(di Giacomo Salvini – Il Fatto Quotidiano) – Ha aspettato la mezzanotte del 25 aprile, Matteo Salvini. Ma non per festeggiare i 76 anni dalla Liberazione dal nazifascismo: per chiedere la “liberazione” dalle restrizioni anti-covid. E lanciare, con una diretta Facebook notturna, una petizione che invita i cittadini a firmare contro le misure approvate dal governo di cui la Lega fa parte. In particolare contro una restrizione che proprio non va giù a Salvini: il coprifuoco alle 22. Nonostante oggi riaprano molte attività nelle 15 regioni in zona gialla, il leader della Lega non accetta la limitazione dell’orario serale e per questo i ministri del Carroccio mercoledì avevano provocato la prima rottura nel governo Draghi non votando il decreto sulle riaperture. “È ancora troppo poco, le aperture di lunedì non sono sufficienti – ha detto domenica notte Salvini lanciando la petizione – qualcuno per ideologia vede solo rosso e se dipendesse da Speranza staremmo tutti chiusi in casa”. Poi ha inviato un messaggio ai propri elettori che sembrava invitare a boicottare le restrizioni: “No coprifuoco, no proibizioni, no restrizioni in quelle regioni che sono sotto controllo – ha continuato Salvini – se saremo 10 mila è un conto, se saremo 100 mila, 200 mila, 1 milione…”. Il leghista ha anche attaccato il ministro dell’Interno Lamorgese sui controlli: “Ci sono poliziotti mandati nei vicoli a controllare se i ragazzi sono troppo vicini invece che cercare i delinquenti”. Nella petizione si chiede anche di riaprire tutte le attività al chiuso: secondo il decreto, ristoranti, palestre e piscine lo faranno dall’1 giugno. A fine giornata le firme sul sito della Lega con l’hashtag #nocoprifuocosono arrivate a 45 mila. Salvini ha lanciato l’iniziativa per galvanizzare parte del suo elettorato, tra cui ci sono molti ristoratori costretti a rimanere chiusi (io disobbedienti di #Ioapro hanno già annunciato che oggi non rispetteranno le restrizioni), ma anche per fare pressione sul governo perché riveda il prima possibile il decreto approvato mercoledì senza il voto della Lega.

Così ieri è arrivata la risposta durissima del segretario del Pd Enrico Letta a Mezz’Ora in Più: “Se la Lega non vuole stare al governo non ci stia. Oggi Salvini sta partecipando a una raccolta firme contro il coprifuoco che l’esecutivo, di cui lui fa parte, ha deciso”. Poi ha fatto balenare la possibilità che il Carroccio lasci la maggioranza commentando l’astensione dei ministri della Lega in Cdm: “Voglio che il governo vada avanti due anni, ma è successo una volta e non può succedere più – ha concluso Letta – Chi lo fa deve tirare le conseguenze”. Un’uscita che ha provocato la replica stizzita di Salvini: “Il segretario del Pd Letta non si fida degli italiani e li vuole tenere ancora chiusi in casa”.

Sull’argomento è intervenuto anche il ministro della Salute Roberto Speranza secondo cui ci vuole “fiducia e prudenza” e spiegando che ci sarà un monitoraggio continuo dei dati: “Se ci saranno le condizioni faremo dei passi avanti”. Anche il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli ha difeso il coprifuoco alle 22: “Nessuno ha il gusto sadico di impedire i movimenti, faremo la verifica a metà maggio”. Il compromesso del governo potrebbe essere quello di allungare il coprifuoco alle 23 a partire dal 17 maggio. Anche perché ieri il Viminale, con una circolare inviata a prefetti e questori, ha smentito l’interpretazione “morbida” del coprifuoco data dal ministro di Forza Italia Mariastella Gelmini sul Messaggero secondo cui “i cittadini possono stare al ristorante fino alle 22 e poi tornare a casa senza essere multati”. Invece no, non sarà possibile: “Il decreto ha confermato la permanenza del limite orario degli spostamenti tra le 22 e le 5” ha chiarito il ministero dell’Interno.

Mentre la Lega fa pressione sul governo, gli alleati del centrodestra di Fratelli d’Italia provano a spaccare la maggioranza. Mercoledì al Senato sarà votata la mozione di sfiducia contro Speranza (la Lega è indecisa tra il no e l’astensione) definito ieri da Giorgia Meloni “il simbolo del coprifuoco, di folli disposizioni e dei disastri sulla gestione dell’emergenza”. Ma la spaccatura nella maggioranza potrebbe già verificarsi martedì alla Camera sull’ordine del giorno del capogruppo di FdI Francesco Lollobrigida proprio per abolire il coprifuoco. Lollobrigida provoca la Lega: “Non esiste il dono dell’ubiquità politica per cui si è contro e a favore a seconda del luogo dove si esprime il parere”. L’ennesimo ostacolo per una maggioranza già sotto stress.