera “politica” in solitaria e completamente dissociata dal movimento un ambizioso che sparirà presto dalla scena, come voi tutti.Salvo miracoli.Saluti
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Una ciofega dietro l’altra,
Siete ridicoli e conniventi con mafia e malaffare e accusate altri di scarsa coerenza,
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Tra l’altro “è un mio amico” che cosa vuol dire? tutto lì?
Concordo sul personaggio, anche per il post sotto.
Ciao.
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>Già…https://www.youtube.com/watch?v=G2glXPW1hvs minuto2.57 espone benissimo le sue mire “imperiali”>
Intanto si riferiva a suo padre, ma poi cosa avrebbe detto di tanto eclatante? Che ci sono uomini che hanno fatto la differenza? E cosa ci sarebbe di sbagliato?
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lucapas:Che ci sono uomini che hanno fatto la differenza?In cosa?Oltre a incassare.Cosa ha fatto di così straordinario?…Dimenticavo demolire dalle fondamenta tutto quello che il padre era riuscito a creare?In quello è riuscito benissimo, altro?Già adesso tenta la carta controvento.Che cazzo è?Che istanze propone?Fumo?…L’arrosto?Prima la sgans…poi vediamo?Un “uomo” e una rovina.Lucapas sai che si firmava max stiner sul blog delle stalle e si dichiarava (anonimamente) nazifascista?I figli ereditano i beni non idee…e a idee sta a zero. (Su tutto) a parte il grano.Strano che giornalisti ed eletti m5s non si siano mai accorti del personaggio.Poi vogliono governare il paese. Quando non riescono neanche a guardare in casa loro.Tutte le persone con intelletto sono state messe alla porta.Come mai?Davano fastidio al progetto?(Eliminare il mov e sostituirlo con la sua associazione d’idee?Piacerebbe saperne di più di queste idee.No?
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Tanto si sapeva già qual’è l’aspirazione maxima del Dibba: essere l’eterno puro che indica la via, ma quando c’è da rimboccarsi le maniche meglio mandare avanti gli altri, altrimenti il ditino da agitare al cielo (stile Moralizzatore by Filippo Roma del tempo che fu) rischia di sporcarsi.
La logica (perversa) sarebbe la seguente: uscire dal governo, guadagnare il consenso perduto facendo molto rumore per portare avanti delle battaglie (per quanto giuste e qualcuna anche sacrosanta) in modo da poter così tornare al governo e risolvere queste problematiche. O pirla, ma al governo ci sei già, e con più parlamentari di quanti sia lecitamente immaginabile di averne mai, per cui forse sarebbe meglio incominciare a fare i conti con la realtà, che è fatta compromessi come di tante altre cose, ma non certo di sogni.
Fa tenerezza perché è come un bimbo, ma va rispettato perché la purezza dei bimbi è quella che indica la via, rammentando costantemente quali sono gli obiettivi di fondo, però sulle modalità di realizzazione dovrebbe lasciar fare ai grandi.
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la solita politica cialtrona che guarda solo al proprio tornaconto per chiappare qualche voto e costruirsi un proprio bacino di voti.
L’uscita dall’euro non è nemmeno da bambinetto piccino, è da imbecille che fa finta di non sapere cosa significhi. Perchè significa un tracollo economico da esportazioni/importazioni modello covid. In una economia globale (piaccia o no è così) il genio della matematica chiude le frontiere, così affonda anche l’ultima cosa che c’è rimasta, il turismo.
E considera che in questo scenario APOCALITTICO il dibba dibba è tra i meno peggio se non il meno peggio. Cioè TUTTI gli altri sono peggio di lui. Tanto per dire come siamo nella merda.
Certo, come dici sono DENTRO il governo e lui vorrebbe che uscissero, così all’opposizione, dove NON puoi fare un cazzo se non urlare alla luna come i lupi in calore dovresti fare secondo la sua logica quello che puoi fare solo ora che sei dentro e hai ancora la maggioranza relativa. GENIO ASSOLUTO.
