(Roberta Labonia) – Neanche nominati i sottosegretari di questo Governo (di cui la maggioranza in quota 5 Stelle), che sono cominciate le lagnanze dei grillini in crisi depressiva. Non riescono neanche più a gioire dei buoni risultati raggiunti (una per tutte la nomina di Ilaria Fontana al nuovo ministero della Transizione Ecologica, ma anche la riconferma di Pierpaolo Sileri alla Salute, così, tanto per dire…).In queste ultime ore, invece, nella base è tutto un recriminare per i Sisto alla Giustizia o per i Moles all’editoria. Come se al veder riesumati pezzi da prima e seconda repubblica non ci fossimo abituati. Del resto da un Governo con tutti dentro che cosa ci si aspettava? Francamente trovo deprimente ed ingeneroso questo atteggiamento di molti sedicenti grillini. Anzi lo trovo distruttivo.

Molti che si dannano per questo incesto dei 5 Stelle con la peggio partitocrazia, che solo in una tragedia come la pandemia che tutti stiamo vivendo trova giustificazione, farebbero bene a domandarsi se oggi si ritengono ancora parte del Movimento 5Stelle. Se sì sarà bene che si preparino al peggio. Se per i grillini la vita nelle Istituzioni non è mai stata facile, i prossimi uno o due anni saranno durissimi: i 5 Stelle saranno condannati ad alzare barricate a difesa delle loro posizioni contro tutto il sistema partitocratico unito. Ed è realisticamente plausibile pensare che non sempre ci riusciranno. È stata una scelta scomoda la loro, quella di entrare nel Governo Draghi, così come è una scelta scomoda, oggi, continuare a sostenerli. Certo molti di voi li avrebbero voluti vedere comodi comodi passare all’opposizione. In quel caso avrebbero avuto il vostro sostegno incondizionato. Ma non sarebbe stata una scelta né coraggiosa né responsabile. Sarebbe stata semplicemente una scelta di opportunità politica. Che nulla c’entra con il perseguire l’interesse del Paese.

Ecco perchè dico a chi ancora si professa del MoVimento 5 Stelle di pensarci bene: questo è il momento del coraggio. È il momento di stringere i denti ed andare avanti. I tempi in cui i 5 Stelle avevano il vento in poppa, almeno per adesso, ce li siamo lasciati alle spalle. Se ritorneranno dipenderà dalla loro capacità di reinventarsi, ma molto anche dal sostegno che riceveranno dalla base. Disconoscerne i successi per poi metterli in croce per ogni passo falso è la strada sicura per vederli fallire. Del resto, nessuno obbliga nessuno. Chiamarsi fuori in questo momento è lecito. Chissà, molti potrebbero trovare maggiore soddisfazione ritornando a sostenere i partiti di vecchio conio.

Quelli di sa, vincono sempre.