(Gad Lerner – il Fatto quotidiano – estratto) – […] professor Conte, forse la stupirà perché lei oggi gode di ottimi indici di popolarità, ma noi non la conosciamo abbastanza. Non basta sapere come ha governato, e neanche come ha saputo prendere le distanze da Salvini e poi da Renzi.

Lo so, ha fatto scelte chiare. Dopo il maldestro tentativo di scongiurare la crisi del suo esecutivo reclutando dei “responsabili” – pur giustificato dall’ emergenza in cui versa il Paese – ha saputo lasciare Palazzo Chigi con dignità e ha mostrato senso di responsabilità anche nei confronti del suo successore. 

Di più. Ha fatto suo il difficile progetto di rifondazione del M5S , la forza politica che l’ aveva designato e che, nonostante le lacerazioni e lo stato di debilitazione culturale in cui versa, continua a rappresentare una quota rilevante dell’ elettorato[…]

[…] Suppongo che lei abbia fatto tesoro delle esperienze fallimentari del passato: le forze politiche allestite intorno alla singola personalità del leader – i partiti personali – quando non si giovino delle risorse patrimoniali e del potere mediatico di un uomo abile e ricco, son destinate a durare poco.

Non suoni irrispettoso, però, se le anticipo che le sue imminenti dichiarazioni programmatiche, quand’ anche corredate da riferimenti ideali e scelte di campo esplicite, da sole non basteranno all’ avvio del suo percorso di militanza fuori dalle stanze ministeriali.

Professor Conte, lei si è conquistato la stima di molti concittadini ma, per diventarne il riferimento politico, deve fornirci anche un rendiconto della sua biografia. È vero, in altri Paesi abbiamo conosciuto leadership che si sono imposte provenendo direttamente dalla società civile, generate da esperienze sindacali o da movimenti per i diritti civili. Ma non è questo il percorso che l’ ha portata direttamente al governo.

Un racconto sincero dei suoi esordi politici la rafforzerebbe enormemente. Non deve tenerselo nel cassetto per un futuro libro di memorie. Come andò che scelse di rendersi disponibile al M5S ? Cosa pensò quando Di Maio e Salvini le proposero di fare il presidente del Consiglio?

Perché accettò di guidare una coalizione con la Lega e cos’ ha capito cammin facendo di quel partito, fino alla costruzione di un’ alleanza alternativa? Badi bene. Non sto chiedendole inutili autocritiche postume, ma di raccontarci la natura delle trasformazioni che ha vissuto, fino a portarla a divenire una personalità di riferimento del centrosinistra. È l’ anello mancante per fare patti chiari sul futuro.