Purtroppo siamo nella merda comunque la si guardi. E’ un paese di attoroni che chiacchierano. Stanno bene dalla de filippi a fare i tronisti, andare sui palchi come le stars, ma a cantare, no a fare politica.
Il lavoro è silenzio pratico, fare le cose dopo averle spiegate e condivise. L’esatto opposto di questa personale e appariscente propaganda di se stessi da AVANSPETTACOLO.
Chiudiamo il sipario. E spegniamo le luci.
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Il lavoro è silenzio pratico, fare le cose PRIMA di averle spiegate e condivise e DOPO averle promesse.
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X Andrea: massì, meglio restare dentro, no? Così non solo sei impotente, ma sei pure complice.
Ma questo lo sai bene anche te.
Su Dibba non ci sputerei su, ma a quanto pare, per molti scontenti è diventato uno sport molto popolare.
X J.Dio:
”O pirla, ma al governo ci sei già, e con più parlamentari di quanti sia lecitamente immaginabile di averne mai, per cui forse sarebbe meglio incominciare a fare i conti con la realtà, che è fatta compromessi come di tante altre cose, ma non certo di sogni.”
Pirla sarai te con queste frasette da masochista democristianoide.
Che cazzo di compromessi sarebbero?
Dare TUTTO al nemico, senza ottenere niente, lasciargli smontare qualsiasi cosa, sarebbe un ‘compromesso’? De che?
Chi è che è al governo? Dibba? O Gigino, il quale è come un sottomarino, non si vede e non si sente mai?
E di chi è la colpa se è andata così? Di chi ha detto NO al governo con questi lerci schifosi?
Ah, secondo gente come te evidentemente è così.
Del resto, da uno che non capisce la differenza tra un fenomeno commerciale e un artista di talento, che altro aspettarsi?
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@Stef Menc
NO NO NO NO NO bello. NO NO NO NO NO!
Entrare e fare CASINO! Facevi la lista delle porcate (a partire da quel mafioso/massone di formigoni, poi autostrade per la morte…) e poi davanti i telegiornaloni dei merdana dicevi: O CANCELLATE LE PORCATE DI QUESTA LISTA INDECENTE OPPURE USCIAMO! Perchè siamo il m5s.
Il dibba ha invece sempre detto di fare come il lupo innamorato che urla alla luna: stare all’opposizione a ululare e dire NO! Dire NO! CONTRO! SCONTRO! DURI! CAZZO DURO! E LUNGO!
SONO COSE DIVERSE!
p.s.
FACCIO NOTARE A TUTTI che il traditore di pomigliano prima di INCULARCI TUTTI seguiva alla lettera il programma e le regole del m5s, era cioè all’apparenza molto più adatto di un dibba, che appariva più scalmanato, scapestrato e molto meno governativo, quindi meno adatto a cercare mediazioni e dialogo, che erano obbligatori per la legge dei numeri.
Poi si è scoperto che il dibba è MOLTO MENO PEGGIO del traditore volta faccia senza vergogna da pomigliano e di tutta la sua banda di complici che si sono impadroniti de fu m5s. E forse anche meno peggio dei morra, che tutti abbiamo creduto essere molto più adatti alla POLITICA dei dibba.
Ma non siamo noi ad aver visto male, sono quelli che son diventati dall’oggi al domani dei figli di tr***. Hanno BARATO sapendo di BARARE, di nascosto, tra loro, amici degli amici dei circoli chiusi e segreti. AL pari dei massoni.
Diciamole le cose come stanno. SEMPRE.
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@ Stef Menc: la tua fretta di emettere giudizi ti fa commettere errori grossolani.
Lo sarò nel momento in cui qualcuno saprà dirmi una cosa, una qualunque, che i pentastellati potrebbero fare se fossero già fuori dal governo, che non possono fare ugualmente anche rimanendoci dentro (a parte abbaiare alla luna, anzi no, compreso anche quello).
Ad ogni modo, quello riferito a Di Battista era evidentemente un “pirla” metaforico (la mia ultima frase nella quale affermo che merita rispetto è tutt’altro che ironica), se pensassi davvero che è un povero pirla sarei stato molto più tranchant.
