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(Andrea Arzilli e Maria Egizia Fiaschetti – corriere.it) – Pressing dei vertici M5S per convincere Virginia Raggi a ritirarsi dalla sfida del Campidoglio, mentre prende quota l’ipotesi di Roberto Gualtieri come candidato della coalizione Pd-Cinque stelle. Nel frattempo, la consigliera grillina Agnese Catini rompe con la maggioranza e raggiunge le colleghe Cristina Grancio e Monica Montella, ex pentastellate, nel gruppo Misto:

«Lascio il Movimento dopo 14 anni perché i principi iniziali ormai sono solo un bel ricordo. Non condivido l’adesione al governo Draghi che rappresenta valori opposti ai miei, se mi vogliono serva preferisco andarmene da ribelle». Il suo futuro politico sarà con «Revoluzione Civica» di Monica Lozzi, la presidente del VII Municipio in corsa per le comunali.

Lo strappo arriva prima di votare il bilancio previsionale 2021-23, che vede la sindaca impegnata a puntellare una squadra sfilacciata e a garantire i numeri in Aula. E sarebbe in procinto di lasciare il gruppo, già la prossima settimana, anche la consigliera M5S Simona Ficcardi, che sta ancora valutando le prossime mosse. La manovra finanziaria viene approvata in seconda convocazione – dopo un mese di braccio di ferro tra i partiti e una raffica di emendamenti – con 23 voti favorevoli, appena sopra la soglia minima di 21, e 16 contrari (non partecipa il presidente del Consiglio comunale, Marcello De Vito).

Virginia Raggi lancia un appello all’unità di tutte le forze politiche e rivendica il raggiungimento del risultato nei tempi di legge: «L’Aula deve essere orgogliosa del lavoro svolto, Roma è un modello di legalità e di trasparenza rispetto al passato. Abbiamo stanziato due miliardi di investimenti nei prossimi tre anni e l’ulteriore spinta del governo con i fondi europei ci renderà ancora più competitivi». Tre «le sfide del futuro» che tratteggiano una bozza di programma elettorale: «Il Recovery Plan, il Giubileo del 2025 e l’Expo nel 2030».

Dalle opposizioni il capogruppo dem, Giulio Pelonzi, contesta il metodo «da primi della classe» e ricorda che altri Comuni hanno ottenuto una proroga al 31 marzo «per comporre un bilancio aggiornato agli stanziamenti governativi previsti nei decreti Ristori». Quanto al richiamo all’unità, «arriva al terzo fischio dell’arbitro, a fine partita e all’inizio della campagna elettorale». Andrea De Priamo, capogruppo di FdI, boccia il documento contabile «con tagli importanti, molto lontano dalle necessità e destinato a lasciare ferite profonde».

Duro attacco da Alessandro Onorato (lista Marchini), che incalza la sindaca: «Vuole davvero il voto su Rousseau o è una tattica elegante per togliersi dal campo e fare subito l’alleanza col Pd? Senza il Covid oggi in piazza avreste i forconi… È grazie alla pandemia se lei finisce la consiliatura in modo più ovattato, ma le sue responsabilità restano». La proposta di sondare la base sulla sua ricandidatura alla guida del Campidoglio è stata recepita come un ulteriore elemento di destabilizzazione nelle acque già increspate del Movimento, alle prese con i 15 dissidenti espulsi per non aver votato la fiducia al governo Draghi e con il nodo della riorganizzazione (il passaggio dal reggente al direttorio a cinque).

Secondo i rumors filtrati da Palazzo Senatorio martedì sera Raggi avrebbe ricevuto una telefonata dai vertici pentastellati con la richiesta di farsi da parte di fronte al concretizzarsi dell’ipotesi Gualtieri come candidato di coalizione M5S-Pd. La sindaca avrebbe urlato di non avere alcuna intenzione di retrocedere, se non fosse che il post di rilancio per coinvolgere l’elettorato sarebbe suonato come «un segnale di debolezza».

Tra gli scenari che si vanno delineando, la frattura in Parlamento potrebbe sfociare nella formazione di un nuovo soggetto politico che raccolga tutti i dissenzienti (tra gli altri Alessandro Di Battista, Nicola Morra, Barbara Lezzi). E non è escluso che la fronda in aula Giulio Cesare, i quattro-cinque consiglieri in rotta di collisione con la maggioranza, possa convergere sul nuovo progetto di respiro nazionale.