Parlo di quelli dei due governi Conte, come le concessioni a Salvini (che, essendo un povero pirla, stavolta fuor di metafora, non ha saputo andare oltre i due decreti sicurezza in cambio del Rdc e della Bonafede) o al Pd (all’epoca renziano più che mai, decisamente più scaltro, che ha preteso di avere in mano la spina da poter staccare alla bisogna, in cambio del taglio dei parlamentari). Con la fine del governo Conte-2, l’esperienza 5stelle è divenuta un “dead man walking” (per tutta una serie di ragioni che sarebbe troppo lungo e off-topic elencare ora) e, per quanto mi riguarda, la considero già conclusa (in attesa di conoscere ed eventualmente giudicare il probabile nuovo soggetto politico guidato da Conte, che progetta di rinascere dalle ceneri di quella che, personalmente, ritengo la più significativa esperienza politica italiana di questo secolo).
A me risulta che il reggente sia ancora Vito Crimi: è per caso un interdetto, visto che non deve rispondere delle sue azioni?
Intanto questo non è un videogioco dove c’è sempre la maniera di vincere, in ogni caso a me non interessa dare delle colpe, io guardo solo ai risultati raggiunti, che sono sì stati significativi su scala assoluta, ma per certi versi addirittura straordinari, se inquadrati nel contesto di avversione generale in cui sono maturati.
Se hai capito questo dalla nostra precedente conversazione, ti consiglio di andartela a rileggere, dato che non è affatto ciò che dissi in quell’occasione, anzi, ho troncato proprio perchè non riuscivamo a capirci, e vedo che la cosa perdura. Magari, a mente fresca, ti accorgerai che non è quello che cercavo di spiegarti.
Tu, se posso permettermi (altrimenti, mi permetto ugualmente), alla prima frase che non ti va a genio, vedi rosso e carichi a testa bassa, sostituendo il giudizio col pregiudizio. Impara a contare fino a dieci, prima.
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Jonny Dio
dissento totalmente del tuo post
intanto ha fatto opposizione per 5 anni e si è prodigato moltissimo, mentre altri andavano a rimorchio,
molti che sono seduti sullo scranno lo devono a lui e alle sue battaglie politiche
ha fatto una serrata campagna elettorale, aveva detto che avrebbe saltato un turno e l’ha fatto.
dire che la politica di destra dell’attuale governo è una schifezza è solo la verità
gli avevano proposto di entrare nel Conte2, ma il pd ha messo il veto oppure la Boschi, ma lui non si è strappato le vesti, ha rinunciato.
Gli iscritti lo avevano votato nel direttorio e Di Maio l’ha sabotato, nominando il “reggente” Crimi con l’avallo di Grillo, ma non l’ha urlato alla luna.
Dissente dalla politica subalterna all’attuale maggioranza come tantiismi delusi.
Io ero favorevole all’entrata dei 5S nel governo Draghi per contrastare dall’interno eventuali politiche classiste, ma fin dalla sua composizione me lo sono dovuto rimangiare, e i parlamentari 5S, senza che qualcuno li pungoli e si prenda la responsabilità e il coraggio di dire le cose, sembrano persi, senza iniziativa, per di più che il PARLAMENTO è stato esautorato da questo governo.
Tu dici che è un bimbo, ma è un bambino che ha detto che il re è nudo.
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Perdonami, ma mi pare che le cose che diciamo siano assolutamente compatibili, dunque non capisco il motivo del dissenso. A scanso di equivoci ribadisco che io, di Alessandro Di Battista, ho un’altissima opinione.
Aveva detto che avrebbe saltato un turno e l’ha fatto? Sicuramente, peccato che il monumento alla coerenza l’abbia pagato non prendendo parte all’unico giro di giostra nel quale avrebbe potuto davvero incidere su qualcosa, la qualcosa mi sta benissimo, ma è troppo comodo prima chiamarsi fuori e poi criticare gli altri, invece di dare una mano quando più serve. Ma è sempre così: chi sa, fa, e chi non sa, insegna. Anche se l’ha annunciato prima, resta il fatto che li ha abbandonati proprio alla vigilia della battaglia (e non sono occasioni che si presentino con troppa frequenza), che è esattamente ciò che gli imputo quando dico che è come un bimbo, un eterno immaturo.
Credo di averlo già detto in altre occasioni, anche a te: i 5stelle sono politicamente finiti, la restaurazione dell’ancien régime è ormai quasi completata (dall’avvento di Draghi in poi, è diventata una mera questione di tempo), però questa non è la fine di tutto, i pentastellati, seppur morenti, possono ancora avere un ruolo in questa tragicommedia (in attesa che rinascano per mano di Conte, se mai questo dovrà succedere): ad esempio (ma anche questo credo di avertelo già detto), se proprio devono immolarsi, potranno farlo sull’altare a difesa della Bonafede (in modo di dare un senso all’uscita e un nome ai responsabili delle impunità conseguenti), oppure potranno morire con tutti i Filistei impallinando i nomi più impresentabili che verranno tirati fuori dal cilindro per il successore di Mattarella (se la loro uscita dal governo fosse unicamente servita a bruciare un eventuale Berlusconi al Colle, solo per questo ne sarebbe valsa comunque la pena).
Ho detto anche che va rispettato perché la purezza dei bimbi è quella che indica la via: non stavo mica scherzando, la sua è una funzione fondamentale, oltrechè meritoria, e guai a privarsene.
Ti ripeto che sono d’accordo praticamente con tutto ciò che hai detto, dopo averlo letto e riletto, e continuo a non vederci nulla che contrasti col mio giudizio complessivo sul personaggio.
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Scusa, ma forse ti ho confuso con Paolo Diamante, riguardo al precedente; ad ogni modo, il senso non cambia.
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“Tanto si sapeva già qual’è l’aspirazione maxima del Dibba: essere l’eterno puro che indica la via, ma quando c’è da rimboccarsi le maniche meglio mandare avanti gli altri, altrimenti il ditino da agitare al cielo (stile Moralizzatore by Filippo Roma del tempo che fu) rischia di sporcarsi.”
Stai denigrando una persona che si è concessa totalmente e non ha cercato a tutti i costi un posto al sole. Molti lo hanno accusato di nascondersi, ma nel momento in cui ha deciso di tornare nell’agone, hanno fatto di tutto per allontanarlo. Uno dei pochi contrario all’alleanza raffazzonata col PD alle amministrative, con reprimende e prese in giro perfino da Grillo. Abbiamo visto poi come sono andate le cose.
“La logica (perversa) sarebbe la seguente: uscire dal governo, guadagnare il consenso perduto facendo molto rumore per portare avanti delle battaglie (per quanto giuste e qualcuna anche sacrosanta) in modo da poter così tornare al governo e risolvere queste problematiche. O pirla, ma al governo ci sei già, e con più parlamentari di quanti sia lecitamente immaginabile di averne mai, per cui forse sarebbe meglio incominciare a fare i conti con la realtà, che è fatta compromessi come di tante altre cose, ma non certo di sogni.”
Se lui è un pirla, Travaglio e molti che ora la pensano e si dichiarano come lui cosa sono?
Perchè stare in un governo che addirittura sconfessa un ministro e il PdC stesso per accontentare CONFINDUSTRIA?
Il PARLAMENTO oramai è completamente esautorato, sono chiamati a votare al buio, sotto la spinta dei capigruppo.
“Fa tenerezza perché è come un bimbo, ma va rispettato perché la purezza dei bimbi è quella che indica la via, rammentando costantemente quali sono gli obiettivi di fondo, però sulle modalità di realizzazione dovrebbe lasciar fare ai grandi.”
Qui pecchi di sufficienza ed arroganza, chi ti ha detto che le sue idee siano sbagliate? Sono state messe a confronto? Ha avuto la possibilità di confrontarsi? O gliel’hanno negato, quando non hanno dato seguito alla votazione del direttorio? Giocoforza è costretto a dare interviste e dichiarazioni dove glielo consentono, in ogni caso non mi sembra sulle barricate, cerca una interlocuzione che gli viene negata per timore di non sapergli rispondere.
Sa benissimo che il M5S è morto, per questo pone l’accento sulle idee ed i programmi e non sulle persone, perchè sarebbero causa di faide interne, ma chi le ha causate con le espulsioni a cacchio?
Va bene essere critici nei suoi confronti, però le tue osservazioni mi sembrano preconcette, ed è strano, perchè ti ho sempre apprezzato poichè hai una visione laterale delle cose.
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Ammetto che il tono del primo post era vagamente canzonatorio, ma mi pare di aver successivamente chiarito che il mio intento non voleva certo essere denigratorio, ad ogni modo quello che ho sempre contestato a Di Battista non è l’impegno, ma l’essersi chiamato fuori nel momento del bisogno (e son momenti storici che, al massimo, se ne vedono tre o quattro in una vita intera). Legittimo fin che si vuole, eh, ma quando sei fuori poi te ne resti fuori senza interferire, altrimenti (a casa mia) questo si chiama tenere il piede in due scarpe, che è sempre legittimo, ma moralmente scorretto, a mio modo di vedere.
Sulle amministrative dubito fortemente che l’esito avrebbe potuto essere significativamente diverso, anche se si fosse realizzata una qualunque circostanza che invece non si è verificata, decidi tu quale.
Anche qua, mi pare di aver già chiarito sopra l’uso più goliardico che offensivo del termine, ad ogni modo lui e Travaglio sono gente che la pensano diversamente da me: il mio pensiero è che i 5stelle devono uscire dal Governo nella maniera più teatrale possibile, ma non così alla cazzo in un momento qualunque (allora tanto valeva entrarci; quando si è in ballo, si balla), avendo invece l’accortezza di aspettare il momento giusto per l’inevitabile sacrificio, in modo che questo avvenga in nome di un ideale e non della semplice perdita di consenso, che oltretutto era scontata. Per cui: quando e se toccheranno la Bonafede, altrimenti su qualche nome troppo impresentabile tra i prossimi candidati a PdR. Tanto, per infilare la testa nel cappio c’è sempre tempo, magari nel frattempo succede qualcosa di nuovo (tipo che Conte riesce a dargli un’identità, hai visto mai).
Però potrebbe pure essere che il pirla sono io.
Ah, quello che, correttamente, definisci “Parlamento esautorato”, è la norma da decenni (non che la cosa mi vada a genio, è solo che mi pare un tantinello pretestuoso sollevare ora la questione, anche perché un’eventuale fuoriuscita pentastellata sarebbe totalmente ininfluente, da questo punto di vista).
Stai scherzando? Io sono in larga parte d’accordo con le sue idee, ma un conto sono le idee, quando però si tratta di metterle in pratica bisogna fare i conti con la realtà, cosa che (a mio avviso) lui non è in grado di fare, ma questo non implica affatto che siano le idee ad essere sbagliate, tutt’altro.
Che l’interlocuzione gli venga negata da qualcuno perché non saprebbero cosa replicare, è affermazione con una probabile buona base di verità, in ogni caso io saprei che cosa rispondergli: e tu, dov’eri? In Sudamerica a cercare me stesso. Bravo, allora non venir qua a scassare i maroni a chi ha dovuto ingoiare certi rospi per decidere cosa si poteva mettere in pratica e cosa no.
Ripeto e ribadisco (spero per l’ultima volta) la funzione fondamentale di Di Battista e degli idealisti sinceri come lui, ovvero quella di indicare la via e far ricordare sempre agli altri quali siano gli obiettivi ultimi da perseguire. E’ un po’ come costruire una casa: l’architetto ha una grande idea, l’ingegnere vede cosa si può fare e cosa no, e gli operai la tirano su.
Che poi io abbia dei preconcetti verso quelli che, quando è il momento del fare, mandano avanti gli altri e poi criticano, è altrettanto vero, ma basta che si sappia, e a me va bene così.
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“qual’è”… Azz…
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e.c. “qual è”.
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… a babbo morto! Sto a sherza’, eh…
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ma dai.. è stato via UN anno, nel massimo fulgore dei 5 stelle, ne parli come se fosse stato un codardo che è scappato davanti alle difficoltà.
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Non è l’anno in Sudamerica (quella era una battuta) il problema, se così vogliamo chiamarlo (o comunque, ciò che gli contesto) ma la scelta (peraltro legittima e annunciata, nella massima correttezza), come anche tu hai ricordato, di “saltare un giro” (i maligni potrebbero anche insinuare che volesse tenersi il jolly del secondo mandato per poi giocarselo in un secondo momento, comunque io non sono tra questi).
Però non ho neanche detto che l’abbia fatto per codardìa (se mai l’avessi fatto, desidero chiarire una volta per tutte che non lo penso). Sia come sia, resta il fatto che ha buttato un’occasione più unica che rara di poter mettere finalmente in pratica qualcosa in nome del Popolo.
Bisognerebbe conoscerlo di persona per conoscerne il motivo, io penso che sia sincero e che, in quel momento, abbia ritenuto che per lui fosse la scelta più giusta, non lo biasimo più di tanto ma io sono di vedute un po’ differenti: penso che quando credi davvero in una causa non esiste vacanza, un vero leader l’anno sabbatico se lo è già preso prima di diventarlo, oppure non ne ha bisogno. Io sono con Bob Marley: don’t give up the fight! (ecco, adesso che ho parlato di Zio Bob mi è venuta voglia di fumare, per farmela passare devo pensare allo stesso concetto in versione “altra sponda”, ovvero “boia chi molla”; c’è anche in spagnolo: hasta la victoria siempre, ma il significato è il medesimo; ultima versione, quella con parole mie: il momento in cui smetti di lottare è il momento in cui hai perso).
Ricordo sempre che questo, per quello che vale, è solo un mio giudizio basato anche su esperienze personali, e comunque visto da lontano da uno che non lo conosce.
Quindi non è scappato, ma le difficoltà (quelle vere, cominciate il 4 marzo 2018) se le è scansate alla grande e a nuotare nella vasca degli squali non c’è andato, mentre se avesse fatto scelte diverse, probabilmente nel Conte-1 gli sarebbe toccata una poltrona importante, magari da ministro. Forse non avrebbe cambiato la Storia Patria, probabilmente nemmeno lui avrebbe potuto essere quell’apriscatole che poi ha accusato gli altri di non essere, però un Di Battista ministro sarebbe servito al Paese, altrochè.
Sono i famosi treni che passano una volta sola, quella era la sua e la nostra grande occasione, e se l’è bruciata: per cosa? Fosse stato per andare a cercare sè stesso in giro per il mondo, sono il primo a dire che un’esperienza di viaggio come quella vissuta da lui è un poderoso apriscatole mentale, ma come abbiamo appurato la cosa era già decisa in precedenza, dopodichè vattelapesca a sapere il perchè (ma in fondo, non è neanche così determinante saperlo perchè ciò che resta sono i fatti, non le parole e tantomeno le intenzioni, peraltro solo presunte).
Quantomeno, se ne può concludere che è stato sfortunato.
Poi, se vogliamo, possiamo pure dire (io lo faccio) che quando è il momento di tradurre in pratica la grammatica, è proprio quello il momento in cui iniziano le difficoltà, perchè di solito succedono un sacco di cose che non si erano messe in conto, e ci sono dettagli che acquisiscono importanza fino a risultare determinanti, a quel punto le chiacchiere stanno a zero, perchè solo sul campo si può dimostrare il proprio valore. I famosi fatti, che poi dovrebbero essere la sola cosa che conta.
Ma tutto ciò non implica automaticamente che (parlando anche in generale) chi lascia che siano gli altri a prendersi le responsabilità debba essere un codardo per questo, ma solo che dovrebbe provare sulla propria pelle che cosa voglia dire trovarsi in mezzo a certe dinamiche, prima di parlare ed eventualmente giudicare, perchè dall’esterno è troppo facile sputare sentenze.
Dubito di poter essere più chiaro di così sulla questione, pertanto non mi resta che salutarti, alla prossima.
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